Le parole non hanno bisogno di nulla, siamo noi che abbiamo bisogno di loro per non soccombere al nulla. Scrivere è un’esigenza, una ricerca, un lavoro artigianale che si crea mescolando emozioni, sentimenti, attimi indefiniti di vita e di morte, provando a fermare il suo perenne scorrere con le parole che diventano, e sono valore di eternità» così introduce la propria raccolta di poesie Luciano Nigro.
Versetti frammentari. Amore e altri abissi (Il Papavero, 94 pag. 15 euro) è un’opera prima, una silloge intensa e profonda, in cui la parola si fa essenza e respiro dell’esistenza. L’opera s’inserisce nella collana Papiliones, curata da Silvana Pasanisi, e rappresenta un viaggio lirico attraverso sentimenti, pensieri e frammenti di vita. Come scrive Silvana Pasanisi nella prefazione, «la silloge è sottilmente divisa in tre parti: il viaggio di parole, l’amore del vivere e l’amara malinconia delle miserie umane. Sottilmente perché sono confini facilmente scavalcabili, che si integrano e compenetrano l’un con l’altro».
Spicca la capacità dell’autore di ridurre la parola all’essenziale, eliminando ogni orpello superfluo per lasciare spazio a un linguaggio chiaro, aperto e sincero. Nigro non si rifugia in astrattezze, ma affronta l’esistenza con un linguaggio diretto, quasi sussurrato, che riesce a toccare corde profonde nell’animo del lettore. Il titolo suggerisce immediatamente la struttura dell’opera: una serie di componimenti che, pur nella loro apparente discontinuità, si uniscono per creare un’unica trama emotiva. Ogni poesia è un tassello di un mosaico più grande, un riflesso dell’esperienza umana nella sua molteplicità di sentimenti. L’amore, la perdita, la ricerca di senso e l’ineluttabilità del tempo sono i temi che ricorrono con maggior frequenza, affrontati con un’intensità che colpisce e coinvolge. Si nota la ricerca sulla parola. Ed attraverso le parole esplora tutte le sfumature dell’animo
umano.
Troviamo l’amore in tutte le sue sfaccettature, così come le diverse emozioni. C’è la malinconia, c’è il tempo che scorre. C’è anche una ricerca di sonorità. Non c’è punteggiatura, una scelta che spinge il lettore ad arrivare dove meglio crede. Leggere Versetti frammentari è come entrare in una stanza piena di specchi: ogni verso restituisce un riflesso diverso, offrendo spunti di riflessione sempre nuovi. Nigro riesce a creare un dialogo silenzioso con il lettore, suggerendo immagini e suggestioni che risuonano profondamente nella mente di chi legge. È una poesia che non impone risposte, ma che invita a interrogarsi, a perdersi per ritrovarsi.
Il profilo Instagram di Nigro, sotto lo pseudonimo “luciferyn”, lo identifica come scrittore e amante della poesia. Ma accanto alla poesia c’è la musica, altra grande passione dell’autore. E non è casuale che la prefazione di Pasanisi, Andante lento – lentissimo – Andante – vivo, nell’introdurre il lavoro tracci un parallelismo tra alcuni versi di Nigro e Viaggi e miraggi di De Gregori, o Certe Notti di Ligabue o anche Discanto di Fossati. Ma il rapporto speciale con la musica della raccolta è tutto in un Qr code. Inquadrandolo ecco la sorpresa: si tratta di Old green, la composizione originale del pianista Luis Di Gennaro che accompagna nella lettura dei versi. Con Versetti frammentari, Luciano Nigro conferma la sua sensibilità poetica e la capacità di trasmettere emozioni autentiche attraverso una scrittura essenziale e raffinata. Questa raccolta è un viaggio intimo e coinvolgente, in cui la parola diventa strumento di esplorazione e resistenza contro il nulla. Un libro da leggere e rileggere, lasciandosi trasportare dalle onde dei suoi versi.
Massimo Roca – Il Mattino
Ti invitiamo a reastare in tema, essere costruttivi ed usare un linguaggio decoroso. Palazzo Tenta 39 si riserva comunque il diritto di allontanare le persone non adatte a tenere un comportamento corretto e rispettoso verso gli altri.