L’agonia della scuola in Campania (e non solo)

di Luciano Arciuolo

E’ appena iniziato un nuovo anno scolastico. Stavolta, sull’onda emotiva dovuta al crollo del ponte Morandi a Genova, siamo partiti con la psicosi (pienamente giustificata, sia chiaro) della sicurezza degli edifici scolastici, che, soprattutto dalle nostre parti, troppo spesso sono vecchi, non sicuri, al limite della agibilità, non sempre adeguatamente protetti dai pericolo dei terremoto. L’Italia è così; il mondo contemporaneo è così. Le emergenze sono fatte (e disfatte) dalla TV e dai social media. Vedrete: tra qualche settimana, di scuole insicure non parlerà più nessuno, almeno fino al prossimo crollo, senza che il problema sia stato nemmeno affrontato.

Ma non è la sicurezza l’unica emergenza della Scuola italiana. Questa è, infatti, soprattutto nel Meridione d’Italia, a rischio desertificazione. Solo quest’anno gli istituti scolastici della Campania, ad esempio, hanno perso quasi sedicimila iscritti. In tre anni la perdita è stata di quasi 42 mila unità, di 70 mila negli ultimi 5 anni, essendo gli studenti passati da quasi 950 mila dell’anno scolastico 2013/2014 ai soli 880 mila dell’anno scolastico 2018/2019. E questo nonostante la nostra regione sia la più “giovane” d’Italia, considerato che l’età media dei campani è di soli 42 anni, contro i 46 delle Marche e del Molise, i 48 della Liguria.

Non solo: il calo maggiore si ha nella Scuola Primaria (la ex Scuola Elementare), dove il numero delle iscrizioni, negli ultimi anni, è sceso del 20%.

Questo significa non solo aule sempre più drammaticamente vuote, ma anche meno posti per tutti i lavoratori della Scuola.

Significa, infine, che questo calo drammatico è destinato a ripercuotersi, nei prossimi anni, anche nelle Secondarie di Primo e Secondo Grado.

E, ancora, la discesa repentina delle iscrizioni si somma ad un altro fenomeno per alcuni aspetti anche più grave, e del quale parleremo in un’altra occasione: decine di migliaia di alunni abbandonano la scuola dell’obbligo per non fare mai più ritorno tra i banchi.

Consola poco il fatto che, in effetti, è la popolazione scolastica dell’intera nazione a diminuire: in dieci anni abbiamo perso circa un milione di alunni, passati dai 9 agli 8 milioni.

Nella nostra regione la diminuzione è più accentuata perché, al calo delle nascite che è ormai fenomeno generalizzato, si aggiunge la mancata compensazione delle famiglie di immigrati che, in altre zone del paese, e soprattutto nel Nord Italia, fanno sì che i dati non siano altrettanto drammatici. E questa non è un’opinione personale.

“Si tratta di cali fisiologici che da noi si sentono maggiormente perché, oltre alle poche nascite, non c’è compensazione con figli di immigrati. E continuerà così, con 10-15 mila studenti in meno ogni anno.”. Lo ha detto la Direttrice dell’Ufficio Scolastico Regionale per la Campania, dr. ssa Luisa Franzese.

Meditino, le menti illuminate.

Ammesso che ce ne siano ancora, in questo nostro Belpaese.

Luciano Arciuolo (Il Quotidiano del Sud del 28.9.2018)

fonte Il Quotidiano del Sud
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