Provinciali, vittoria di misura per Buonopane. Il sindaco Pd è presidente

Rassegna stampa

Con il 50,05% dei voti il sindaco di Montella conquista Palazzo Caracciolo.


E’ stato un duello all’ultima scheda, ma alla fine Rizieri Buonopane, sindaco di Montella, è il nuovo presidente della Provincia di Avellino.

Con il 50,05% dei voti dunque il Partito Democratico conquista Palazzo Caracciolo contro il 49,95% dei voti raccolti da Angelo Antonio D’Agostino espressione di Italia Viva, socialisti, Azione, Più Europa e Davvero.

Le operazioni di spoglio si sono concluse intorno alle 10,30. Il sindaco di Montefalcione come previsto vince nella città capoluogo con 3 voti in più, mentre la vittoria del Pd si è realizzata con evidenza nei comuni più piccoli fino a 5mila abitanti e in quelli medi fino a 10mila abitanti. In totale 92 voti di scarto. Vince con 47.980 preferenze calcolate col voto ponderato il sindaco altirpino, mentre il presidente dell’Us Avellino conquista 47.888 preferenze.

Ma ecco il voto nel dettaglio diviso per fasce.

FASCIA  A – 770 votanti su 836
ANGELO ANTONIO D’AGOSTINO: 402 preferenze
VOTO PONDERATO: 13.668

RINO BUONOPANE: 356 preferenze
VOTO PONDERATO: 12.104

BIANCHE/NULLE: **

FASCIA B – 305 votanti su 312
ANGELO ANTONIO D’AGOSTINO: 146 preferenze
VOTO PONDERATO: 9.782

RINO BUONOPANE: 152 preferenze
VOTO PONDERATO: 10.184

BIANCHE/NULLE: **

FASCIA C – 128 votanti su 130
ANGELO ANTONIO D’AGOSTINO: 66 preferenze
VOTO PONDERATO: 8.514

RINO BUONOPANE: 61 preferenze
VOTO PONDERATO: 7.869

BIANCHE/NULLE: **

FASCIA D – 102 votanti su 102
ANGELO ANTONIO D’AGOSTINO: 44 preferenze
VOTO PONDERATO: 8.976

RINO BUONOPANE: 58 preferenze
VOTO PONDERATO: 11.832

BIANCHE/NULLE: **

FASCIA E – 33 votanti su 33
ANGELO ANTONIO D’AGOSTINO: 18 preferenze
VOTO PONDERATO: 6.948

RINO BUONOPANE: 15 preferenze
VOTO PONDERATO: 5.790

BIANCHE/NULLE: **

TOTALE VOTO PONDERATO

ANGELO ANTONIO D’AGOSTINO: 47.888 (49.95%)

RIZIERI BUONOPANE: 47.980 (50,05%)

Ottopagine.it


LE DICHIARAZIONI DEL NEO ELETTO PRESIDENTE DELLA PROVINCIA RINO BUONOPANE

Le prime dichiarazioni a caldo di Rino Buonopane, neo presidente della Provincia: «Tutti i temi che abbiamo messo in campo in campagna elettorale segneranno il rinnovamento della gestione di Palazzo Caracciolo. Con queste elezioni si afferma il primato della buona politica, la nostra alleanza ha a cuore quel bene comune che è l’Irpinia»


«Si apre una pagina nuova, in netta discontinuità con quanto avvenuto finora. A partire dal ripristino di una maggioranza e una opposizione. Se è vero che la legge genera confusione, noi non siamo affatto confusi». Esordisce così il neo presidente della Provincia, Rizieri Buonopane, accerchiato dalla stampa sotto il sole di Piazza Libertà. Di seguito le prime dichiarazioni rilasciate a caldo all’arrivo da vincitore a Palazzo Caracciolo.

Buonopane ha seguito lo spoglio ad Avellino, attendendo fino all’ultimo voto: «I dati all’inizio non erano confortanti, poi tutto è stato ribaltato».

«C’è grande soddisfazione. Si apre una pagina nuova, andiamo in completa discontinuità rispetto a quello che è stata la Provincia fino ad oggi. Ma soprattutto ci sarà in Consiglio una maggioranza e un’opposizione, perché – se è vero come è vero – che questa legge elettorale finisce per confondere, noi non siamo affatto confusi. Ci sarà una parte che governerà e chi vorrà contribuire lo farà dall’opposizione».

