Laceno, il Comune lima il progetto e apre a Confindustria

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L’esecutivo di governo tende la mano a Confindustria per una collaborazione sul complesso programma di riqualificazione dell’intero polo turistico invernale licenziato dagli industriali, e conferma il boom di presenze sull’altopiano nei week end di gennaio. Strutture alberghiere e ristoranti pieni, nonostante l’assenza degli impianti sciistici.


“Sul Laceno l’amministrazione sta lavorando al progetto definitivo e siamo in dirittura d’arrivo: in questo momento stiamo cercando di limare i costi e ridurre gli importi, ma è stato aperto un dialogo con la Regione Campania e i vertici istituzionali, da cui abbiamo avuto ampie garanzie e rassicurazioni”. Così Teresa Di Capua, sindaco di Bagnoli Irpino, attaccata su più fronti in merito al congelamento del polo turistico invernale dell’altopiano del Laceno. I botta e risposta di questi giorni però, intercorsi fra esponenti della giunta bagnolese e i titolari della concessionaria impegnata nella gestione ultradecennale degli impianti ha infiammato il dibattito e coinvolto in maniera trasversale tutte le istituzioni della provincia.

La polemica è stata scatenata dalle affermazioni del numero due della giunta Di Capua, Rino Ferrante, che nei giorni scorsi ha teso una mano agli imprenditori per sostenere con investimenti privati una giusta valorizzazione dell’altopiano. Una disponibilità peraltro già acclarata da Confindustria, come testimoniato proprio da Nuova Irpinia con la pubblicazione del progetto di massima elaborato negli uffici di Via Palatucci.

“Le parole del vice sindaco sono state travisate” chiarisce Di Capua. “Abbiamo cercato di far capire che per costruire il polo invernale del Mezzogiorno è necessaria la convergenza e le energie di tutti, a partire dai privati. La nostra richiesta infatti, si ritiene formulata anche a Confcommercio, a Confartigianato e a tutti gli operatori commerciali dell’intera provincia. Quanto a Confindustria, abbiamo solo sottolineato che gli industriali non avessero minimamente coinvolto il Comune di Bagnoli, nè si fossero confrontati: Confindustria ci cerchi, la nostra porta è aperta. Non siamo chiusi, nè arroccati” continua.

L’iter burocratico, oltre che progettuale, per arrivare alla definizione di un cantiere si presenta piuttosto lungo e impegnativo. Fra progettazione esecutiva, gara europea e aggiudicazione dell’appalto ci vorranno mesi. Senza contare che la realizzazione dell’opera stessa- impianti sciiistici e cabine, rifugi e quant’altro (per essere superficiali)- implicherà almeno dieci anni. E’ proprio questa la contestazione dell’ex concessionario Giannoni, che condannato alla restituzione delle aree al comune per candidare il progetto a valere sui fondi pubblici, polemizza sul congelamento delle economie dell’altopiano dal punto di vista turistico.

“Rispetto alle affermazioni dell’ex concessionario parlano gli atti giudiziari, che sono cristallini e che non si possono non prendere in considerazione e rendere esecutivi. Ci sono le sentenze del tribunale, di cui una è definitiva” replica il sindaco. “Rispetto alle lungaggini del progetto, invece, rispetto l’iter del finanziamento pubblico, senza escludere altre alternative ovvio. Ad oggi però, il Comune non ha ricevuto alcuna proposta da parte di privati, nè da Confindustria stessa”.

Sul Laceno e sulle potenzialità inespresse di trasformarsi in polo turistico invernale capace di sottrarre turisti e visitatori agli impianti di Castel Di Sagro in Abruzzo, è intervenuto anche il presidente della Provincia Domenico Biancardi, che ha messo in campo un ambizioso progetto sul potenziamento turistico della provincia. “Il Laceno non è soltanto di Bagnoli o dell’Alta Irpinia, ma è patrimonio provinciale e regionale: è un concreto volano di economia per l’intero territorio” argomenta.

Poi c’è la polemica sul progetto pilota, che viene additata come un ‘contenitore vuoto’ caricato invece di false aspettative dalla presidenza, quanto dalla Regione. “Il Progetto pilota è il corridoio che sta percorrendo il Comune di Bagnoli per ottenere il finanziamento del progetto generale. Riteniamo che questa sia la via maestra, ma non escludiamo la possibilità di percorrere altre strade”.

Dalla fine di dicembre e fino ad oggi, l’altopiano ha registrato un incremento sostanziale di presenze. Dalle famiglie alle coppie, provenienti soprattutto dalle città della fascia costiera campana, dalla Puglia e dalla Basilicata, non hanno rinunciato a trascorrere il fine settimana nei rifugi e negli chalet di montagna, per godere del buon cibo, del paesaggio innevato, del lago ingrossato e ghiacciato, ma anche dell’ossigeno puro. “Il Laceno non è morto, e voglio sconfessare questa immagine pessimistica dell’altopiano in abbandono. Vive di vita propria, anche in assenza degli impianti, e col passare dei giorni aumenta le presenze da parte di famiglie. Le difficoltà ci sono, ma siamo in grado in questo momento, di offrire tanto altro, e sopperire al vuoto della stazione sciistica”.

Altra annotazione rilevata dall’ex concessionario Giannoni, e che ha scatenato diverse polemiche in paese è stata l’ordinanza del Comune di Bagnoli sul divieto di bob e slittini, e di ogni attrezzatura per lo sci. Una misura che l’esecutivo Di Capua ha ritenuto necessaria alla luce della chiusura degli impianti e della stazione sciisitica, al fine di preservare la sicurezza e l’incolumità dei turisti. Basta considerare in fondo il triste epilogo di Emilia, la bimba morta con la slitta in Alto Adige sulla pista nera del Corno del Renon, che per non avere capito la pericolosità del tracciato ha perso la vita.

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