La crisi del grano, ritorno al passato?

di Antonio Camuso

La guerra tra Russia ed Ucraina scatenatasi meno di tre mesi fa, ha contribuito ad acuire fenomeni preoccupanti nell’economia mondiale e che hanno fondamento nelle distorsioni intrinseche all’economia capitalista globalizzata.

Ancor prima che rimbombasse il suono dei cannoni in Ucraina, già nello scorso autunno, ed in particolare nei paesi africani si erano succedute proteste popolari sull’aumento dei prezzi dei prodotti cerealicoli, in  conseguenza dei cambiamenti climatici, dell’incremento demografico inarrestabile dei Paesi del Sud del mondo, ma anche a causa di manovre speculative nei mercati mondiali che regolano le contrattazioni.

Il blocco delle esportazioni del grano ed altri prodotti derivati, dall’Ucraina e dalla Russia, ha ancor più accentuato questa crisi che, a detta dell’ONU e dal Programma Alimentare Mondiale (PAM), aggiungerà altre decine di milioni alle già diverse centinaia di milioni di esseri umani già a rischio di morte per denutrizione.  Scenari da incubo cui il consumatore italiano presta poca attenzione, salvo dall’accorgersi del lievitare incessante dei prezzi nei supermercati, mentre esponenti del governo si premuniscono, ipotizzando razionamenti per il prossimo inverno sulle forniture di gas, nel caso di embargo europeo su quello russo. La parola “razione” evoca tempi lontani che la mia generazione non ha conosciuto, ma che i nostri padri e nonni che avevano subìto le conseguenze di ben due guerre mondiali, ben conoscevano: carte annonarie, razioni giornaliere, fila per la distribuzione mensile, ecc, furono per molti, troppi anni, nell’Italia repubblicana l’argomento e il tormento di padri e mamme che dovevano sfamare le proprie famiglie.

Quando a Bagnoli si faceva la fila per integrare la farina con l’avena per cavalli

Durante l’opera di catalogazione dell’Archivio della signora Marisa Cione, ed in particolare il fondo R. D. Cione-Anna Melillo, ho preso visione di alcuni minuscoli foglietti redatti con la macchina per scrivere, recanti il timbro del Comune di Bagnoli Irpino a firma, in calce, dell’allora sindaco Rodolfo Domenico Cione, e datati tra gennaio e marzo 1947, esattamente settantacinque anni.

“L’inverno 1947 fu caratterizzato da una grave carenza di grano e relativa farina in gran parte d’Europa, inducendo i governi di alcune nazioni a ridurre le già misere razioni alimentari, e dall’altro facendo fare affari d’oro ai borsari neri e agli speculatori. L’Italia non fu da meno e a venire in soccorso al traballante Governo De Gasperi, furono alcuni paesi produttori di grano, ed in primis gli Stati Uniti interessanti a stabilizzare il quadro politico italiano, per evitare che i partiti di sinistra ed in particolare il Partito comunista potessero approfittare elettoralmente e nelle piazze delle proteste popolari. Nonostante l’arrivo di navi granarie nei porti di Napoli e Taranto, il nostro Sud fu fortemente penalizzato e le società distributrici dei prodotti razionati, quali la Sepral, dovettero integrare la ridotta razione giornaliera di farina, con l’avena che notoriamente è un alimento per l’alimentazione animale.  Un provvedimento che generò proteste di cui abbiamo traccia sui giornali dell’epoca:

Risorgimento 23 gennaio 1947

La razione di pane ridotta a 200 grammi giornalieri

Montella 22 gennaio 1947

Da oltre un mese, a questa popolazione, con una allegra circolare la SEPRAL di Avellino ha ridotta la razione del pane a duecento grammi… con la stessa circolare la predetta Autorità disponeva un’integrazione con grammi 50 di avena… Al Prefetto della Provincia segnaliamo le giuste lagnanze della popolazione.

Di questo provvedimento abbiamo conferma in quei foglietti da me consultati e che riportano anche i prezzi calmierati con i quali il consumatore poteva acquistare la razione giornaliera. Un altro dato che ci lascia comprendere in quale stato l’intera popolazione italiana versasse a due anni dalla conclusione della disastrosa guerra in cui il fascismo aveva trascinato l’Italia, è il criterio temporale con cui la “razione” era erogata, ovvero riferendosi al mese in precedenza trascorso.

Comune di Bagnoli Irpino

Avviso

Tutti i possessori di carta annonaria per il pane possono subito provvedere al ritiro dell’avena, presso i propri esercenti, nella misura di kg.0,200 a persona, corrispondente a 4 giorni del mese di Gennaio e al prezzo, di L.I4- al kg. Per i restanti 27 giorni di Gennaio verranno distribuiti invece gr. 28 giornalieri di farina di granone, corrispondente a kg.0,756 a persona. Quest’ufficio curerà di avvisare il pubblico appena potrà ritirare la farina di granone.

Bagnoli Irpino 5 febbraio 1947 – Il sindaco Rodolfo Domenico Cione

Antonio Camuso (Archivio Storico Benedetto Petrone)

(da Fuori dalla Rete, Giugno 2022, anno XVI, n. 3)

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