Un paese di cuccagna: Bagnoli Irpino

di Antonio Camuso

Lettere… ingiallite ma sempre attuali… dalla Irpinia verde.


Premessa.

E’ la stessa sorpresa del ritrovamento di un messaggio in una bottiglia, giuntaci sulla spiaggia da mari lontani, con la quale scopro tra le pagine di una copia della Gazzetta delle Puglie di quasi un secolo fa, dei poetici ed entusiastici appunti di viaggio di uno storico  giornalista-poeta pugliese: Domenico Maselli.

E’ un vero e proprio depliant d’epoca di promozione turistica, ( di cui riporto ampi stralci  per il giornale Fuori della Rete)  in cui si invita vibrantemente i pugliesi e gli italiani tutti,  ad abbandonare l’idea di villeggiare presso lontane mete alpine  per scoprire altrettante  vicine mete turistiche ove ritemprare il corpo e lo spirito.  Domenico Maselli, ben 92 anni fa, compie un viaggio-pellegrinaggio nella nostra Irpinia, passando per Nusco alla ricerca di chi ospitò il grande musiscista pugliese di origine fiammighe Niccolò Wan Vesterehout . Un articolo in cui Bagnoli è definita il “paese della cuccagna”  esaltando le bellezze paesaggistiche, le opere d’arte contenute in chiese e municipio, i suoi abitanti e l’amministrazione delle terre demaniali  e naturalmente la bellezza dell’altopiano del Laceno.

Un’immagine di Bagnoli apparentemente discordante  con i miei articoli apparsi quest’anno su Fuori della rete che, analizzando le cronache dei  registri di classe degli anni ’20 e 30, dimostravano come la povertà e le disagiate condizioni familiari di gran parte della popolazione facevano sì che esso fosse un luogo dove l’infanzia dei bambini fosse negata.  Ma forse tra le righe,vista la censura di regime imperante all’epoca, l’attento  giornalista pugliese, spinto dal voler risollevare economicamente  le sorti dei bagnolesi, in maniera oculata ed acuta volle scrivere questo bellissimo appello per fare di Bagnoli una importante meta turistica.


La  Gazzetta  di Puglia (Corriere delle Puglie) 11 agosto 1926  (Archivio Storico Benedetto Petrone- fondo Antonio Camuso – Montella.)

di Domenico Maselli

Zerowatt, Lucerna, Saint-Moritz, ecco le stazioni alpine verso cui si dirige con snobistica posa la folla cosmopolita di cercatori di aria pura  e cristallina…. che non conoscono le singolari e profumate zone montuose della lor terra… Se invece che qui nella Irpinia…,i  laghi e  le montagne che vado ammirando da qualche giorno, fossero nel Nord… una folla se non Internazionale, indubbiamente italiana, accorrerebbe in tutte lo stagioni dell’anno a chieder ad esse ristoro

Ma si è qui, a pochissime ore da Bari e daNapoli, e tante bellezze sono ancora sconosciute ai meridionali i quali continuano ad accorrere alle stazioni climatiche d’Italia, e dell’Estero… Oggi, salendo con pochi amici innamorati del Mezzogiorno italico fresco di verde e risonante di acque, queste … amare riflessioni son fiorite spontanee nell’anima mia.

Ma  …poi mi son lasciato prendere interamente dalla delicata carezza del paesaggio
spelendente  qui di tutti i doni del Signore ,  e preso dalla voglia di far partecipare agli altri, …che possono rifare la mia strada…

Tesori ignorati.. prodigi di luce e di colore; vegetazione orgiastica e profumata che la mia ansia di poeta ha ancora scoperta ; altezze vertiginose  che s’illuminano all’alba in tenui toni dorati e s’incupiscono a sera in tinte verdescuro… tutti e  tutte, insieme, io voglio rivelarvi alla mia  gente lontana perchè possa qui accorrere in sereno pellegrinaggio… Si giunge qui a Bagnoli per diverse vie , ma tutte sorrise dalla stessa frescura…Vi si può giungere anche con la ferrovia che sale lentamente fino ad un chilometro dall’abitato.

Il treno sosta in una graziosa stazioncina della Rocchetta_Avellino, dopo aver lambito
– in una curva  immensa – tutto l’ampio anfiteatro dell’alta valle  del Calore,poi scalvalca la sella di Nusco e si precipita velocemente  nella valle dell’Ofanto.

Per venire qui da Caposele , ho rifatto la strada di Lioni , ed invece di scendere al Ponte dell’Eremita (Ponte Romito), son salito fino a Nusco ove mi son fermato ad ammirare il meraviglioso pulpito in legno, scolpito nel 700 dallo scultore venuto da Bagnoli e conservato nellla chiesa matrice del paese ho invano  cercato quel signor La Vecchia che ospitò in una estate lontana il nostro grande Wan Vesterehout , e poi son passato quassù a 600 metri
sul livello del mare per una strada  incantevole,  attraversata da  vallette sonore,affacciate  sul Calore.

Bagnoli si presenta linda e  colma di grazia all’occhio del visitatore. Si adagia mollemente nei folto verde dei pascoli che scendono lungo il pendio della montagna, e domima la valle con la biancheza delle sue case pulite

L’immensa conca verdeggia in basso, calda, tenera e morbida come un tappeto: in lontanananza rosseggiano i tetti di Montella e di Cassano soffocate da boschi di noci e di nocelle; più in qua, e verso la piana, il vetusto convento di Folloni circonfuso di edera e lungo  le coste dei Terminio e dei monti Acelici misteriose foreste raccolte e tranquille.

