Ad un albero di cedro

di Salvatore Pescatori

Ad un albero di cedro

 *****

Di fronte al mio balcone

dove, immerso nei ricorsi del

passato,

trascorro le mie ultime ore

dritto si innalza un cedro.

E sale, e sale…

Dove vuoi arrivare, povera

creatura?

Fidi forse nel tuo fogliame

sempre verde

-il verde de la speranza-

che io pure avevo ed ora non ho più,

o forse nella tua baldanzosa

giovane trilustre?

Ma non vedi che esile è il tuo

 tronco

pur se ha vinto nella sua audacia

l’alto tetto vicino?

E corri verso il cielo con la tua punta

che pare voglia squarciarlo:

vuoi forse scrutare  i misteri

del firmamento

o sfidare come Lucifero

la potenza Divina?

< vano error ti lusinga>

Tu pur cadrai

come ogni cosa mortale,

e sola rimarrà -eterna-

la presenza di Dio.

Non vedi a te d’intorno la flora

già tanto rigogliosa

dal lacrimoso inverno distrutta?

Tu pur cadrai!

Perché ti sforzi a salire

verso il Cielo

che non violerai,

giammai?…

 *

Salvatore Pescatori

(da Fuori dalla Rete, Maggio 2020, anno XIV, n. 2)

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