Il Giro d’Italia torna in Irpinia, novanta km di ricordi

Gian Paolo Porreca - Il Mattino 15.01.2025

Torna dopo il silenzio della stagione scorsa, nuovamente, il Giro d’ Italia in provincia di Avellino. E lo fa, non con un arrivo di tappa, come l’ ultima volta nel 2023, con l’ arrivo a Lago Laceno e la ripartenza poi da Atripalda, bensì traversando nella Potenza – Napoli di giovedì 14 maggio, sesta tappa dalla corsa rosa, un lungo ed avvincente tratto del nostro territorio, 90 chilometri, come fosse una semitappa, dei 226 della frazione intera.

Si entrerà in provincia dal Valico di Monte Carruozzo e poi si scenderà per Pescopagano, Sant’ Andrea di Conza, Conza della Campania, memoria viva del sisma del 1980, e poi a Lioni, e dallo svincolo di Volturara Irpina di procederà verso Atripalda ed Avellino, affrontando la salita di Monteforte Irpino, Gran Premio della Montagna di 3. Categoria, ma dai tornanti sempre vivi in chi, pensiamo al nostro antico Arcangelo Bove, di Paolisi, che ben ricordava le corse campane che sul Valico di Monteforte e Mugnano del Cardinale, fra lui e Abate e quanti altri, nel primo dopo guerra ci si contendeva…

E quanti Giri della Campania d’ antan, forse anche prima dell’avvento, perché un avvento quello fu per il ciclismo, di Fausto Coppi. Il Giro e l’Irpinia, ed una sottile sua magia che si riverbera più intensa, colpa o merito dell’assenza di un anno semmai, e che nel nome di Aurelien Paret – Peintre, che si impose l’ ultima volta a Lago Laceno, scrisse pure l’ incipit di una micro saga familiare francese, in Campania. E già, perché l’ anno scorso, al Giro, a Cusano Mutri, in provincia di Benevento, a qualche catena montuosa dalle nostre, venne a vincere Valentin, il suo fratello minore, sliding doors da non crederci, che forse solo il ciclismo sa inventare.

Il tracciato del Giro proseguirà, dicevamo, dopo il Valico, per Baiano, e da lì entrerà da Nola nell’ hinterland napoletano, fino appunto a raggiungere il traguardo di Napoli. Novanta chilometri o giù di lì di Giro in Irpinia, e sembra che li percorrano ancora i nostri ragazzi dei paesi, mica solo De Vlaeminck che a Laceno vinse nel ‘76 o Maertens che ad Avellino si impose nel ‘77, mica solo Di Luca e Pozzovivo, che trionfarono a Montevergine e Lago Laceno, fra tanti altri illustri signori di un giorno.

Sembra che siano ancora in gara i ragazzi del sole di Irpinia, quelli che il Giro lo hanno fatto per intero, portando l’ Irpinia in giro per l’ Italia. Cominciando da chi per lavoro era emigrato all’estero, primi anni ‘60, come Francesco Miele, in Francia, da Cervinara e Carmine Preziosi, in Belgio, da Sant’ Angelo all’ Esca, e che correndo il Giro rividero casa propria. Come ancora, irpini veraci, Rocco Gatta da Bagnoli Irpino, e Pasquale Pugliese, da Prata di Principato Ultra, che di Giri ne corse e li finì tutti, ben 5.

Come ancora ed infine Vincenzo De Caro, che incrociamo sempre agli incontri di ciclismo promossi da Vittorio De Martino, quel ragazzo di Montoro che si piazzò pure terzo in una frazione del Giro, era il 1978, dietro Algeri e Martinelli. E che da umile grande ciclista il volto dell’ Irpinia in bicicletta lo elevò più in alto ancora quando si piazzò terzo, una impresa reale nella Gran Fondo Milano – Roma, 660 chilometri dalla sera all’alba, per evocare il ciclismo storico, promossa dalla Gazzetta dello Sport in coda al Giro del ‘79….Quel sorriso sempre cortese, la gentilezza dell’Irpinia e del ciclismo, nello sguardo di De Caro, più giovane ci appare ogni volta che lo rivediamo. Giovane pure nel 2025, come ogni Giro che passerà di qui e da casa nostra.

Gian Paolo Porreca – Il Mattino 15.01.2025

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