Il progetto dell’Università di Napoli: un’ovovia per il Laceno

Tratto da Nuovairpinia.it

Il progetto realizzato dal gruppo di lavoro guidato dalla prof Adelina Picone dell’Università di Napoli e presentato all’Agenzia Forestale dell’Alta Irpinia, prevede la realizzazione di una funivia con cabine a forma di uovo.


Un’ovovia per il rilancio turistico del Laceno. E’ questa la proposta progettuale presentata dall’Università Federico II. Il gruppo di lavoro guidato dalla prof. Adelina Picone ha l’obiettivo di realizzare una funivia con cabine a forma di uovo capace di ospitare due persone. Il progetto presentato nell’ambito della Agenzia Forestale dell’Alta Irpinia ha come obiettivo quello di mettere in campo e candidare il progetto da 10 milioni di euro, a valere sulla misura 16 del Psr 2014-2020, il R.u.p. Raoul Romano di concerto con accademici e istituzioni ha promosso un ciclo di seminari formativi. Il punto fermo del progetto è quello “di costruire un trampolino di lancio dell’Alta Irpinia che dovrà consentire il decollo di attività imprenditoriali e sviluppo endogeno” come ha spiegato Raul Romano.

Nell’illustrazione delle varie misure a cui poter attingere fondi per la progettazione, è emerso un certo attivismo dei centri accademici, in particolare della Federico II di Napoli. E nel caso specifico relativamente all’ipotesi progettuale illustrata dalla prof. Adelina Picone che ha presentato una riqualificazione dell’Altopiano del Laceno, coniugando acqua, natura, turismo, welfare e cultura. L’idea progettuale condivisa dalla Picone incrocia interventi di carattere geologico, zootecnico e agricolo, oltre ad un intervento di riqualificazione che riguarda l’ex Albergo 4 camini, con sala wellness e centro congressi. “Molti terreni agricoli sono spazi fruibili per sperimentare nuove colture, data la particolare fertilità della terra in prossimità dell’acqua, che non hanno bisogno di irrigazione” spiega la professoressa.

 “La piana oggi è fortemente antropizzata, con strutture alberghiere, la stazione sciistica, il casone, l’albergo al lago recuperato dal Comune, i ristoranti” continua. “Incrociando i diversi sistemi fra di loro è possibile mettere a sistema le questioni. Intanto una lettura storico- cartografica ci ha consentito di dedurre lo stato attuale del luogo è falsato a causa dell’anello stradale realizzato negli anni ’80, che di fatto ha interrotto la continuità fra la piana e le pendici, e quello che c’è intorno. Era stato realizzato per le corse automobilistiche che però non si sono mai potute svolgere, perchè il percorso non era  adeguato dal punto di vista normativo”. Il lavoro prodotto dal gruppo di studio propone dunque di aprire l’anello e potenziare la viabilità carrabile, per rendere continuo il sistema dei campi agricoli con l’acqua del lago. “Proponiamo un’ovovia per il turismo sul Laceno, che parte da un’area compatibile rispetto al Puc e ad un’area di parcheggio a Bagnoli Irpino, e utilizzando la vecchia teleferica forestale, offrire una possibilità di accesso al Laceno per un turista internazionale” annuncia. “In questo modo l’altopiano si aprirebbe ad una mobilità dolce, con navette elettriche in circolazione durante la giornata, e una integrazione della mobilità da Avellino fino a Bagnoli”.

A questo Adelina Picone ha aggiunto un potenziamento della fruibilità della Grotta del Caliendo, che ha un alto potenziale scientifico e di ricerca, ma anche dal punto di vista turistico e culturale con un aggancio alla sentieristica. “Abbiamo immaginato attraverso diverse configurazioni progettuali, la realizzazione di spazi attrezzati che danno la possibilità di godere della natura. Oltre alla realizzazione di punti alternativi in cui far abbeverare animali attraverso un bacino di raccolta nelle quote intermedie; quindi punti di caseificazione di montagna, incrociando l’area sportiva con le piste da sci e l’impermeabilizzazione dei tracciati con sentieri e mulattiere”. La visione integrata del territorio di riferimento trae spunto dall’indirizzo politico più generale della sostenibilità ambientale, che cioè vuole rendere più efficiente quello che già esiste, con percorsi di valorizzazione, occupabilità e durabilità nel tempo. L’obiettivo annunciato da Romano è pianificare investimenti che generano investimenti, per ribaltare il crollo demografico e la fuga dei giovani. “Facciamo i conti anche con il rischio di incorrere in cattedrali nel deserto, che sono anche le piccole iniziative progettuali che non hanno avuto il sostegno del territorio” avverte.

Tratto da Nuovairpinia.it

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