Facciamo ciò che è giusto per il paese, o ciò che conviene a noi?

di Filippo Nigro

Una domenica dell’estate 2006. L’amministrazione aveva da poco deciso per le indennità ed un noto esponente della sinistra ci disse che da quel momento Nicastro non era più il suo sindaco, invitandoci a “fare qualcosa insieme“ per esprimere il dissenso della coalizione.

Passano gli anni, le cose cambiano, pure le opinioni. O forse, più semplicemente, si adeguano alle varie situazioni…Quello che però non dovrebbe cambiare, al di là di appartenenze o di schieramenti politici, è la volontà di opporsi ad inganni ed ingiustizie.

Perchè di questo si tratta, non della liceità dell’indennità di funzione.

Infatti, a fronte di precise domande, in campagna elettorale si è sempre stati reticenti ed ambigui. Ciò significa che l’intenzione di prenderla c’era, ma lo si è voluto nascondere. E poi, “non esiste“ che per prendersi le indennità si mettono le mani nelle tasche dei cittadini, aumentando le tasse.

Cosa sono queste, se non inganni ed ingiustizie?

Da decenni quasi tutti hanno rinunciato all’indennità, compreso il vice sindaco 2013 – 2018, (a differenza di quello attuale) Bagnolese, sempre tra la gente, praticamente senza lavoro. Prenderla, dunque, è un’eccezione, non la regola. Perciò ci vuole chiarezza.

E se è vero che il lavoratore autonomo toglie tempo alla propria attività, con le conseguenze del caso, è altrettanto vero che ci sono dipendenti che, usufruendo delle ore di permesso, rinunciano a voci di retribuzione sullo stipendio.

Sono cose che si sanno prima della candidatura, c’è tempo per decidere. Se si pensa di poter offrire un servizio al paese, si rinuncia alle indennità e con quei soldi si fanno cose utili per la gente. Se si pensa di non poterlo fare, i soldi si mettono in tasca.

Ma sono soldi dei cittadini, i quali hanno il diritto di sapere, ed il candidato ha il dovere di chiarire le proprie intenzioni prima del voto, non dopo…

Solo così si ha la legittimazione popolare (quella che conta) a prendersi lo stipendio.

Cosa che adesso non c’è, ed è un fatto (negativo) di estrema rilevanza, aggravato oltre misura perché si è tentato pure di nasconderlo.

Inoltre, il sindaco scrive (2 Febbraio scorso): “la situazione finanziaria del nostro comune è critica (già ne abbiamo parlato) e per senso di responsabilità siamo chiamati a scelte difficili ed anche dolorose”. Cioè, ad aumentare le tasse. E poi… si prendono le indennità!

E’ evidente che serviva la disponibilità economica per prendersi lo stipendio, ecco il vero obiettivo…Le “scelte dolorose“, dunque, per i cittadini, non certamente per loro.

Esempio? Senza i 35.000 Euro delle indennità, la quota asilo nido poteva essere come in precedenza (30 o 50 Euro mensili, non 100 come adesso) o ancora di meno, ed il servizio non solo per 4 mesi, ma per tutto l’anno. E così per la mensa, lo scuola bus, etc. etc.

E poi, se c’è una difficoltà economica, per prima cosa si risparmia sulle spese. Tant’è che si scrive pure : “siamo ispirati da un’ottica di razionalizzazione e riduzione delle spese, ivi comprese quelle relative al personale comunale“. Ma poi non si risparmia lo stipendio del dipendente in pensione e la scuola di S. Rocco non si tocca.

Forse qualcuno pensa che i Bagnolesi siano tutti degli sprovveduti…

Sono tutte queste cose ad essere in discussione, non che l’indennità sia prevista dalla legge.

La politica si dovrebbe confrontare con la difficile realtà quotidiana e provare a ridurre i disagi, il comune dovrebbe stare sempre dalla parte della gente.

Ma da noi accade il contrario: per i cittadini aumento delle tasse, per il sindaco e vice sindaco le indennità al massimo consentito e con gli arretrati (dal 1° Gennaio). Ed, a quanto pare, c’è pure la possibilità del gettone di presenza per i consiglieri…

Cose assurde per le quali non c’è giustifica, perciò tutto il paese esprime dissenso e contrarietà. E se qualcuno provasse a difenderle, diventerebbe complice di azioni ingiuste e dannose per tutti i cittadini.

Filippo Nigro

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