ATTI CONCRETI

«Tutti i temi che abbiamo messo in campo in campagna elettorale segneranno il rinnovamento della gestione della Provincia. Ho parlato con centinaia di amministratori, chiarendo la visione che appartiene al Partito Democratico e all’intera coalizione».

CHIAREZZA NEL PD

«Con queste elezioni si afferma il primato della buona politica. L’idea è quella di costruire una visione, tracciare il perimetro entro il quale rientra tutta la comunità provinciale. La nostra alleanza ha a cuore quel bene comune che è l’Irpinia».

PRIMO ATTO DA PRESIDENTE

«Vorrei sinceramente andare a rivedere tutti gli atti compiuti e firmati negli ultimi giorni, in piena campagna elettorale. Per me è una situazione paradossale, assurda e inaccettabile. Ancora di più lo è il silenzio che li ha accompagnati, in maniera molto determinata vorrò vederci chiaro. E mi riferisco in modo particolare alla nomina del nucleo di valutazione provinciale avvenuta il 16 dicembre, da parte di un presidente che non lo era più».

SISTEMA IRPINIA

«Vige un principio in campo amministrativo, si salva quello che si può salvare. Evidentemente il progetto della Fondazione sarà rivalutato, quella della promozione turistica non è una competenza della Provincia, ma quello che di buono è stato fatto sarà portato avanti».

L’AVVERSARIO

«Non mi sono lasciato spaventare da chi avevo contro. Avevo la serenità delle idee e del progetto di cui sono la sintesi, abbiamo fattoi una buona campagna elettorale partendo da premesse importanti, con un campo di agibilità politica. Questo è il dato significativo che emerge».

Orticalab.it


I 12 ELETTI NEL CONSIGLIO PROVINCIALE, D’ANGELIS PER L’ALTA IRPINIA 

La presidenza torna all’Alta Irpinia, con il sindaco di Montella Rino Buonopane. E per la stessa area resta in consiglio provinciale il primo cittadino di Cairano, Luigi D’Angelis. Gli altri consiglieri del Pd eletti sono Costantino Giordano (Monteforte), Laura Cervinaro (Ariano Irpino) e Caterina Lengua (Cervinara). Fuori Yuri Gioino, primo cittadino di Lioni, e Rosanna Repole, consigliera di Sant’Angelo dei Lombardi.

Per la lista Irpinia Protagonista, sostanzialmente a sostegno di Angelo D’Agostino, vengono eletti il presidente uscente Domenico Biancardi (Avella), Fausto Picone (Candida), Franco Di Cecilia (Sturno), quest’ultimo sostenuto anche dai centristi, Girolamo Giaquinto (Montoro), Giuseppe Graziano (Lauro). Nella lista Davvero, sempre per D’Agostino, entrano a Palazzo Caracciolo Marino Sarno (Volturara Irpina) e Diego Guerriero (Avellino).

Nessun eletto per la lista di sinistra Laboratorio Irpinia. Per la lista Irpinia Protagonista eletto Francesco Mazzariello (Atripalda), vicino al consigliere regionale Livio Petitto che con questa tornata sigla la pax con il Partito democratico.

Si può spiegare soltanto con una abbondante alzata di gomito – bere per non riflettere, bere per dimenticare! – la gioiosa tarantella del Pd irpino, normalmente musicata dai “trombettieri a cottimo”, sugli esiti delle provinciali che hanno decretato l’elezione del sindaco di Montella, Rino Buonopane, alla carica di presidente.

Anche al lordo dell’umana faziosità dei clan di partito, infatti, soltanto gente per niente sobria può rallegrarsi di una Vittoria di Pirro che vede perdenti segnatamente il Pd e più generalmente la Politica seria, quella con la P maiuscola, non già la “variante” raccontata dai menestrelli delle parrocchie locali e amplificata da chi ha gravi disturbi di memoria.

Come fa a gioire e a cantar vittoria un Pd che ha visto eleggersi soltanto quattro consiglieri su dodici, che è dunque minoranza in Consiglio pur con l’apporto del petittiano-decariano quinto consigliere, e che è stato surclassato dalla lista civica del candidato presidente (perdente) Angelo Antonio D’Agostino? E come fa lo stesso Pd irpino ad ostentare coerenza e trasparenza di comportamenti di fronte ad un risultato che premia i “traditori” avellinesi di ieri e di oggi? Come fa, ancora questo Pd, ad intestarsi una vittoria che non è sua ma evidentemente ed unicamente del governatore De Luca?

