Bagnoli, “mia amata domus deorum”

di Gino Di Capua

CARO BAGNOLI, MIA AMATA” “DOMUS DEORUM” (come ti chiamò tuo figlio Anisio qualche secolo fa), sono un tuo figlio che ti scrive: oramai sono più di 70 anni che ci conosciamo, ti ricorderai di me, spero: io sono nato in quella tua Giudeca, un giorno d’estate del lontano 1949.

Finchè terminato gli studi, nemmeno ventenne, MI ALLONTANAI DA TE, avviandomi con un contratto di lavoro in tasca, verso la Svizzera che segnò definitivamente il mio destino”!

Quest’anno tornerò da Te per la SAGRA amico Bagnoli, anche se solo per qualche giorno… e come sempre, sarò accompagnato da un’allegra eccitazione: tre giorni che passerò nei tuoi polmoni, nelle tue vene, nel tuo cuore, per fare il pieno di autenticità.

Come ho scritto tante altre volte, mi chiedo ancora: PERCHÉ TI AMO TANTO?? Ho così tanto bisogno della sua presenza… ho bisogno di rivederti.

Qualche tempo fa scrissi che se dovessi rinascere, vorrei che accadrebbe ancora una volta a CASA TUA, e sempre in quel vecchio quartiere della Giudeca. Non ho cambiato idea: continuo ad essere un fiero Tuo cittadino.

Tu che conservi ancora le ricche tradizione create dai nostri avi; Tu che cerchi di ritrovare il fascino di una volta… non essere triste AMICO BAGNOLI, pur se anche per te gli anni, i secoli passano, non noto nessuna ruga che ti rende più brutto… Anzi.

Anche se i passi che calpestano le tue vie non sono più quelli dei grandi personaggi di qualche secolo fa: gli Acciano, Cestaro, D’Asti, Di Capua, Bonelli, Abiosi, De Rogatis e tanti, tanti altri artisti che ti hanno reso famoso in Italia e alcuni anche nel mondo, ricordati che noi discendiamo da questi nomi. Quindi sii fiero anche di chi oggi cammina nelle tue strade.

È da Te che iniziarono, “alcuni” anni fa, le mie origini. Tu sei l’AMICO con cui sono cresciuto; a CASA TUA ho ricevuto le prime lezioni di vita! Tu, amato Bagnoli, sei la terra che ha deliziato la storia dei miei primi vent’anni.

Tu sei stato lo specchio della mia infanzia, dei miei giovani anni,

Sei ancora la mia terra, dove sento ancora quel forte pizzico di nostalgia ogni volta che me ne allontano.

Mi piace osservarti quando salgo verso quella tua perla che porta il nome di Lago Laceno: affacciarmi a un suo balcone, nella penombra del tramonto, a godermi il panorama della tua bellezza… e ringraziarti di quel brivido d’EMOZIONE che mi procuri.

Ammirare e ricordare i tuoi degni testimoni per eccellenza: il castello Cavaniglia, svettare non meno fiero della quattrocentesca torre ottagonale di San Domenico, le possente mura della collegiata di Santa Maria Assunta, la torre dell’Orologio… che si ergono maestose in mezzo alle antiche case ancora illuminate dagli ultimi bagliori del sole . E cosa dire della tua piazza…?! Il più bel salotto dell’Irpinia, con i suoi bar a corredarla.

È PER TUTTO QUESTO, AMICO BAGNOLI, CHE TI AMO!

I legami con le mille consuetudini e costumi, i ricordi che si ravvivano, ad ogni ritorno, nella memoria dalle ceneri del passato.

Rammenti fatti dalla semplicità di quei momenti di gioia… i mitici “centopassi” sul tuo bellissimo salotto, sedersi su una tua panchina, o al tavolo di uno di quei bar che ti fanno da cornice, rivedere gli amici e portare a galla spensierati ricordi lontani.

Un velo di tristezza, però, disturba ogni volta il sonno della mia ultima notte passata da TE: quando so che devo allontanarmi.
E così la mia mente, il mio cuore incominciano a pensare alle tue strade, alla tua piazza, ai miei amici…

Ciao AMICO BAGNOLI, arrivederci a presto!

Gino Di Capua

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