L’avvenire della stretta di mano “Post Covid-19”

di Gino Di Capua

La pandemia di questo maledetto  COVID-19 sta trasformando anche le nostre abitudini e il nostro concetto di “vivere insieme, del saluto amichevole”.

In apparenza, la stretta di mano sembra essere una semplice forma di un CIAO fisico, non molto diversa da un cenno, un sorriso, un bacio…

In effetti, in un numero sempre crescente di Paesi europei, stringere la mano è diventato la parte essenziale della “socievolezza”.

Alla domanda recente su questo amichevole gesto, alcuni immunologi hanno affermato che non dovremmo mai più stringerci la mano!

Secondo i medici, (una bestemmia secondo me) abbandonare questa usanza aiuterebbe a prevenire il propagarsi di virus e infezioni influenzali stagionali.

E così dunque? Una delle linee guida del ministero della salute per prevenire la diffusione del Covid-19 o di altri virus in generale è quella di evitare di stringersi la mano?

Più facile dire che da fare, per l’interazione sociale con origini antiche e profondamente radicate nella nostra cultura.

Da quando e perché ci stringiamo la mano? (piccolo cenno storico)

Questo antico gesto; questa vecchia interazione sociale ha la sua origine all’inizio del secondo millennio, a margine dei codici cavallereschi.

Era un patto di non aggressività tra cavalieri.

Tendere la mano era un atto di fiducia, significava anche non poter estrarre la spada per usarla contro chi stava di fronte, era un atto di pace.

E non è cambiato molto! Oggi, dopo una disputa, ad esempio, ci si rifiuta di stringere la mano all’avversario, fino alla prospettiva di una discussione pacifica.

Quest’atto è diventato ormai talmente un riflesso, un automatismo che non sarà così facile potersene liberare. Purché lo si voglia.

 Fortemente scoraggiata per prevenire la diffusione del Covid-19, la reputazione della stretta di mano è stata messa alla gogna in questi ultimi mesi perché reputata uno dei veicoli e fedeli alleati del virus, ed è il primo ammonimento in periodi di emergenza sanitaria.

Oggi derogare per paura, a una mano tesa è diventato abbastanza consueto, malgrado il rischio di sembrare presuntuoso. Non c’è niente di più umiliante che protendere la mano all’altro ed essere ignorato.

La stretta di mano è un preludio a tutte relazioni umane: stabilisce un contatto fisico. “Ti tocco, quindi sei qui e ora puoi entrare in discussione con me”! Significa che c’è pace tra di noi.

C’è una piccola colomba sospesa sopra ogni stretta di mano.

Non è un caso che (almeno per me) ricevere una stretta di mano molto schietta e calorosa, la si sente più partecipe alla convivialità e all’amicizia.

Noi abbiamo bisogno di questo rituale, ha un senso nel nostro cervello.

Ecco perché è importante una “bella” stretta di mano. Maledetti virus.

Gino Di Capua

(da Fuori dalla Rete, Giugno 2020, anno XIV, n. 3)

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