Bagnoli e la nevicata del 2012

L'approfondimento meteo (di Michele Gatta)

2° conferenza meteo – climatica domenica 11 novembre

Di seguito pubblichiamo l’intervento di Michele Gatta in occasione della Conferenza Meteoclimatica “Uno sguardo al cielo con un occhio al futuro”.


Il mio intervento è rivolto a esaminare un episodio invernale particolarmente importante che ha interessato il nostro paese: “ Febbraio 2012”.

In premessa c’è da sottolineare che eventi storici invernali sono spesse volte favoriti da situazioni meteo-climatiche che si affermano diversi mesi prima.

Nel caso preso in esame cosa notiamo?

Dalle mappe stratosferiche vediamo all’interno del Vortice Polare, una grande massa depressionaria che agisce sul polo, valori di temperature particolarmente fredde e  al di sotto della norma. Una situazione che va un pò in contrasto con la teoria del Global Warming (riscaldamento globale). Sebbene tale riscaldamento è riferito alle quote troposferiche( temperature rilevate dal suolo fino a 12km di altezza mentre la stratosfera arriva fino ai 30 km).

Più forte è la struttura del freddo alle quote stratosferiche più si può verificare un evento storico invernale. Poi c’è d’aggiungere che con l’avanzare della stagione, le giornate si allungano e le maggiori ore solari iniziano a riscaldare la struttura stratosferica. A questo va aggiunto che i flussi di calore, che partono dalle latitudini sub-tropicali, si fanno più invadenti andando a disturbare il VP frantumando lo stesso in vari lobi(pezzi).

In questo caso il gelo, che da diversi mesi è andato sempre più crescendo, viene catapultato verso le zone meridionali dell’Europa.

Le stesse zone che precedentemente erano state interessate da flussi zonali miti, all’improvviso entrano in una fase particolarmente fredda se non gelida.

Proprio quello che è successo all’Italia alla fine del mese di gennaio 2012.

Dalla prima mappa possiamo vedere quello appena spiegato.

Grazie alla formazione dell’anticiclone termico Russo-Siberiano, l’Europa è stata invasa da correnti gelide provenienti dalle lontane steppe sarmatiche. Un lungo “fiume” di aria gelida, che interagendo con le acque più calde del mediterraneo, ha creato le condizioni per nevicate copiose, che inizialmente hanno interessato il nord-Italia, per poi trasferirsi, dai primi giorni di febbraio, al centro-sud.

In questo caso le regioni del nord, dove si sono avute le temperature più rigide, sono entrate in una fase di variabilità con solo occasionali nevicate verificatesi sulle regioni più occidentali. L’episodio nevoso al nord-Italia è stato alquanto fugace e ciò è dipeso dalle correnti gelide che nel suddetto territorio, non avendo apporti di umidità in quota,  sono risultate secche.

La successiva immagine riferita a venerdì 10 febbraio ci mostra, ancor di più, come le regioni centro-meridionali sono state interessate da ulteriori apporti nevosi. In questo caso con temperature che progressivamente  sono diminuite.

Guardando la mappe delle termiche a 850 hp( quota di riferimento fra i 1400-1500 metri sul livello del mare) si nota il “nocciolo” gelido sull’Europa orientale con termiche fra i – 20° e i – 24°.

Temperature decisamente fredde anche sull’Italia centro-settentrionale con valori fra i – 6° e i – 12° leggermente meno fredde sulle regioni meridionali( dai -2° della Sicilia ai -4° della Campania)

Facendo riferimento alla mappa che ci segnala il moto delle correnti in quota(Jet-Stream) notiamo come un flusso di calore si porta verso le regioni nord-orientali dell’Europa e di conseguenza una risposta fredda-gelida da nord-est si sposta verso sud-ovest andando a creare un contrasto con zone più calde mediterranee. Da qui partono flussi di correnti umide verso le regioni centro-meridionali del nostro paese, che andando a scorrere su aria fredda al suolo, hanno determinato persistenti nevicate che alla fine dell’episodio(12 febbraio) ha portato a Bagnoli Irpino uno spessore complessivo di circa 170 cm. di neve misurate ad ogni intervallo fra una nevicata e l’altra.

Volendo paragonare il periodo invernale, che oggi abbiamo illustrato, ad un altrettanto evento “storico” ritengo che il febbraio 1956 ebbe una caratterizzazione simile, sebbene più nevoso e freddo. Per di più la durata complessiva della fase invernale allora fu di tre settimane, quindi una decina di giorni in più. Un’altra differenza fra i due eventi l’ha fatta la pioggia. Nel 1956 si verificarono delle brevi parentesi piovose. Il febbraio 2012 l’episodio si caratterizzò esclusivamente con precipitazioni nevose.

Quindi il febbraio 1956 resterà nella storia di Bagnoli come il periodo più freddo e con coltre nevosa complessiva mai più raggiunta nei decenni successivi.

Per completare il mio intervento voglio brevemente parlarvi della nevicata storica che a Bagnoli Irpino si verificò all’inizio del dicembre del 1973.

In pratica avemmo una copiosa e duratura nevicata che iniziò intorno alle ore 12 di domenica 1 dicembre per terminare alle 6 del mattino di martedì 3 dicembre. In pratica nevicò senza pause per circa 42 ore.

Alla fine dell’episodio si misuravano 140 cm. di neve sulla parte alta del paese. Mai a memoria ricordo una nevicata così continua e consistente. Nemmeno nel 2012 e nel 1956.

Fra l’altro è da ricordare l’intervento di un elicottero dei carabinieri che nella giornata di martedì 3 dicembre dovette intervenire per trasportare a Bagnoli Irpino una decina di persone isolate da oltre due giorni presso l’albergo a Lago sull’altopiano del Laceno.

Nella stessa località si misurò una coltre di neve abbondantemente oltre il metro e mezzo.

Michele Gatta

(da Fuori dalla Rete, Dicembre 2018, anno XII, n. 6)


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