“Autonomia differenziata delle Regioni!” LA FIERA DEGLI EGOISMI

di Gino Di Capua

Dalla “secessione della Padania” di Bossi, alla “autonomia differenziata delle regioni” di Salvini, il passo è breve.

Questa Lega, la Lega di Salvini è cambiata solo nelle sue ambizioni, ma resta nel suo pieno convincimento politico ancora e soprattutto Lega Nord.

Solo l’ambiguità di questo personaggio, il cazzaro verde, dietro i suoi sorrisi da selfie, con la sua vecchia politica stracciona, poteva mettere in discussione, con le proposte sulle “autonomie regionali differenziate”, il Sistema Scolastico Nazionale, il Servizio Sanitario Nazionale e l’inserimento delle GABBIE SALARIALI, cioè: salari differenziati per regioni.

Alzare gli stipendi al Nord servirebbe solo ad acuire ancor di più le disuguaglianze già esistenti fra nord e sud, con il rischio di un processo di disgregazione del Paese.
Questo è il limite del nostro cazzaro: le sue ambizioni superano di gran lunga le sue qualità.

I salari, al contrario di ciò che afferma il capo della Lega (nord) andrebbero uniformati in tutta la penisola.

È vero che vivere al NORD, oggi, costa di più che vivere al SUD, proprio per il divario di stipendi che già c’è tra nord e sud e il “mercato” ne approfitta modulando i prezzi proprio sul costo della vita e sul potere di spesa delle persone.

Livellare gli stipendi tra nord e sud equivarrebbe a livellare lo stesso mercato nazionale, e redistribuire il potere d’acquisto equamente.

Avere lo stesso salario in una regione nella quale il costo della vita è inferiore, è un incentivo per andare a lavorare in quella regione.

Viceversa, se togliamo questo incentivo, il sud vedrà aumentare lo spopolamento e la migrazione della forza lavoro, soprattutto quella qualificata, verso il nord, impoverendo sempre di più il nostro meridione.

Si chiama “autonomia differenziata della scuola.”

Sulla scuola lo spiega bene l’economista Bordignon: “c’è un aspetto particolarmente odioso, che merita di essere segnalato. Sia pure gradualmente nel Lombardo Veneto gli insegnanti diventerebbero dipendenti regionali, iscritti a un ruolo regionale. Ne segue che chi ha vinto un concorso nazionale, ma non regionale, non potrà più concorrere, a una cattedra nel Lombardo-Veneto. Quindi nelle scuole venete o lombarde insegneranno solo i veneti o i lombardi: perché mai questo vincolo dovrebbe migliorare la qualità delle scuole?” È una domanda da rivolgere a Salvini.

Si chiama “autonomia differenziata sanitaria”.
E secondo medici e sindacati rischia di rappresentare la “pietra tombale” del Servizio Sanitario Nazionale come oggi lo conosciamo.

Gli allarmi non si placano in merito alle trasformazioni prospettate per la Sanità.
Le tre regioni capofila chiedono autonomia non solo in materia di spesa, ma anche di prestazioni, specializzazioni e formazione medica.

Il Sindacato medici italiani sostiene che così facendo il Servizio Sanitario Nazionale abbandonerà il suo carattere omogeneo, trasformandosi in una “somma di servizi sanitari regionali”.

Si chiama “autonomia differenziata delle regioni”, ma io la chiamerei: “rinuncia alla nostra identità comune”.

“L’autonomia è nel contratto e si farà”
ribadisce Di Maio, “ma sarà un’autonomia per tutti gli italiani, equilibrata e giusta.
Di spaccare il Paese in due e lasciare il Centro-Sud isolato non se ne parla.
Insomma, facciamo le cose fatte bene e il MoVimento 5 Stelle ne è il garante”.

Speriamo… Salvaguardiamo la nostra identità comune, ne va di mezzo l’avvenire dei nostri figli.

Gino Di Capua

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