Proviamo a mettere sotto l’Albero di Natale un po’ di verità. E il Pd irpino intenda il gesto come un regalo, appunto, di Natale: argomenti per riflettere, ma tenendo il gomito in posizione di riposo assoluto. Altrimenti è fatica sprecata.

Primo argomento. L’Anatra Zoppa. È vero che il Consiglio provinciale, “grazie” alla riforma Delrio, conta quanto il due di briscola e che tutto il potere è di fatto concentrato nelle mani del presidente.

Tuttavia la programmazione la fa il Consiglio. E se non ci sarà – cosa che stentiamo a credere – l’ennesimo mercatino delle vacche e dei vitellini, il presidente della Provincia non può fare il suo comodo fuori dagli indirizzi votati dall’assemblea. Comunque sia, non è questo il punto. È sul piano politico la sconfitta della coalizione messa su dal Pd. È una coalizione – ripetiamo – che complessivamente ha cinque consiglieri su dodici, è minoranza.

Il secondo argomento discende direttamente dal primo. Può allegramente abbandonarsi alla Tarantella e al vino un Partito Democratico che – nonostante avesse alle spalle, oltre ai “pentiti illustri(?) De Caro e Petitto, tutto il potere regionale del governatore e della giunta, l’appoggio dei 5Stelle e la Sinistra nelle sue mille sfumature – è riuscito a far eleggere il suo candidato presidente “nientepopodimenoche” con un misero 0,5 per cento in più rispetto alla lista civica Alaia-D’Agostino? Se questa non è l’ennesima Waterloo del Pd irpino, il sottoscritto è Indro Montanelli ed Enzo Biagi messi insieme.

Paragoni dichiaratamente irriverenti a parte, per i quali chiediamo venia alle due Eccellenti Buonanime, un partito che non si accorge di quanto sia caduto in basso molto difficilmente riuscirà a trovare la strada giusta per risalire la china.

La verità sotto l’Albero, dunque, è che in questa storia c’è un solo vincitore: il governatore De Luca, aiutato con tutte le energie politiche disponibili dal suo omonimo irpino ex senatore. Non fosse sceso lui in campo – con il potere che gestisce ed il carisma di cui è dotato – il Pd irpino si sarebbe ritrovato seppellito dalle sue stesse macerie e dalle risate. Altro che nascita di nuovi, illuminati leader irpini: De Luca li stima tanto che ha dovuto mandare il figlio Piero in Irpinia per evitare che Buonopane soccombesse non per mezzo punto percentuale ma per una valanga di voti.
E qui c’è il terzo ed ultimo argomento su cui il Pd farebbe bene a riflettere, ancora e sempre con il gomito a riposo, e facendo possibilmente a meno dei “trombettieri a cottimo” che già domani, se non cibati, suoneranno ad orecchio una musica diversa sia da quella che hanno suonato oggi che dell’altra suonata ieri, e l’altrieri ancora.

L’argomento è una domanda dichiaratamente retorica: ha fatto bene De Luca a impicciarsi dei fatti della Provincia di Avellino? La mia opinione è no. Ha fatto malissimo, forse non per sé, ma di sicuro per il Partito Democratico. Perché, ingerendo nelle variopinte vicende politico-istituzionali locali ha di fatto allargato le crepe già vistose in seno al Pd: crepe che ora rischiano di diventare scissioni, esodi verso altri lidi, ancorché lidi ancorati all’area progressista.

A margine, una rapida considerazione di carattere più squisitamente istituzionale e solo in apparenza contraddittoria con l’ultimo assunto.

A urne elettorali svuotate, e a prescindere da quello 0,5 per cento del cianciato “trionfo” del nuovo presidente, Piero De Luca ha detto che “Buonopane è l’uomo giusto per la Provincia di Avellino in questa fase”, cioè in vista dell’attuazione del Pnrr. La deduzione che se ne può trarre è che la Regione sarà molto vicino alla Provincia avellinese. Vedremo, annoteremo, commenteremo.

 

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