La strana pecora salvata da Sara sui monti irpini

la Repubblica 22.09.2022

La pecora dalla testa nera rischia la fine. Non tollera la stalla, stato brado anche quando nevica, robusta testarda, selettiva. Si sposta di chilometri per scegliere l’erba migliore, convince i cani a seguirla, nessuno che la blocchi. La transumanza è il suo mestiere, riposa in ovili di fortuna nei viaggi tra pianori e Cervialto, il monte che domina Lago Laceno e Bagnoli Irpino.

Vita dura che i giovani pastori rifiutano. Sono diversi dai padri. Decidono l’estinzione della Pecora Bagnolese facendola accoppiare con maschi di razze diverse: una follia, è l’addio al suo latte di alto pregio, a formaggi sublimi, ad una economia reale. È il 2009 quando ci si mette una donna. La salva Sara Moscariello, fa la paesaggista, ma ci prova. Quella bizzarra pecora lei la racconta, ora la vede sempre meno sui tratturi, la razza lentamente sparisce nel buio di una stalla. Riunisce i pastori di Bagnoli. Uno di questi l’avverte: “qui parlano solo gli uomini”. Ribelle come la pecora che deve salvare, Sara urla:

“Qui parla chi ha voglia di lavorare per un grande Pecorino Bagnolese, è il nostro futuro”: dà l’esempio: parte con 130 pecore, e affida al marito Patrizio Della Polla, casaro da cinque generazioni, le governa il cognato Aniello, pastore di belle speranze. Si aggiungono altri quindici con 200 capi ciascuno. Nasce la prima Coop con il primo disciplinare: prevede le fasi della stagionatura, dai novanta giorni in su. È fatta. Lo chef Alfonso Iaccarino va in grotta a rifornirsi. Coldiretti adotta il progetto. Sara crede nei sogni. La pecora dalla testa nera è domani (oggi ndr) al Salone del gusto di Torino. A.C.

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