Giovanni Corso, esperto di tumori ereditari: “Voglio fare prevenzione in Alta Irpinia”

Paola De Stasio (Il Mattino)

La passione dello studioso, l’intuizione del ricercatore, l’approccio etico di chi fa il medico per vocazione, sono le doti che hanno consentito al dottor Corso Giovanni di Bagnoli Irpino di essere considerato uno dei migliori studiosi a livello internazionale nell’ambito della ricerca dei tumori ereditari dello stomaco e della mammella.

SI occupa di medicina ed oncologia molecolare. Le sue scoperte sono valsi prestigiosi premi come quello ricevuto a San Francisco in California: l’ASCO (America Society Clinical Oncology), massimo riconoscimento mondiale per un ricercatore.

Ha vinto il premio IEO (Istituto Europeo di Oncologia) di Milano ottenendo dal Ministero della Salute il finanziamento di 450mila euro per un progetto sullo studio e la cura dei tumori ereditari della mammella. Attualmente lavora allo IEO, istituto fondato da Veronesi. Vorrebbe ritornare nella sua Irpinia grazie al progetto “IEO nella mia città”, il prestigioso istituto milanese apre alla collaborazione con centri diagnostici esistenti sul territorio per la prevenzione, la diagnosi e i controlli delle patologie oncologiche.

“Sarei onorato di realizzare questo progetto in Alta Irpinia, mi auguro che si concretizzi al più presto”.

Quelli come lui vengono definiti “cervelli”, per fortuna, nel suo caso, “non in fuga”, nonostante le lusinghe americane, svedesi, portoghesi, ha preferito rimanere in Italia.

É stato il primo a scoprire una famiglia italiana con il gene ereditario del tumore allo stomaco, pioniere anche nella scoperta di un gene sconosciuto dei tumori lobulari della mammella, il gene CDHI. Ha avuto il privilegio di fare un periodo di ricerca al Memorial Sloan Kettering Center di New York. Finora è stato autore e coautore di oltre 100 pubblicazioni su riviste scientifiche internazionali.Tutto questo a poco più di 40 anni.

Con grande umiltà Giovanni Corso dichiara: «É il frutto di tanto studio all’Università di Siena dove mi sono laureato. E pensare che a 18 anni mi iscrissi a Medicina più per tradizione di famiglia, essendo mio padre un medico, che per convinzione, ma subito mi sono appassionato alla ricerca».

Ha un consiglio da dare ai giovani: «Amate il proprio lavoro, anche le attività più umili possono dare grandi soddisfazioni, se si fa il proprio lavoro con passione e dedizione i risultati arriveranno».

Paola De Stasio (Il Mattino)


Dott. GIovanni Corso


IL MATTINO del 03 ottobre 2020

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