Allo splendore del paesaggio non è la sola attrattiva di Bagnoli: vi ricordate di quel paese boccaccesco  posto nella terra di Bengodi…”. nella quale si legavano le vigne con le salsicce e si aveva un oca con un denario ed un papero in aggiunta et eravi  una «montagna  tutta di formaggio parmigiano grattuggiato sopra la quale stavan genti che niuna altra cosa facevano che far maccheroni o ravioli  e cuocerli in brodo di capponi?”…

Ebbene Bagnoli, se non ha la montagna di cacio ed i legacci commestibili è pur sempre una beata terra di cuccagna.

L’avv. Tommaso Frasca, il podestà del paese, esuberante e cordiale come tutta la
gente d’Irpinia vi dirà infatti che il Comune possiede  ricchezze infinite di boschi e di terreni sull’altipiano di Laceno che i suoi amministrati non pagano tasse ed hanno l’illuminazione elettrica a buon mercato. E vi comunicherà una deliberazione comunale confortata dall’ approvazione dell’autorità tutoria: quella di concedere gratuitamente a chi ne faccia richiesta. il suolo  per costruirsi un villino e il legname per la costruzione.

Egli vi accompagnerà  a visitare le sale del Municipio ove son custodite le patrie memorie… Vi  sono infatti molti quadri del famoso pittore bagnolese Lenzi  e del professor Achille Martelli nativo di Catanzaro e bagnolese di adozione.; e sono posti in evidenza molti documenti a testimonianza della partecipazione dei bagnolesi ai moti e alle guerre per il risorgimento nazionale  E conoscerete le ragioni per cui in questo paese il culto del bello è assai longevo e si manifesta attraverso opere d’arte che impressionano per la loro perfetta esecuzione. La cittadina che il poeta bagnolese Giano Olisio chiamò “domus deorum” fu acquistata nel 1445 dal capitano Curzio Cavaniglia, oriundo spagnolo  e servo fedele di Alfonso 1d’Aragona sotto le cui insegne combattette ad Otranto contro i Turchi.

Nei 1500 questa terra fu l’asilo prediletto di letterati e di artisti che lasciarono nelle
chiese le tracce della loro valentia.…Qui Andrea da Salerno dipinse la tavola rappresentante l’Assunta che si conserva nel Museo di Napoli …

Qui Marco Pino da Siena dipinse, nel 1576, la grande tavola roppresentante la Madonna del Rosario che si conserva nella chiesa cinquecentesca di San  Domenico. 1l quadro è dipinto con prodigiosa vivacità di colori, con sicurezza di  disegno e con calde tonalità luminose. Qui invece si conserva un vero e proprio capolavoro del XVII  Secolo: un coro  in noce che impressiona  per il fasto degli Intagli, per l’armonia delle decorazioni, per la purezza dello stile. Pare un’opera classica del 500 ed e invece opera di umili e pazienti artieri locali i quali invece  colpiti nel 1657 dalla peste, lasciarono il maggior numero dello figure appena sbozzate.

Nelle colonnine …sono rappresentati i più noti episodi del Vecchio Testamento e, nelle testiere i fatti della vita di Gesù Cristo…

Ogni bracciuolo ogni maschera decorativa, ogni fregio fa apparire l’opera una fantasiosa concezione intessuta di bellezza.

Il giovano arciprete del paese è giustamente orgoglioso del tesoro d’arte che si conserva nella sua chiesa Colleggiata …e dopo la visita alla chieda che custodisce altre numerose opere, non vi parrà di essere saliti invano sin quassù giacchè avrete ritemprato il vostro corpo nello purità dell’aria montanina, ed avrete conosciuto eccelse opere d’arte …E raccoglierete le vostre impressioni sedendo  all’ombra del carpino secolare e ferrigno cho ha posto le sue radici possenti nel bel mezzo di una muraglia antica ed accarezza con la blandizie delle sue ombre verdognolo, le brune capigliature delle donne incedenti verso la fontana del Gavitone.

Vi ricorderete allora quella novella di Goethe in cui si descrive un castello irreale ed un albero robusto e fronzuto sorto come per incanto In una sala del maniero; fra le decorazioni fastose delle pareti o della volta e penserete che questo cielo cobaltino e queste case da bambola facenti corona al carpine invadente valgono assai più degli affreschi policromi dei più grande maestro del pennello..

E il ricordo di tante visioni di bellezza vi trascinerà  inconsapevolmente. a tessere l’elogio  di questa terra benedetta ..Nel pomeriggio poi scavalcherete la cerchia montana passando per il valico che è sopra Bagnoli  e andrete a godervi il soffice verde della conca del Laceno prima che il sole si nasconda dietro le foreste di pini e di faggi e faccia piangere di sconsolata nostalgia i campani delle mucche ferme nella prateria.

Antonio Camuso

(da Fuori dalla Rete, Settembre 2018, anno XII, n. 5)


LA GAZZETTA DI PUGLIA (1926)

fonte Fuori dalla Rete, Settembre 2018, anno XII, n. 5
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