Bagnolo “visto” dall’abate Pacichelli

di Giovanni Labbiento
Bagnolo, l’odierno Bagnoli Irpino, così come appare nell’opera postuma dell’abate Giovan Battista Pacichelli “Il Regno di Napoli in Prospettiva, diviso in dodeci provincie” edita in Napoli in tre parti nel 1703 nella stamperia di Michele Luigi Mutio.
In questa opera non solo c’è una descrizione dei vari luoghi, paesi e città, ma anche di storia che li concerne come pure una indicazione delle famiglie nobili, artisti ed ecclesiastici. Ma quello che ci interessa di più sono le vedute dei vari paesi e città conforme a quel che esisteva in quel periodo diligentemente scolpite in rame. Presento una foto fatta dal sottoscritto dall’originale acquisito su eBay della veduta di “Bagnolo”, che rappresenta il paese così come appariva verso la fine del ‘600. Non sappiamo se questo è il risultato di una veduta “de visu” o basata su informazioni ottenute dal Pacichelli da informatori bagnolesi, e ce n’erano tanti di illustri a Napoli in quel periodo.
La veduta non è una rappresentazione topografica dettagliata, esatta e completa, e questo non ne diminuisce il valore e l’importanza storica. Dovuto credito va fatto all’Abate per aver incluso “Bagnolo” definendolo luogo in cui, e cito: “… hanno fiorito sempre mai Prelati, e ingegni pregiatissimi, che gli pubblicano le Stampe, D. Carlo Gargano Vescovo di Belcastro, Ambrosio Salvio Domenicano Vescovo di Nardò ….e Lionardo di Capoa.  Eccetera …”
L’autore in didascalia vi nota solamente 14 luoghi d’interesse:
1. Porta di San Marco
2. Piazza grande (diventata poi Piazza Leonardo Di Capua)
3. Palazzo de’ Gargani (in Piazza)
4. Seggio
5. Piazza piccola
6. Chiesa maggiore
7. Porta di S. Lorenzo
8. S. Giacomo
9. Porta di S. Rocco
10. Monte Vergine
11. S. Domenico
12. La Pietà
13. Porta di S. Vito
14. S. Francesco
15. Il Castello
Non menziona, per esempio, la Chiesa di S. Margherita in Piazza (sebbene essa appaia pure più grande della Chiesa Madre), quella di San Rocco, la Chiesa campestre di Santu Marcu o quella di Santu Vitu, e tante altre ancora. Delle sette (7) porte di entrata al paese, egli ne indica solo 4. Per di più egli nomina come Porta di S. Lorenzo (punto 7) quella che deve essere la Porta dell’Ospedale (“ ‘mpiéri a la Vadduvàna”).
Inoltre, è interessante notare che la veduta mostra al decimo punto Monte Vergine e al quattordicesimo S. Francesco. Se si riferiscono al Monte Vergine di Mercogliano e al San Francesco a Folloni, forse sono presenti solamente per posizionare in linea generale il paese come un paese dell’entroterra irpino! Ma questo non toglie nulla all’importanza e all’immenso valore storico dell’immagine!
Giovanni Labbiento 
Tutte le reazioni:

7Tu, Raffaele Michele Nicastro, Angelo Miranda e altri 4

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