IV AVVENTO / C – Il Regno di Dio: Gesù è il Regno di Dio, chi ha Lui possiede la salvezza; chi ci dà questa salvezza è Maria

IL VANGELO, di don Stefano Dell'Angelo

Dal Vangelo di Luca (1,39-45):

In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: “Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga a me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto”.


Nella Liturgia dell’Avvento, oltre la figura di Giovanni Battista spicca ancora di più quella di Maria, la quale ha un posto privilegiato. “In Lei, afferma il grande scrittore cristiano Danielou, culmina l’attesa del popolo ebraico, nella misura in cui in Lei convergono e confluiscono tutte le preparazioni, tutte le aspirazioni e tutte le ispirazioni, tutte le grazie, tutte le prefigurazioni che avevano riempito l’Antico Testamento: così da poter dire che, alla vigilia della venuta di Cristo, Maria riassume e incarna la lunga attesa dei secoli precedenti”.

Gesù è Figlio di Maria e nel diventarlo ama farsi precedere e annunciare dai poveri e dagli umili: vuole circondarsi di semplicità e verità. Betlemme è la più piccola tra le città di Giuda e avrà l’onore di dare il Messia promesso dai profeti, colui che estenderà il suo Regno di pace “fino agli estremi confini della terra”.

 Sulla linea delle profezie messianiche che si riferiscono al germoglio di Iesse (Is 11,1) o di Davide (Ger 33,15), alla radice di Iesse (Is 11,10), alla capanna diroccata di Davide (Am 9,11), anche il profeta Michea, parlando di Betlemme-Efrata, pensa ad una ripresa della storia dalle antiche origini della dinastia di Davide. Davide era un umile pastore e il Messia è presentato più come il discendente del Davide pastore umile, che del Davide re glorioso.

Gli umili e i poveri sono i primi portatori della sapienza e della salvezza. Così è Maria nei riguardi di Elisabetta. Per la stessa umiltà e povertà Elisabetta riconosce Maria come Madre di Dio e la Madonna non fa che riconoscere: “Il Signore ha guardato l’umiltà della sua serva” (Lc 1,48).

Il brano del Vangelo di Luca su cui stiamo riflettendo, ci dice che la salvezza promessa a Israele è già cominciata con l’Incarnazione del Messia, e tutto questo avviene con una mirabile attenzione e rispetto a coloro che ne sono i protagonisti; il segno di ciò che è avvenuto è l’elargizione dei beni messianici (lo Spirito e la gioia), beni spirituali dati ancora una volta ai poveri, agli umili, a coloro che si riconoscono bisognosi di salvezza. Il questo momento Maria è la vivente dimora di Dio in mezzo agli uomini, è la portatrice della salvezza.

In merito l’autore della Lettera agli Ebrei afferma che è in forza della sua povertà e della sua obbedienza che Cristo ha meritato per noi il perdono dei peccati e ci ha salvati. Per l’incontro degli uomini con Dio, per la loro unità e pace occorreva un uomo “pienamente e totalmente uomo ad eccezione del peccato” (Eb 10,5-10); perciò Gesù ha voluto essere il Figlio di Maria.

Ai tempi del Concilio di Calcedonia (451) si discuteva se nella persona di Cristo prevalesse la natura umana o quella divina, e dato che alcuni aderivano all’una o all’altra idea, ci fu bisogno di un Concilio che affermò, ponendo l’anatèma, che in Cristo c’è la natura umana tutta intera e la natura divina tutta intera, cioè Gesù è pienamente Uomo e pienamente Dio.

Le nostre discussioni oggi su che cosa vertono? Quell’uomo è così, quella donna è così; quello guida male, quell’altro è un buono a nulla, ecc., in poche parole, non sono discussioni, ma critiche, mormorazioni e passatempo. Raramente si discute di un argomento religioso con cognizione di causa, magari desiderosi della verità! Perché? Semplicemente non interessa, non serve per comprare macchine, lavatrici, televisori, un argomento religioso non serve a rovinare una famiglia rubando un coniuge all’altro, non serve a mettere zizzania tra le persone, e chi più ne ha più ne metta.

Maria era la vivente dimora di Dio tra gli uomini! Noi che siamo?

don Stefano Dell’Angelo


Don Stafano Dell’Angelo, parroco di Bagnoli Irpino

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