Obey

di Martin Di Lucia

Immaginiamo di vivere un mondo in cui tutto ciò cui siamo esposti è finto, un mondo in cui non siamo altro che marionette appese a un filo, un mondo in cui la realtà che percepiamo non è altro che un miraggio, un’intricata facciata multidimensionale.

Nel 1988 John Carpenter diresse ‘Essi vivono’, uno dei film più importanti mai realizzati sul tema della propaganda; inutile dirlo, il film all’epoca fu completamente ignorato, ma a quasi quattro decenni dalla sua uscita il suo messaggio non è mai stato così importante come lo è oggi. Potremmo dire che ‘Essi vivono’ non era finzione, ma una profezia.  Il protagonista, John Nada, è un vagabondo disilluso che giunge a Los Angeles in cerca di lavoro, qui fa amicizia con un operaio edile di nome Frank. Con il passare del tempo Nada inizia a notare delle attività sospette in una chiesa vicina. In seguito ad una violenta irruzione della polizia nella chiesa, Nada decide di indagare su cosa stia accadendo. Scopre un messaggio criptico su un muro che recita: ESSI VIVONO. NOI DORMIAMO. Nada trova anche un paio di occhiali da sole. Camminando per le strade di Los Angeles, decide di provare i suoi nuovi occhiali ed è qui che la vita del protagonista subisce un drastico ribaltamento esistenziale. Gli occhiali da sole, in senso molto letterale, cambiano la prospettiva di Nada, mandando in frantumi il suo concetto stesso di realtà. Queste lenti permettono infatti di vedere il mondo com’è davvero. Ovunque, sui cartelloni pubblicitari, giornali, nei negozi, si leggono slogan come “Obbedisci”, “Non mettere in discussione l’autorità”, “Consuma”, le banconote riportano il messaggio “Questo è il tuo Dio”. Nada si rende conto che, come quasi tutti gli esseri umani, è schiavo di un sistema onnipresente. Indossando gli occhiali ora è in grado di vedere attraverso l’inganno e scoprire il vero significato che si cela dietro ogni cosa: il piano generale per porre in stato di schiavitù l’intera razza umana. Ma siamo solo all’inizio. Nada scopre che quasi tutte le persone delle classi privilegiate sono in realtà un’orrenda razza di alieni. ‘Essi’ infatti vivono sfruttandoci: noi siamo il loro carburante. ‘Essi’ sono i parassiti e noi siamo i loro ignari ospiti. Mentre ‘Essi’ traggono profitto da questo imperituro saccheggio, noi dormiamo, ignari dei messaggi subliminali che ci vengono propinati.  Ogni giorno, in ogni istante, siamo costantemente bombardati da pubblicità con messaggi subliminali, che ci spingono ad acquistare prodotti o a credere in certe idee. David Ogilvy, padre della pubblicità moderna, diceva che una buona pubblicità è quella che vende il prodotto senza attirare l’attenzione su di sé, e tale assunto è pienamente sfruttato da tutti i pubblicitari odierni. La pubblicità è ovunque intorno a noi, ogni giorno siamo esposti a centinaia, se non migliaia, di pubblicità in TV, nei film, nei video musicali e persino nei cartoni animati; quasi ogni singolo post sui social media è una pubblicità, inserita strategicamente con l’intento di influenzare il comportamento inconscio del pubblico di riferimento.

Carpenter satireggia esplicitamente sugli eccessi del materialismo commerciale degli anni ’80 e pone l’accento sul controllo esercitato sulle masse dalle multinazionali. Ma, per quando fosse un visionario, non avrebbe mai potuto immaginare il mondo in cui ci troviamo oggi, in cui aziende, con più capitale e potere di interi stati nazionali, si sono inserite in ogni aspetto della vostra vita. Gran parte di ciò deriva dal monitoraggio del nostro comportamento online, dalla raccolta dei nostri dati e dall’utilizzo delle informazioni ottenute per venderci di tutto, dalla spazzatura alle idee politiche. L’amore degli esseri umani per lo shopping è innegabile, tuttavia, vi siete mai chiesti: ‘Ma perché è così?’ O, più specificamente: ‘Chi è il vero responsabile della nostra insaziabile sete di shopping?’ Ebbene, una parte significativa del moderno comportamento d’acquisto è da attribuire ad un uomo: Edward Bernays, nipote di Sigmund Freud (lo psicologo secondo cui l’essere umano è guidato da forze inconsce). Bernays è stato un pioniere nel campo delle pubbliche relazioni e della propaganda, noto per aver introdotto le moderne tecniche pubblicitarie, come l’utilizzo di celebrità per sponsorizzare prodotti, l’impiego di metafore per influenzare l’opinione pubblica e l’uso di simbolismi per evocare emozioni.

