Laceno, l’estate della grande fuga dall’altopiano

Il Mattino

Mancanza di guardia medica durante la settimana, cani e mucche lasciati liberi: “passeggiate impossibili”.


L’altopiano del Laceno perde turisti, una vera e propria fuga legata alla carenza di servizi e di una mancata vera e propria politica di valorizzazione locale (assenza di qualsiasi struttura per lo svago, l’ancora inspiegabile chiusura degli impianti di risalita). Di persona in persona lo sfogo dei singoli ospiti si è rapidamente trasformato in un” fujtevenne da Laceno” dove quest’anno con i disservizi si è raggiunto il top. Cosi, i timori di inizio estate sono stati confermati dal bilancio di settembre. E a pesare sui giudizi assolutamente negativa c’è “l’assoluta mancanza di assistenza sanitaria”, come spiega la settantaduenne Nivia Zucca, frequentatrice assidua del Laceno che quest’anno ha vissuto un vero e proprio calvario. “L’anno prossimo – dice – sceglierò un’altra località, informandomi che sia amministrata da gente competente e rispettosa dei propri ospiti”.

La signora 72 anni, colpita da una colica addominale durante la notte ha dovuto attenere l’alba, per chiedere soccorso a un’amica che l’ha accompagnata alla postazione sanitaria di Montella. Un viaggio che è stato un incubo.

“Era impossibile chiedere aiuto con un cellulare -racconta la malcapitata- perché penso sia l’unica montagna italiana che non ha una ricezione adeguata. Per tutta la notte mio marito ha provato inutilmente ad allertare il 118. Purtroppo sull’altopiano nel mese di agosto, nonostante la presenza di molti bambini e di tanti ospiti anziani non esiste una guardia medica (funziona solo il sabato e la domenica dalle (1 alle 18). Com’è possibile che l’Asl di Avellino e il comune di Bagnoli Irpino non si interessano di una cosa tanto importante?

Assistenza sanitaria carente a tutti gli effetti, con la minima eccezione del medico che il sabato e la domenica per sei ore è a disposizione di chi soggiorna temporaneamente a Laceno. “Non sono stata l’unica –ricorda la signora Nivia Zucca- ad avere grosse difficoltà. Molte persone si sono dovute recare a trenta chilometri di distanza per essere curate. È incredibile che neanche nel comune di Bagnoli che dista circa dieci chilometri ci sia una postazione del 118 o di guardia medica notturna: gli abitanti di quel comune di circa tremila abitanti devono recarsi a Montella per un pronto soccorso. Mi sembra assurda una cosa del genere nel 2018”.

Antonio Galeota, rappresentante salernitano che da anni trascorre le vacanze a Laceno non risparmia critiche all’amministrazione cittadini ed ai residenti. “Penso che i bagnolesi stanno tutti bene dal punto di vista economico, qui la situazione di anno in anno peggiora sempre di più, ho l’impressione che per loro i turisti sono ospiti indesiderati. Come si fa a non sfruttare un posto con una natura incontaminata, un territorio che ha grandi potenzialità per creare e produrre lavoro senza sfruttarlo? Forse per loro è meglio fare i camerieri o svolgere altre attività in Germania o in alta Italia. Gli operatori che hanno attività sull’altopiano sono una decina ma divisi in tutto. Molti di loro sono interessati ad ottenere piccoli favori dall’amministrazione comunale, un posto per parcheggiare una bicicletta in più, una postazione per vendere origano o altre cose. Mi sembra un comportamento incredibile ed addirittura autolesionistico”.

Alle critiche si unisce con accanimento Giuseppe Canè, un commercialista napoletano che difficilmente tornerà a Laceno. “Volevo trascorrere una settimana di relax, vengo al Laceno –ricorda Canè- nonostante la mancanza di qualsiasi struttura o organizzazione per lo svago dei bambini e di noi genitori. Pensavo mi bastasse fare una passeggiata per godere dell’aria salubre e del paesaggio, ma quest’anno neanche quello è stato possibile. Non si può camminare con le mucche lasciate libere di pascolare e defecare anche nel condominio dove ero ospite, o uscire con mute di cani enormi che ti gironzolavano attorno, pericolosi per noi e i bambini. Un giorno mentre camminavo con un amico che aveva il cane a guinzaglio un barboncino ci siamo visti aggredire da cinque cani randagi che abbiamo evitato solo rientrando rapidamente in casa”.

Il Mattino 


LA FOTO

La pagina de Il Mattino del 10.9.2018

 

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