Laceno, rebus seggiovie ed economia in ginocchio

Il Quotidiano del Sud

Bagnoli. sull’Altopiano attività commerciali sempre più in difficoltà.


“L’economia del Laceno è sempre più alla canna del gas”. È il grido di dolore lanciato dal vicesindaco di Bagnoli Irpino, Rino Ferrante, che in un’intervista rilasciata all’emittente Irpinia TV ha fatto il punto sulla complessa situazione relativa alle seggiovie dell’Altopiano. Gli impianti di risalita. È storia ormai nota, sono fermi da diversi anni: prima la querelle fra il concessionario ed il Comune bagnolese, poi il recupero della disponibilità delle strutture da parte dell’Ente in seguito alla sentenza favorevole del Tar di Salerno ed, infine la recente approvazione del maxi-progetto da 22 milioni di euro per la ristrutturazione delle seggiovie. Tutto, però, resta congelato in attesa del finanziamento regionale che dovrebbe destinare le risorse necessarie comprese nell’ambito del Progetto Pilota.

“L’amministrazione ha fatto tutto il possibile- ribadisce Ferrante ai microfoni della TV irpina. Abbiamo, infatti, approvato il progetto che riguarda la sostituzione degli impianti preesistenti ed indetto la conferenza dei servizi per avere tutte le autorizzazioni necessarie. Ora tutto dipende dagli organi regionali o nazionali”. E sui fondi Ferrante sottolinea: “Non ho dubbi sull’impiego e sull’attenzione profusa dalla Regione nei confronti del Laceno. Tuttavia non ho ben capito se ci sono e dove sono realmente i fondi”.

Intanto, gli impianti restano chiusi e lo saranno ancora a data da destinarsi. Quel che più preoccupa, soprattutto, è la condizione dell’economia delle attività commerciali dell’Altopiano, d sempre legate al turismo del Laceno e alle seggiovie.

L’indotto generato dagli impianti resta fermo ed il futuro dell’intera zona è sempre più a rischio. Nelle scorse settimane, infatti erano stati proprio i commercianti del Consorzio Turistico “Bagnoli-Laceno” a lanciare l’allarme: “negli ultimi mesi il nostro territorio sta attraversando una delle peggiori crisi economiche mai viste, dovute ad un vero e proprio crollo del turismo e alle problematiche del settore castanicolo”, aveva evidenziato in un manifesto diffuso sul web.

“Le problematiche sono causate da diversi fattori. Chiediamo l’aiuto di tutta la cittadinanza, di tutti gli operatori, di tutti gli amministratori di chiunque possa darci una mano. Spendiamo in casa- affermava il Consorzio- perché in un paese il maggiore peso fiscale lo esercitano le partite Iva. Meno partite Iva, meno introiti per il Comune, meno servizi per tutti”.

Il Quotidiano del Sud

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