Indennità di carica? Tanta confusione e poco coraggio

di Mimmo Nigro

Le argomentazioni a difesa dell’indennità di funzione addotte da Luciano Arciuolo, sul piano teorico non fanno una grinza. Il problema però, nel caso specifico, è di sostanza. E mi spiego.

La confusione sul tema l’ha ingenerata, probabilmente, proprio il sindaco in carica. Bastava essere chiari sin dall’inizio e oggi di sicuro staremmo parlando d’altro. Invece in campagna elettorale l’allora candidata alla carica di sindaco, Teresa Di Capua, sull’argomento fu dapprima reticente e poi, quando mancavano solo due giorni alla chiusura dei comizi e solo perché incalzata dalla sua rivale Maria Vivolo, apparve a tutti furbescamente vaga e criptica. Utilizzando a piene mani il peggio del linguaggio “politichese”, disse tutto ed il suo contrario sull’argomento. Tant’è che un po’ tutti alla fine si chiesero: ma la prende o meno questa indennità?

Altra questione di sostanza: il “timing”. Se proprio bisognava togliersi «il dente» perché non farlo alla prima (o seconda) riunione di Giunta? Si è tergiversato oltre misura e si è deciso di farlo, probabilmente, nel momento peggiore, dopo mesi e mesi di allarmi e denunce sul deficit di bilancio, sulle (presunte) macerie ereditate dal predecessore e sulla necessità di adottare, per grande senso di responsabilità, provvedimenti anche impopolari (vedasi aumento di imposte e tasse ai cittadini) per riequilibrare le finanze pubbliche.

Vallo a spiegare ai cittadini, adesso, che “l’esercizio della funzione pubblica non può essere un hobby…”!!!

E allora c’è un solo modo, secondo me, per uscire da questo “cul de sac”. E non è una provocazione. Poiché in tanti a Bagnoli, più di quanti si possa immaginare, vanno maliziosamente sostenendo che con questa indennità di carica il sindaco sarebbe passato in pochi mesi – mi sia consentito l’improvvido confronto – dal “reddito di cittadinanza” allo “stipendio d’oro”, per smentire questa leggenda la invito a rendere pubbliche le sue ultime dichiarazioni fiscali dalle quali si evincerebbe con chiarezza a quanta della sua “retribuzione netta professionale” (indicativamente) rinuncerebbe per dedicarsi, RESPONSABILMENTE E A TEMPO PIENO, alla carica di sindaco. E servirebbe a dimostrare che con la politica non ci si “GUADAGNA”!

Il tutto aiuterebbe sicuramente a svelenire il clima in paese, a calmierare gli animi ribollenti di tutte quelle famiglie che dall’oggi al domani si sono viste aumentare i ticket per la mensa e bus scolastico per i propri figli, l’aliquota addizionale comunale IRPEF e, per il futuro, chissà quali e quanti altri spiacevoli salassi.

In politica, così come nella vita professionale e familiare, per essere veramente credibili ed autorevoli bisogna (sempre) dare per primi l’esempio.

Mimmo Nigro

funzioneIndennità di caricamimmo nigroSindaco. Teresa Di Capuatanta confusione e poco coraggio