Ruspante … quanto ci manchi

In ricordo di Giuseppe Pallante (di Nello Memoli)

Alcune sere fa parlando con Luciano mi ha detto che non aveva mai conosciuto uno più sfortunato di te.

Io che non credo alla fortuna guardo con interesse a quanto ha detto, un pò di tempo fa, un famoso fisico statunitense, Michio Kaku, nel confermare l’esistenza di Dio.  Secondo l’illustre scienziato il caso non esiste e tutti noi viviamo in un mondo fatto di regole create da un’intelligenza in un mondo alla “Matrix” e Dio è un gran matematico.

Allora io che sono un credente mi piace pensare ad un Dio Matematico che non può sbagliare e che per il nostro ha avuto già pronta una bella compensazione, un contrappasso al contrario.

L’undici gennaio avresti compiuto 60 anni, sei ancora giovane. Quanto sei stato ingombrante tanto ci manchi. Mi ricordo il mio primo volo in aereo, anno 1981, ad Amsterdam. Hai fatto tutto tu: due imbranati di montagna in una grande città straniera. L’alcol, il fumo, le donne tutto in una volta ….che ardire.

Pettegolo e sfrontato, con un carattere spigoloso, ti impacciavi di tutto con la delicatezza di un bambino impudente.

Ma quanto ci manchi, quanto mi manchi.

Spensierato come un chierichetto all’altare mi portasti a comprare “il fumo” alle spalle di Dante, in un vicolo tetro di una città smisurata, pazzesca e sfacciata come te. Io manco fumavo ……, che ci dovevo fare. Tra i camerieri eri un professionista, sempre misurato, gentile e autorevole a tavola; cordiale e affabile con la cucina. Ti facevi chiamare Pinuccio, in tanti ti conoscevano da anni, da quando lavoravi da Emilio. Si quell’Emilio che era un tuo cruccio, prima o poi dicevi, qualcosa me la deve trovare. Volevi un lavoro definitivo, un lavoro compiuto, un lavoro vero.

Quando fosti assunto eravamo tutti contenti senza capire che ti avremmo perso: un lavoro, una grande città, un grande amore, ………un’altra vita .

Permaloso, interista e, a volte, irritante avevi un pronto giudizio su tutto e su tutti. Mi hai istruito ad ascoltare Guccini e Lolli e ad amare Neil Young: ho ancora bene impresso il sole rosso sulla copertina di “Harvest”.

Che rompiscatole che eri … ma quanto ci manchi.

Nello Memoli

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