L’Irpinia non è Napoli, ma è proprio a Napoli che dovrebbe esistere

Maria Fioretti (Orticalab.it)

La città partenopea per il fine settimana di Ognissanti ha raggiunto il suo record, superando il 90% di occupazione camere: siamo sicuri di poter continuare ad ignorare quello che accade a 50 chilometri da noi e proseguire in solitaria su questa – non – strada dello sviluppo turistico? O possiamo provare ad essere lì dove si muovono i grandi flussi per raccontare un altro Sud e offrire una nuova idea di viaggio?

Turismo da record a Napoli nel week end di Ognissanti. Una felice consuetudine che si ripete ancora. Superato il 90% di occupazione camere (89% 1 novembre, 92% il 2) per un fine settimana lungo. Molti turisti hanno, infatti, scelto di rimanere in città per tre notti, sfruttando il calendario favorevole.

Lo riporta NapoliToday, la città partenopea è sold out per questo lungo ponte. Il che ci offre un grande spunto. Fermi tutti: sappiamo bene che l’Irpinia non è Napoli, il paragone non solo non può essere azzardato, non esiste proprio. E siamo anche perfettamente consapevoli del fatto che i flussi turistici non si spostano, si generano. Eppure non possiamo fare a meno di pensare che questa terra dovrebbe esistere in qualche modo negli hub di arrivo e partenza dei turisti: aeroporto, stazione, Metropark.

Ci torna in mente l’iniziativa di Zembalo, il Bed&Breakfast di Gesualdo che ha realizzato la prima brochure di attività ed esperienze tutte da vivere in provincia di Avellino, si chiama “Italian Experiences” ed è il modo in cui questa piccola struttura ricettiva, insieme ad eiTRAVEL – la start-up impegnata nel settore dei viaggi formativi, nata nel 2015 dall’idea di giovani viaggiatori irpini – prova a rispondere alla frequentissima domanda: che cosa vengono a fare le persone in Irpinia? Un’offerta dedicata all’estate 2020 che si apre con ambizione all’estero. Ecco l’esempio, che prova a comunicare un’altra possibilità di viaggio, un altro Sud da visitare e da scoprire, quello interno, il nostro, che somiglia molto alla montagna del Cilento. Ma questa brochure, come tutte le altre iniziative di valore devono essere viste e conosciute, avere la possibilità di entrare nei canali ufficiali, essere divulgate online e offline.

Non è facile, certo. La nostra provincia è priva di collegamenti ferroviari, ha Napoli come aeroporto più vicino ma bisogna già essere fortunati a trovare il bus verso Avellino all’uscita dell’aeroporto, dopodiché dal Capolugo è proprio una scommessa arrivare ad un mezzo di trasporto. Mulattiere e mancanza di segnaletica ci caratterizzano. E in auto il tempo si dilaterebbe ancora di più. Qualcosa però è cambiato nei trend e nelle ricerche dei turisti, ce lo ha insegnato il Festival delle Città Narranti e ce lo ha confermato l’esperienza di Andrés Neumann: la lontananza è fascino, la difficoltà è avventura, l’esperienza è anche perdersi.

Il turismo rurale si sta affermando, come la ricerca dell’unicità, la richiesta è quella di vivere local, di diventare cittadini temporanei di un luogo, godere la quotidianità, imparare le ricette tradizionali, visitare vigne e orti, godere di un tasting tour tra vino e cibo. L’Irpinia si dimostrerebbe perfetta per questo tipo di tendenza, solo che ha bisogno di migliorare i suoi servizi sull’accoglienza, adeguandosi alle esigenze dei viaggiatori, rendendo la visita piacevole e organizzata.

Siamo sicuri di poter continuare ad ignorare quello che accade a cinquanta chilometri da noi e proseguire in solitaria su questa – non – strada dello sviluppo turistico? Chi vuole andare a Napoli, andrà comunque a Napoli, ma si potrebbe magari immaginare di indicare a visitatori e turisti un’altra meta da conoscere? Su questo bisognerebbe mettersi a lavoro con una certa urgenza.

E’ a Napoli che si intercettano i grandi flussi turistici, quelli che potrebbero far vivere nella quotidianità la proposta di promozione territoriale, è a Napoli che dovrebbero essere presenti gli enti per il turismo, la Camera di Commercio, è a partire da Napoli che bisognerebbe mettersi in rete con le agenzie nazionali e internazionali e iniziare a far entrare l’Irpinia nei percorsi turistici. Imporsi, con il marketing e la comunicazione, serio e fatto bene, cucito su misura. No, i cartelloni pubblicitari non bastano.

I napoletani ci conoscono già, quasi solo per le sagre e le Pasquette, raccontiamoci in una forma nuova, proviamo ad ispirare, coltiviamolo questo terreno e qualcosa crescerà.

Maria Fioretti (Orticalab.it)

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