La vera storia di Finocchio e Magnafoco…(sogno di Cassandro…“il” scrittore…)

di Mike Nigro

C’era una volta un piccolo, grazioso paesello di montagna di nome Progettopoli (sempre quello…), dove la vita scorrea placida e sonnacchiosa, adagiata nel più gradevole torpore.

In questo paesello imperversava un truce personaggio, il terribile “Magnafoco”, figuro terrificante e tristo, riverito ma inviso a tutti, così chiamato per via della sua insaziabile ingordigia (tenea sempre le “mani in pasta”… avea sempre voglia de magnà, magnà, magnà…).

Cruccio di Magnafoco, da togliergli sonno ed anco sorriso, era di metter mani (e piedi…) nel Palazzo Municipale e scalzar il vecchio despota ivi imperante (un po’ taccagno e “corto di maniche”…), che lo costringea a grossi digiuni e periodi di dolorosa astinenza e vacche magre.

Tanto fece e tanto disse, tanto smosse ed agitò, che Magnafoco pur riuscì nel bieco intento. E per raggiunger lo scopo, non lesinò di stringer patto con manipolo di briganti, coinvolgendo nella tresca anche il “lupo” (altro che gatto…) e la “volpe”, subdoli manigoldi ben rinomati nel circondario. In realtà sia il lupo che la volpe tornavan comodi a Magnafoco per via dei loro trascorsi di regnanti del paesello. E, da come si dicea in giro, ai due lestofanti tornava comodo il bieco intento di Magnafoco di scalzar vecchio tiranno, per agevolar silenzio su loro antiche malefatte di quando avean retto paesello. Correa voce, infatti, che il vecchio tiranno avesse messo dito su orribili segreti….e la cosa spaventò non poco qualcheduno…che pensò bene di favorir suo presto allontanamento dal Palazzo Municipale.

Per non trascurar nessuno, Magnafoco non mancò di chieder mano sempre preziosa a messer  “Grullo parlante”…(no, non è un errore di stampa, è proprio “Grullo”…), eminenza grigia ed autorevole, di indiscusso ascendente e, perciò, comodo e utile al raggiro. Poco avvezzo agli oscuri intrighi di Magnafoco & C., ma bramoso sol di ossequio e riverenza, del “Grullo” si dicea gestisse una sorta di scuola di carboneria massonica, con tanto di accademici, inservienti e discendenze varie… In verità, ultimamente avea perso un po’ dimestichezza con la favella e, più che “parlante”, era divenuto “scrivente”… Con l’andar degli anni, infatti, i più l’avean sgamato e davan ormai poco credito alle sue parole. Lui però, calcolatore astuto, riusciva sempre a tenersi a galla, rimediando nuove leve, ingenue e sprovvedute, e assecondandone e cavalcandone l’irrefrenabile desio di popolarità e vetrina.

Ma grossa e decisiva sponda Magnafoco la ebbe (manco a dirlo…) dai più stretti “amici” del vecchio tiranno, quegli “amici” con i quali il tiranno per anni e anni avea spartito pensieri, idee, azioni, lotte, sacrifici, decisioni, delusioni e soddisfazioni, amare sconfitte e gioiose vittorie. Quegli “amici” senza faccia, senza spina dorsale, senza “attributi”, senza onore e senza dignità…, degni discendenti di quelli che, qualche lustro prima, il “Sommo”, nel mezzo del cammin di sua vita, così avea incontrato nel lago Cocito: “…livide, insin là dove appar vergogna…eran l’ombre dolenti ne la ghiaccia, …mettendo i denti in nota di cicogna… Ognuna in giù tenea volta la faccia; …da bocca il freddo, e da li occhi il cor tristo…tra lor testimonianza si procaccia”.

Non c’è che dire..!! Proprio una gran bella brigata….

Liberatosi del tirchio tiranno, il truce Magnafoco (poco incline a governar di persona) pose nel Gran Consiglio del Palazzo, a tirar le sorti del paesello, l’intera sua compagnia di burattini. Fra tante occupazioni, Magnafoco, infatti, gestia anche un bel teatrino con annessa compagnia di pupi, (quasi) tutti artisti bravi e volenterosi, ma – pur a lor sgradito per la sinistra nomea che lo circondava – del tutto assuefatti alla sua losca volontà.

E così “Finocchio” (no, nemmeno questo è un refuso di stampa…si chiamava proprio così perché si bevea ogni favoletta e si facea “infinocchiare” dal furbetto di turno) e gli altri burattini si ritrovaron sì sulle ambite poltrone del Gran Consiglio, ma solo a dar voce e mano a quella brigata di masnadieri..!!

Povero Finocchio..!! E poveri burattini..!! Che sorte ingrata..!! Stare lì alla comanda e agli ordini del sempre odiato e inviso Magnafoco…

E nulla avea potuto anche la dolce e amabile “fatina”, tanto attenta e premurosa. Manco lei era riuscita a dissuadere quel discolo di Finocchio e compagnia danzante: le sue accorate raccomandazioni nulla avean potuto contro le solite, sempre accattivanti, adulazioni dell’astuta “volpe” e dello scaltro “grullo scrivente”, maestro insigne e ineguagliabile a raggirar e mieter vittime sacrificali.

Scaraventati imprudentemente nell’arena, questi poveri burattini, inesperti e un po’ narcisi, attardatisi in libagioni e baccanali, avean però trascurato l’occupazione prima del buon governante, cioè di rimediar moneta fresca per assicurar servigi al popolame, procurando, così, gran sofferenza al tesoro del paesello,

In loro aiuto accorser, celeri, Magnafoco e gli altri masnadieri, a suggerir dar colpa al vecchio tiranno che stea prima e a sparger voce che questi avea lasciato il trono e il paesello pien di debiti…

E c’era anco altra questione. Correa voce in giro, infatti, che i burattini governanti meditasser pure di reclamar paghetta… Cribbio!! Mica potean magnar solo Magnafoco e gli altri masnadieri..!!

E allor giù ad aumentar tasse e tariffe (con gran malcontento del paesello)..!! Tanto la colpa era del vecchio tiranno che stea prima, che avea lasciato debiti e cambiali…

Ma il paesello non è mica proprio tanto scemo!! E non ci casca facilmente…(non tutti, almeno…). Ormai (quasi) tutti han visto e capito con chi si ha a che fare…

Si dicea pure in giro che i burattini governanti, invece di studiar da buon regnanti, passasser ore a rimirarsi allo specchio…e a chieder esso fatidico oracolo: specchio specchio delle mie brame…… Qualcuno – pare – anche in posa da modello a diffonder (auto)ritratti per lo mondo intero… Mah..!!

E tutto questo mentre Magnafoco…e il lupo…e la volpe…, al riparo da occhi indiscreti, stan lì alle prese con lor faccende oscure…e a favorir silenzio su antichi scempi…e a sbrigar gatte da pelare per i burattini governanti…

Ed or vediam cos’ancor cadrà di bello…in quel di Progettopoli, ricco paesello…

Mike Nigro


P.S.: Ovviamente nomi, personaggi, fatti e situazioni sono puramente casuali, del tutto immaginari e frutto solo della fantasia dell’ignobile autore. Si spera che il caro Collodi ne abbia giusta comprensione e pietà (del resto si vocifera che, a sentir siffatta storia, anche lui si sia rivoltato nel sepolcro…)…

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