Scusaci

di Luciano Arciuolo

Un peccato che sicuramente commetteremo tutti, durante queste giornate di festa, è quello di gola (anche perché pochi sanno che è un peccato capitale…). Ma c’è un altro peccato (che la Chiesa non considera tra i più gravi), che commettiamo spesso, a Natale: quello di “indifferenza”.

Infatti, persi come saremo nell’ansia di festeggiare e nella necessità di essere contenti (la felicità è altra cosa), ci dimenticheremo delle sofferenze degli altri. Già, la sofferenza degli altri: penso ai bambini ucraini che al freddo rischiano di morire come mosche, alle ragazze e ai ragazzi iraniani che scendono in piazza ogni giorno pur sapendo che potrebbe essere l’ultimo, alle donne dell’Afghanistan sepolte nel burqa e nel Medioevo.

Credo, allora, che avremmo tutti bisogno di chiedere scusa a queste persone che arriveranno nelle nostre case, con i telegiornali, come un pugno nello stomaco ben pieno, nei prossimi giorni. Un bel modo di chiedere scusa sono le parole pensate da Lolita Lobosco, immaginario vicequestore di Bari e personaggio di una fortunata serie di libri e di puntate televisive, nell’episodio “I quattro cantoni”, rivolgendosi ad una prostituta di colore barbaramente uccisa:

“Scusaci, avrei dovuto dirle. Scusaci perché tolleriamo la schiavitù davanti ai nostri occhi. Scusaci per i padri di famiglia che ti stuprano ogni sera e ti infilano dieci euro nelle mutande, prima di tornare al caldo delle loro case. Che ti pagano per essere baciati […] e mezz’ora dopo posano le labbra sulle fronti dei loro bambini. Scusaci se non siamo riusciti a proteggerti”.

Buone feste…

Luciano Arciuolo

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