Sebbene queste tecniche possano apparire innocue a prima vista, il loro scopo è quello di manipolare gli individui nell’acquisto di articoli non necessari o indesiderati. Va da sé che il metodo Bernays continua a funzionare splendidamente ancora oggi, e non certo a nostro vantaggio. Ogni stagione festiva quasi il 40% delle persone si indebita per comprare regali o per spese legate alle vacanze. Allo stesso tempo, molte di queste persone non hanno risparmi, niente, neanche un centesimo. Bernays sosteneva di poter convincere le persone ad acquistare basandosi sulle emozioni piuttosto che sulla praticità, e di riuscire a generare una domanda per articoli poco appetibili o financo sconosciuti. Per raggiungere tale obiettivo ha sviluppato tecniche che mirano ad attingere ai nostri desideri subconsci per stabilire una connessione emotiva tra il prodotto e il consumatore; in sostanza, ha creato artificialmente un bisogno sfruttando le nostre emozioni. E così, grazie agli ingranaggi della cultura occidentale, abbiamo assistito a decenni di sovraconsumo di massa. Bernays, spesso acclamato come il pioniere delle pubbliche relazioni, pubblicò il suo influente capolavoro di propaganda nel 1928. In quest’opera innovativa e distopica egli scandagliava le profondità della mente umana, sottolineando che le pubbliche relazioni non dovessero essere sminuite come semplici trucchi da imbonitore da fiera, ma piuttosto riconosciute come strumento essenziale per controllare i comportamenti di acquisto delle masse. “La manipolazione consapevole e intelligente delle abitudini e delle opinioni delle masse è un elemento fondamentale nelle società democratiche; coloro che manipolano questo meccanismo costituiscono un governo invisibile che è il vero potere dominante del Paese”. Come Freud, egli riteneva che noi “Siamo governati, le nostre menti sono plasmate, i nostri gusti formati e le nostre idee suggerite in gran parte da uomini che non abbiamo mai sentito nominare; sono ‘loro’ che tirano i fili che controllano la mente pubblica”.

Dopo aver constatato la notevole efficacia della propaganda in guerra, Bernays iniziò a riflettere sulla sua potenziale utilità in tempo di pace e, data l’associazione negativa che la propaganda di guerra aveva raccolto, coniò la terminologia “pubbliche relazioni”. Si, le PR di oggi non sono altro che una versione glorificata ed edulcorata della propaganda di guerra. Basandosi sulle intuizioni del suo celebre zio, Bernays sviluppò un approccio che chiamò “Ingegneria del consenso”. In breve, il guru fornì a clienti influenti, tra cui la General Electric, l’American Tobacco Company e il gigante dei media CBS, gli strumenti per “controllare e disciplinare le masse secondo la nostra volontà, senza che [le persone] se ne rendano conto”. Per farlo egli affermava che fosse necessario aggirare la parte razionale della mente e puntare direttamente alla giugulare: l’inconscio. Un secolo fa era consuetudine per gli americani fare una colazione leggera, composta da caffè, una fetta di pane e magari dei cereali. Tuttavia, Bernays decise di esplorare l’idea di un pasto mattutino più sostanzioso, apparentemente per migliorare la salute; cercando un parere professionale, consultò un medico del Ministero della Salute pubblica, che confermò che iniziare la giornata con un pasto più sostanzioso avrebbe fornito agli individui una maggiore energia. Poco dopo Bernays chiese al dottore di contattare 5.000 colleghi medici e di informarsi sulla loro posizione in merito e, sorprendentemente, oltre 4.500 medici risposero affermativamente, concordando con l’idea che una colazione più pesante potesse migliorare la salute. Armato di questa risposta schiacciante, Bernays colse l’opportunità per creare una narrazione avvincente; i titoli dei giornali presto proclamarono “4.500 medici sostengono che gli americani devono fare una colazione sostanziosa per migliorare il loro benessere”. Molti di questi articoli mettevano in evidenza il bacon e le uova come componenti essenziali di un vero pasto mattutino americano. Bernays applicò la psicologia freudiana anche all’impasto per le torte istantanee. Si, l’impasto per torte.

