Irpinia isolata e ancora senza banda larga: solo 2 comuni cablati

di Flavio Coppola (Orticalab.it)

Irpinia isolata e ancora senza banda larga: ai tempi dell’ E- commerce, delle call e della Dad, cantieri rinviati al 2021 e solo 2 comuni cablati.


Secondo gli ultimi dati di Open Fiber solo a Nusco e Sant’Angelo dei Lombardi sono terminati i cantieri. Senza banda larga il 32 per cento di chi vive in una zona rurale o in un piccolo comune. Problemi di connessione pure nelle aree industriali dell’Alta Irpinia e della Valle Caudina. Cantieri aperti nei comuni maggiori: salvo rari casi, l’innovazione nella manifattura e nei servizi resta una chimera.


C’era una volta la promessa della banda larga. Grandi progetti annunciati a gran voce già 10 anni fa, quando in Regione governava Stefano Caldoro, e ancora oggi tutti da realizzare. Sì, perchè per quanto riguarda la banda ultra larga con fibra ottica, a 30 Megabit al secondo in download, siamo ancora all’anno zero.

L’unica cosa concreta è il piano “Open fiber”, che in Campania vale 140 milioni di euro. E in Irpinia ci sono decisamente più ombre che luci. La banda ultralarga, all’ultimo aggiornamento, è presente solo a Nusco e Sant’Angelo dei Lombardi. Anche se sarebbero ancora scoperte le ramificazioni principali. Ci sarebbero poi ritardi sulle conferenze dei servizi e anche la Provincia avrebbe espresso perplessità sul danneggiamento delle strade provinciali. Il risultato è che abbiamo comuni che hanno spostato l’obiettivo al 2021 e altri addirittura sul 2022. Alla data dell’ultimo aggiornamento, i lavori completati risultavano ormai completati a Bisaccia, Bonito, Casalbore, Manocalzati, Monteverde e Vallesaccarda.

Cantieri aperti, invece, ad Ariano, Aiello del Sabato, Andretta, Bagnoli, Scampitella, Roccabascerana, Lacedonia, Mirabella Eclano, Montecalvo, San Nicola Baronia, San Sossio Baronia, Senerchia, Montefalcione, Monteforte, Montemiletto, Rocca San Felice, Rotondi, Santa Paolina, Serino, Torella dei Lombardi, Trevico, Tufo, Vallata, Zungoli, Candida, Caposele, Castel Baronia, Frigento, Gesualdo, Guardia Lombardi. Erano stati dati in chiusura i cantieri di San Michele di Serino, Venticano e Villamaina. Prossimi all’apertura o aperti i cantieri di Carife, Castelfranci, Contrada, Forino, Morra De Sanctis, Quindici, Santa Lucia di Serino, Savignano Irpino e Villanova del Battista. Addirittura ancora in progettazione i cantieri di Calabritto, Cassano Irpino, Cervinara, Chianche, Fontanarosa, Greci, Aquilonia, Santo Stefano del Sole, Taurasi, Lapio, Montemarano, Sturno, Lauro, Lioni, Melito Irpino, Salza Irpina, Moschiano, Teora, Paternopoli, Prata Principato Ultra, Sant’Angelo a Scala, Sant’Angelo all’Esca. In fase di analisi sono i comuni di Atripalda, Avella, Baiano, Cairano, Calitri, Cesinali, Flumeri, Grottaminarda, Montella, Mugnano del Cardinale e Torrioni.

Come detto, molti hanno rinviato i cantieri al 2021. Ci sono tutti i grandi comuni. Avellino, Altavilla Irpinia, Capriglia, Sirignano, Solofra, Sorbo Serpico, Sperone, Summonte, Taurano, Torre le Nocelle, Volturara Irpina, Chiusano San Domenico, Conza della Campania, Domicella, Grottolella, Luogosano, Marzano di Nola, Montaguto, Montefredane, Montefusco, Montoro, Ospedaletto d’Alipinolo, Pago del vallo di Lauro, Parolise, Pietradefusi, Pietrastornina, Pratola Serra, Quadrelle, San Mango sul Calore, San Martino Valle Caudina, San Potito Ultra, Sant’Andrea di Conza. Per finire, hanno addirittura annunciato uno slittamento al 2022 Mercogliano e Petruro. Lo stesso scenario era emerso, sul finire del 2019, dallo studio nazionale relativo allo stato di realizzazione progetto Bul, la rete pubblica di tlc a banda ultralarga.

Uno scenario disarmante, che la pandemia ha cristallizzato. Nel frattempo, i piccoli comuni puntano sulle reti wireless, mentre nelle zone industriali vige il fai da te. Secondo quanto riportato da Confindustria, le maggiori criticità si registrano proprio tra Nusco e Lioni, nelle relative zone industriali. Ma anche a Cervinara e San Martino Valle Caudina. Una copertura, insomma, a macchia di leopardo, che nel 2020, ovviamente, non ha fatto registrare grandi progressi.

Eppure proprio il mutato scenario globale, con il Covid 19 che ha imposto la necessità di rispettare il distanziamento sociale e tenere da remoto una serie di attività che fino all’anno scorso avevano luogo in presenza, ora impone la diffusione capillare della banda ultralarga. Non solo per le imprese, dove la crisi della domanda interna ha reso ormai irrinunciabile l’internazionalizzazione. Né soltanto per le attività commerciali, che ormai sul web possono colmare il gap delle vendite di persona. Ma anche e soprattutto sul versante dei servizi. Su tutti, mentre la Campania resta l’unica regione d’Italia che non ha riattivato le lezioni in presenza, sul settore scolastico. La «Dad», didattica a distanza, in Irpinia non è accessibile a tutti. Nell’anno del signore 2020.

Secondo gli ultimi dati Istat, quasi una famiglia su 3, ovvero il 32%, che vive in campagna, non dispone di una connessione a banda larga. Da qui, le difficoltà nell’accesso alle lezioni a distanza. In pratica, solo il 76 % delle famiglie italiane dispone di un accesso a internet, ma in Campania e in Irpinia la situazione è decisamente peggiore. In generale, nelle aree rurali, siamo al 68%. Soprattutto nei comuni con meno di 2.000 abitanti. La suggestione della banda larga, con la telemedicina e il telelavoro, con fabbrica 4.0 e il mondo in digitale, dunque, qui resta tale. Mentre il mondo corre, l’Irpinia e la Campania restano con la connessione lenta.

Flavio Coppola (Orticalab.it)

fonte Orticalab.it
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