La (non) mappa turistica della Regione Campania

Orticalab.it

QUANDO IL DITO INDICA LA LUNA, LO STOLTO GUARDA IL DITO.


E’ rimbalzata la “notizia” dell’Irpinia tagliata fuori senza motivo dalle bellezze regionali, ci sono stati commenti, like e condivisioni al grido di vergogna: peccato che l’immagine faccia riferimento ai soli siti Unesco presenti sul territorio. Ma l’indignazione d’emblée serve a poco, piuttosto guardiamo al calo di arrivi e presenze del 25%, alla distribuzione dei fondi Poc, ai finanziamenti per il turismo religioso e per la cultura che ci vedono assenti, all’incapacità di candidarsi per il riconoscimento di Bandiera Arancione. Ancora una volta abbiamo mancato l’occasione dell’ampiezza…


Ma quanto sarebbe bello il mondo se ognuno di noi si fermasse a pensare? Dovremmo fare almeno un tentativo a intervalli regolari, per elevarci.

Invece noi la complessità la evitiamo, ci indigniamo così d’emblée perché è più facile: dopo tutto anche anatomicamente i rutti vengono dallo stomaco. Allo stesso modo per far partire un moto di sdegno generale bisogna puntare alla pancia delle persone, vale a dire cavalcare gli impulsi, far leva sull’emotività, pungolare l’orgoglio. State certi che la massa a questo tipo di strategia risponderà sempre.

Il preambolo serve per trattare una non notizia, o meglio una notizia non verificata che è rimbalzata a destra e a sinistra sui media locali: l’Irpinia è sparita dalla mappa turistica della Regione Campania. E giù commenti, like, condivisioni al grido di vergogna. Peccato che l’immagine – la vedete in copertina – faccia riferimento ai soli siti Unesco presenti sul territorio regionale. E ci potevano arrivare tutti anche senza alzare il telefono, anche senza googlare, anche senza il post di spiegazione del nostro delegato alle aree interne. Come? Guardando, in primis, che sulla cartina mancano le bandierine a Capri, Ischia, Procida e pure a Sorrento. Se da Palazzo Santa Lucia avessero voluto fare una pernacchia alle bellezze dell’Irpinia, non pensate che le avrebbero segnalate come mete turistiche? La domanda – ovviamente – è retorica.

Qual è il punto, dunque? Bisognerebbe sentirsi arrabbiati quando da un rapporto del Cresme (Centro Ricerche Economiche e Sociali del Mercato dell’Edilizia) emerge che, rispetto ad una generale crescita dell’Italia, la provincia di Avellino ha subito un calo del 25% tra arrivi e presenze turistiche. Quando la Regione taglia e cuce i Poc riducendo l’Irpinia ad un eventificio. Bisognerebbe levare gli scudi quando i nostri rappresentanti regionali approvano un finanziamento da 82 milioni di euro per la cultura in Campania e da queste parti arrivano solo 510 mila euro per il Teatro Carlo Gesualdo, niente per le aree archeologiche come il parco di Aeclanum o quello di Avella, o quello di Conza.

Bisognerebbe farsi venire il dubbio di essere ignorati quando si finanzia il turismo religioso per 4 milioni di euro e noi siamo rappresentati esclusivamente dal Santuario di Montevergine a cui sono andati quasi 200mila euro.

Quando si parla di offrire servizi – come nel Progetto Pilota – mentre siamo senza lavoro, senza nuove economie, con un trend demografico sempre negativo e senza sviluppo. Risentitevi quando a nessuno viene in mente di regalare a questo territorio uno slancio, un sogno, con una candidatura materiale o immateriale a Patrimonio Mondiale dell’Umanità – noi anni fa lanciammo la proposta della Mefite – o, più in piccolo, quando nessun amministratore pensa alle bandiere arancioni del Touring Club (ad oggi è Zungoli l’unico paese riconosciuto) o alle Spighe Verdi della ruralità e dell’agricoltura. Per non parlare delle mappe dei Cammini d’Italia che ci vedono totalmente assenti.

Quando il dito indica la luna, lo stolto guarda il dito, recita un antico adagio cinese. E così è stato per questa non mappa turistica della Regione Campania: ancora una volta abbiamo mancato l’occasione dell’ampiezza, per soffermarci su ciò che è immediato, perché riflettendoci l’argomento non avrebbe meritato nemmeno tanta attenzione – essendo circoscritto – eppure l’enfasi con cui è stato costruito e mostrato ha fatto si che perdessimo di vista le cose importanti. Ma la crescita turistica non concede scorciatoie, inutile anche ragionare se poi non riusciamo a farci comprendere.

Maria Fioretti (Orticalab.it)

fonte Orticalab.it
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