Durante la Seconda Guerra Mondiale, questa formula era stata creata per semplificare il processo di cottura dei cibi: aggiungendo semplicemente dell’acqua alla miscela di ingredienti secchi e riscaldandola, il cibo era pronto in pochissimo tempo. Ma le casalinghe, per qualche motivo, non ci stavano, si opponevano all’acquisto della miscela. Perché? Perché sentivano di non contribuire al processo. Sulla base di questa rivelazione la ricetta fu poi modificata per includere anche un paio d’uova; e l’aggiunta funzionò come previsto. Assecondando la psicologia di Freud: l’atto della donna di offrire il suo lavoro al marito doveva essere visto come un dono inconscio. Questo gesto non solo eliminava il senso di colpa, ma aveva anche un significato più profondo. Secondo la teoria freudiana, l’uovo simboleggia la vita e la nascita, aggiungendo un significato profondo alla creazione della torta; in questo modo la casalinga dava metaforicamente vita a qualcosa di speciale per il marito.  L’impatto di Bernays sul modo in cui vediamo e consumiamo non può essere sottovalutato, e questo non è sfuggito al regista John Carpenter. ‘Essi vivono’ fornisce una risposta profondamente inquietante a tutta questa situazione. Nada in spagnolo significa Nulla. Agli occhi dell’élite, che comprende alti dirigenti di multinazionali, magnati del marketing e politici, noi siamo esattamente come suggerisce il nome del protagonista: Nada. Nulla. Perché preoccuparsi di dilemmi etici, quando il pubblico di riferimento, composto da miliardi di persone, è considerato un oggetto insignificante, un sacco di carne, sangue e ossa che merita solo di essere manipolato, plasmato e sfruttato senza pietà? Nada rappresenta il cittadino qualunque. Per molti di noi, tuttavia, la verità è troppo dolorosa da affrontare, per molti l’ignoranza è sinonimo di beatitudine. Nel film infatti vediamo Nada esortare Frank, il suo amico, ad indossare gli occhiali da sole, così che veda come stanno realmente le cose. Tuttavia Frank, consapevole della brutale realtà che lo attenderebbe qualora accettasse di indossarli, rifiuta, non potendo sopportare di scoprire che tutta la sua vita possa rivelarsi una menzogna. Dopo una scena di lotta piuttosto concitata, Nada riesce a mettere gli occhiali da sole sul viso di Frank, la cui vita, da quel momento, cambia per sempre.

Carpenter ci invita a rimuovere il prosciutto che abbiamo sugli occhi e vedere le cose in modo oggettivo. Egli sostiene che ciò che percepiamo come verità è, in realtà, una simulazione accuratamente confezionata. Come suggerisce il suo film, siamo ingranaggi di una ruota che gira in continuazione, risorse che vengono sfruttate finanziariamente, psicologicamente e spiritualmente, ma possiamo rendercene conto solo indossando gli occhiali, non togliendoli. Così Nada e Frank uniscono le forze con un gruppo di individui che hanno sperimentato gli stessi effetti degli occhiali da sole e insieme formano un movimento di resistenza clandestino; attraverso una serie di intensi e violenti scontri, riescono ad infiltrarsi nel luogo di ritrovo segreto delle élite extraterrestri. Il loro coraggio alla fine viene premiato, ma a costo di molti sacrifici, enormi quantità di dolore e la volontà di accettare una dura e fredda realtà. ‘Essi vivono’ è un film sull’eterna lotta per l’individualità, l’autonomia e la nobile ricerca della verità. Carpenter incoraggia ogni singolo spettatore a mettere in discussione la narrazione generale che permea la nostra vita e a chiederci, a voce alta e senza pudore, se non viviamo influenzati da inquietanti forze esterne. È importante notare come questo film sia ispirato a “Le otto in punto del mattino”, un racconto scritto nel 1963 da Ray Nelson.

