Tesori bagnolesi nel Mondo

di Federico Lenzi

Da svariati anni si dibatte sul possibile recupero e sulla valorizzazione del patrimonio artistico bagnolese. Eppure, alcuni dei capolavori locali sono già debitamente esposti all’estero. Prima d’iniziare è obbligo premettere la natura puramente illustrativa del presente articolo. Lasciamo a chi     di competenza un eventuale  dibattito  sulla   corretta attribuzione delle opere qui menzionate. Bagnoli Irpino può vantare tre illustri pittori nell’arco della sua storia: Adrea D’Asti, Jacopo Cestaro e Michele Lenzi. Tra questi tre, il più famoso sulla scena internazionale è senza alcuna ombra di dubbio Jacopo Cestaro. Basti pensare come le sue opere alimentino un fiorente mercato nelle case d’asta di mezzo mondo. Tuttavia, per motivi di spazio, nel seguente articolo passeremo in rassegna solo le opere nei poli museali:

Amburgo (Germania): Presso la Hamburger Kunsthalle è possibile ammirare un disegno raffigurante la fuga della sacra famiglia. L’opera è realizzata con inchiostro nero, acquarellato in marrone/grigio ed intensificato con il bianco. Dopo una lunga diatriba l’opera è stata attribuita all’artista bagnolese sulla base dei disegni conservati a  Würzburg;

Monaco di Baviera (Germania): Nel 1958 le pinacoteche baveresi (“Bavarian State Painting Collections – Alte Pinakothek Munich”) hanno ricevuto in dono un dipinto della “Madonna in Gloria”;

Stoccarda (Germania): Questa “Circoncisione di Cristo” è un olio su tela inizialmente destinato alla pala di un altare, con notevoli somiglianze a precedenti opere del Solimena. L’opera è datata 1757, ma poco si sa su come sia giunta in Germania;

Würzburg (Germania): Numerosi fonti citano una vasta collezione di disegni di Jacopo Cestaro al von Wagner Museum dell’Università di Würzburg. Nonostante ciò, il sito web di quest’istituzione è disponibile solo in tedesco ed offre pochi dettagli. Le opere esposte sono per lo più parte della collezione di Johann Martin von Wagner pittore. Questo collezionista d’arte visse a cavallo tra il diciottesimo ed il diciannovesimo secolo spendendo parte della sua carriera a Roma, dove tuttora è sepolto;

Aberdeen (Regno Unito): L’università scozzese di Aberdeen custodisce un dipinto sul suicidio di Cleopatra. Tuttavia, non sono presenti molte informazioni su quest’opera;

Londra (Regno Unito): Al British Museum, il più prestigioso polo espositivo della capitale inglese, si conserva un disegno ad inchiostro nero con acquarello bruno e bianco ravvivato da gesso. L’opera raffigura una figura seduta su una nuvola e circondata da vari putti. L’attribuzione a Jacopo Cestaro risale al 2010, facendo seguito al lavoro di S. Morét. L’opera venne acquistata nel 1946 dagli eredi di Sir Thomas Phillipps un collezionista di libri e manoscritti del diciannovesimo secolo;

Madrid (Spagna): Senza alcuna ombra di dubbio, il museo Thyssen-Bornemisza di Madrid ospita la più valorizzata delle opere del Cestaro all’estero. Il dipinto in questione raffigura una santa con un piatto di rose. Si è ancora incerti circa l’identità del soggetto: alcuni pensano si tratti della martire Dorotea di Cappadocia ed altri dell’eremita Rosalia. I restauratori locali sostengono come l’opera sia stata modificata in corso d’opera. Inizialmente, potrebbe aver rappresentato Santa Lucia;

Austin (Stati Uniti D’America): Il museo Blanton presso l’Università del Texas ad Austin conserva un disegno di “San Filippo che distrugge l’idolo”. Si tratta sempre di un disegno su gessetto nero su carta antica panna con penna, inchiostro bruno, pennello e lavaggi grigi e marroni. Non sono disponibili informazioni su come l’opera sia giunta oltre-oceano;

Chicago (Stati Uniti d’America): Si tratta di un disegno con inchiostro ed acquarello grigio su carta bianco sporco. L’opera è stata donata al museo dagli eredi di William Morris Hunt, un’artista americano che visse in Europa tra il 1830 ed il 1850 studiando pittura a Parigi ed effettuando alcuni viaggi a Roma;

Philadelphia (Stati Uniti D’America): Ancora un disegno con penna ed acquarelli raffigurante la circoncisione di Cristo. La presenta opera fu acquistata per il museo da un privato presso un’altra collezione privata, quella di John S. Phillps. Quest’ultimo fu impresario e collezionista d’arte nella Philadelphia del diciannovesimo secolo;

Princeton (Stati Uniti D’America): L’”Adorazione dei Magi” richiama i dipinti nella Chiesa Madre di Bagnoli. Tuttavia, si tratta di un semplice disegno su gesso nero con penna e inchiostro nero, pennello e acquerello bianco, grigio, giallo-marrone e marrone. L’opera venne acquistata nel 1954 dal “Laura P. Hall Memorial Fund”, ma non sono disponibili molte informazioni su questa collezione privata;

Budapest (Ungheria): Il “Museum of Fine Arts di Budapest” conta ben due opere del Cestaro: l’”Annunciazione della Vergine” e il “Compianto di Cristo”.  In entrambi i casi, si tratta di olio su tela. Nulla si sa su come le opere siano giunte in Ungheria;

Il sito “Bagnoli nell’arte” cita anche alcune opere a Los Angeles, New York e Dubronovik su cui non siamo riusciti a reperire nulla di ufficiale sul web. Nonostante ciò, abbiamo traccia di alcuni dipinti battuti all’asta nella grande mela dalla prestigiosa Sothebys.

Su Andrea D’Asti è possibile trovare ben poco. Abbiamo rivenuto solo un olio su tela al Blanton Museum presso l’Università di Austin (Stati Uniti d’America) ed un articolo pubblicato nel 1961 dall’Università di Princeton (Stati Uniti d’America). Una versione tradotta di quest’ultimo sarà pubblicata prossimamente su “Fuori dalla Rete”. Da ultimo, abbiamo reperito opere di Michele Lenzi solo in alcune case d’asta negli Stati Uniti e nessuna esposizione ufficiale al di fuori dei confini nazionali. Questa piccola carrellata di opere bagnolesi nel mondo ci mostra il potenziale di quanto ancora abbiamo da valorizzare nella nostra piccola comunità. Nella speranza di futuri interventi di restauro e di un’adeguata esposizione delle opere locali, siamo sicuri come queste opere all’estero possano contribuire alla sponsorizzazione di mostre tematiche per promuovere le bellezze della nostra comunità. Ovviamente, una simile iniziativa porterà beneficio solo quando il territorio avrà le competenze giuste per accogliere un turismo internazionale.

Federico Lenzi

(da Fuori dalla Rete, Giugno 2022, anno XVI, n. 3)


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