Fibrillazioni al Municipio di Bagnoli: dimissioni, rimpasti e bilancio in rosso

Osservatorio politico (di Mimmo Nigro)

Tanto tuonò che piovve. L”avvocato Giuseppina Di Crescenzo, la candidata che aveva conseguito a giugno il maggior numero di preferenze nella lista “Progetto per Bagnoli” (ben 113 voti personali), giovedì 22 novembre ha consegnato al protocollo del Comune la lettera con le proprie dimissioni da capogruppo di maggioranza, restituendo anche le deleghe che il sindaco le aveva inizialmente assegnate: due esclusive, “Politiche sociali” e “Pari opportunità”; e due informalmente condivise, “Personale” con la Varricchio e “Agricoltura” con il vice sindaco Ferrante.

A meno di sei mesi, quindi, dall’insediamento del neo sindaco Anna Teresa Di Capua si inizia ad intravedere qualche crepa e qualche nervosismo nella “fortezza” del gruppo che aveva vinto le elezioni amministrative al fotofinsh con 14 voti in più della lista capeggiata da Maria Vivolo.

Quando a fine giugno fu resa pubblica la composizione della nuova Giunta, molti concittadini rimasero interdetti e sorpresi nel vedere esclusa dalla lista dei 4 assessori la Di Crescenzo, ovvero la segretaria del Circolo locale del Partito Democratico e la candidata che più degli altri, visto il numero delle preferenze, aveva contribuito alla vittoria nella competizione elettorale amministrativa.

Finanche la neonata associazione “Giovane Sinistra di Bagnoli“, politicamente non ostile al gruppo di maggioranza, con coraggio aveva provato a capirne di più chiedendo al sindaco di rendere pubblici i criteri seguiti nella scelta degli assessori. Fino ad oggi il primo cittadino ha sempre preferito glissare l’argomento.

L’avv. Di Crescenzo ha rilasciato alla nostra redazione (per ora) soltanto una breve dichiarazione: “Le dimissioni, sofferte, sono avvenute mio malgrado e non trovano radici in motivazioni di natura personale come qualcuno va propagandando. Resto nel gruppo consiliare di maggioranza, continuerò a lavorare per la comunità di Bagnoli e di Laceno. Lo devo a tutti i miei concittadini ed in particolare  per il rispetto che ho verso i miei elettori“.

Ma non è soltanto il caso “dimissioni” a tenere alta l’attenzione dei cittadini a Bagnoli. E’ di questi giorni l’imprevista e per molti versi sorprendente “riattribuzione” di alcune deleghe agli attuali assessori (vedasi Decreto Sindacale n. 29 del 22.11.2018). A Quintino Di Giovanni  è stata sottratta la delega all’ “Urbanistica” e assegnata in contropartita quella al “Bilancio”. Sembrerebbe un ridimensionamento dell’assessore in carica visto le specifiche competenze maturate da quest’ultimo nella sua attività professionale e durante tutta la sua pregressa esperienza politica. Il primo cittadino terrà per sé l’Urbanistica, dopo che aveva fatto lo stesso ad inizio mandato anche per i “Lavori Pubblici”. Non sono chiare le ragioni di questo “mini-rimpasto” nell’assegnazione delle deleghe, anche se dalla maggioranza trapela (o vogliono far trapelare) l’ipotesi di una sopraggiunta quanto veniale questione di “incompatibilità”.

E poi, a completamento di un quadro politico-amministrativo assai complesso, il bilancio in “rosso” del Comune. L”Ufficio Ragioneria lancia l’ S.O.S.: le casse comunali soffrono, non ci sono più soldi. Finiti (o interrotti) i contributi assegnati per le radure, aste per i tagli boschivi andate deserte, continui contenziosi con le ditte morose, parcelle professionali (salatissime) da onorare, minori trasferimenti statali e tanto altro ancora. In questa situazione la parola d’ordine dagli alti scranni del Comune è diventata “austerità“: tagli alle attività ricreative (vedasi programma Bagnoli-Laceno Estate 2018), tagli ai servizi sociali  (vedasi baby parking/asilo nido), tagli al capitolo di spesa che riguarda la custodia dei cani randagi (vedasi l’allarmante situazione in tutte le strade del paese, al limite dell’emergenza sanitaria) e perfino la rinuncia, o comunque un deciso ridimensionamento, alle luminarie per le festività natalizie in paese  (il budget non dovrebbe superare i 3mila euro tra Bagnoli e Laceno) .

Se a tutto questo si aggiungono ataviche questioni, mai risolte e ancora oggi non affrontate – quali l’anarchia dei pascoli sul Laceno (con indisturbato e non sanzionato abbeveramento al Lago durante l’estate e l’autunno), i tagli abusivi nelle faggete dei monti Picentini, il proliferare delle discariche a cielo aperto, l’emergenza acqua  (in parte attutita quest’anno per le abbondanti precipitazioni), il dissesto delle strade comunali – lo scenario diventa (quasi) drammatico.

Siamo messi male! Per una cittadina che ha l’ambizione di definirsi turistica e che mira con forza al rilancio e sviluppo del comprensorio non è proprio il massimo. E l’eventuale arrivo dei contributi (promessi),  semmai arriveranno, per le nuove seggiovie e per la bonifica del Lago e riapertura delle Grotte, da soli non ci consentiranno di uscire da questo pantano.

Continuiamo inutilmente a crogiolarci sul nulla (o sul poco). Occorre fare di più e meglio, partendo se possibile dalle piccole cose, senza permalosità, altrimenti si cambi mestiere, aprendosi con pazienza al dialogo, costruendo ponti e non alzando altri muri (il paese è da tempo assuefatto), e provando a curare di più quelli che una volta si chiamavano “dettagli”.

Occorre un’idea condivisa di paese e di comunità, una maggiore coesione sociale, un’azione politica trasparente, una maggiore lealtà personale. Il «”prima” e “dopo”» nella rivendicazione della propria azione politica (refuso di passate amministrazioni, che non hanno portato granché bene) è quanto di più stucchevole, frustrante, deteriore e divisivo possa esserci per una comunità in sofferenza come la nostra che ha invece fortemente bisogno di ripartire con umiltà, con coraggio, e con il contributo di tutti.

Mimmo Nigro

(Nella foto in alto l’avv. Giuseppina Di Crescenzo)


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