Quando pensiamo alla narrativa distopica la nostra mente corre subito a “1984” di Orwell, ma il racconto di Nelson, che ha ispirato Carpenter, che poi avrebbe ispirato a sua volta i creatori di Matrix, è il racconto più importante (e più trascurato) del XX secolo. La trama è incentrata su George Nada, un individuo apparentemente ordinario, piuttosto insignificante, che viene a conoscenza di una cospirazione orchestrata da esseri extraterrestri. Questi alieni possiedono la capacità di manipolare la realtà e utilizzano i media come mezzo per sottomettere e dominare la razza umana. Il risveglio di George avviene dopo un’esperienza con un ipnotizzatore, che però prende una strana piega: il protagonista acquista la capacità di percepire i volti di questi non-umani, noti come ‘Fascinatori’, che si sono infiltrati nella società. Tuttavia George, unico uomo risvegliato al mondo, comprende che se si mostrerà consapevole, i fascinatori gli ordineranno immediatamente di tornare allo stato precedente o, peggio, lo uccideranno.

Nella sostanza e nella struttura il racconto di Nelson rispecchia pienamente l’adattamento di Carpenter. Un uomo di nome Nada, un pinco pallino qualunque, scopre che il mondo che percepiamo non è quello che sembra; gli edifici, i manifesti, i programmi televisivi, l’architettura, le pubblicità e persino le persone, sono solo una facciata, un velo di normalità che nasconde la verità: una razza di parassiti non solo controlla la Terra, ma anche i nostri stessi pensieri e impulsi. Gli slogan “Obbedisci, Consuma, Sottomettiti, ecc.” sembrano esattamente ciò che accade oggi con aziende come Black Rock, che investono in tutte le società esistenti, controllando così i messaggi da diffondere. C’è un motivo per cui tutte le aziende, tutte le pubblicità, tutti i governi sembrano condividere la stessa narrazione. Una volta compreso che queste creature ipnotizzano l’umanità fino a renderla compiacente, per poterla letteralmente consumare, il protagonista si rende conto che è la televisione l’arma principale dei fascinatori e, dopo aver eliminato la creatura di fronte alle telecamere, invita la gente a svegliarsi e a uccidere queste creature a vista. Oggi, con la TV che ha perso il suo fascino, le piattaforme social sono diventate la nuova arma dei contemporanei fascinatori. Fin dalla tenera età, ai bambini vengono messi in mano dispositivi digitali con cui sono bombardati da quantità pericolosamente elevate di pubblicità e ideologie discutibili. Appena nati salgono su un tapis roulant digitale per non scendere mai più, diventando consumatori, schiavi a vita. Tutto ciò che vediamo in televisione e su internet è progettato per venderci qualcosa, i messaggi si riferiscono a noi, enfatizzando il significato del consumismo.

Viviamo in tempi estremamente strani, in cui il divario tra ricchi e poveri continua ad aumentare, in cui siamo costantemente bombardati da falsi idoli, falsi messaggi e propaganda subliminale travestita da pubblicità amichevole. Se le ideologie sono sistemi di idee, credenze e valori socialmente condivisi, utilizzati per giustificare determinati comportamenti, allora dobbiamo chiederci: ‘Dove sono nate e chi decide quali ideologie sono accettabili e quali inaccettabili? Chi determina la verità nella società moderna?’ E per rispondere a questa domanda bisogna prima prendere gli occhiali. Carpenter lo sapeva e ora lo sapete anche voi. I nostri desideri e la nostra programmazione vanno a vantaggio di qualcun altro; il fatto che non conosciamo la verità è esattamente come “Essi” vogliono che sia. Pensiamo ciò che pensiamo perché condizionati attraverso messaggi subliminali a pensarla in un certo modo. Ma, come dimostra il film di Carpenter, c’è una via d’uscita, dolorosa, faticosa, angosciante, ma bisogna prenderla per liberarsi, prima che sia troppo tardi.

Martin Di Lucia

(da Fuori dalla Rete novembre 2024, anno XVIII, n. 3)

Potrebbe piacerti anche
Commenti

Ti invitiamo a reastare in tema, essere costruttivi ed usare un linguaggio decoroso. Palazzo Tenta 39 si riserva comunque il diritto di allontanare le persone non adatte a tenere un comportamento corretto e rispettoso verso gli altri.