Tempo di castagne, tempo di “mesaruli” locali e immigrati

di Angelo Capone

Un tempo venivano dalla Valle dell’Ufita, da Sturno e dintorni (e non vi dico le condizioni dettate da pseudo Borghesie Proprietarie, Contadinoidi etc…).

Poi c’è stato lo “Statuto dei Lavoratori”, molti proprietari di castagneti sono anche operai regolari, impiegati statali, regionali, etc, regolarmente salvaguardati e anche sindacalizzati, con tutti i diritti, tredicesima e oltre e ferie retribuite, cassa malattia, cassa integrazione, cassa disoccupazione, etc etc.

Ma quando mai avete visto riconoscere a un MESARULO un diritto, una salvaguardia, solo lavoro nero e più nero, spesso, che non si può sopportare da parte di quei datori di lavoro che a loro volta scioperano per sé e per migliori condizioni dove sono occupati dipendenti.

Due pesi due misure, diritti si! e doveri quasi mai. Diamoci una regolata.

E quando mai si è pagata una tassa per scuole, ospedali, strade, servizi…

Tutto regolarmente al NERO e sottopagato, sia italiani che stranieri, europei e/o extracomunitari.

Riguardatevi “PUMMARÒ” e “pane e cioccolata”, con spirito critico che prevede ” tutto è relativo” con cellulare in tasca in un mondo globale.

Ma per chi? Per cosa e perché?

Dalla patria delle Castagne IGP di MONTELLA. Si, ma qua il cinipide, il cancro del castagno non c’entra proprio niente.

Qui il welfare non c’è mai stato! Dalla Svizzera, Francia, Germania, i nostri emigrati sono rientrati tutti con pensioni dignitose e noi con mesaruli immigrati, mesaruli nostrani e lavoratori, si fa per dire, annuali, stanziali o itineranti, nelle varie realtà cosiddette piccolo borghesi.

Come la mettiamo? Salvo poche realtà regolarizzate. Poi si parla di progresso, di lavoro, di riduzione di tasse, di lamentela da parte di chi?

Poveri nostri giovani verso un mondo, sperato, migliore.

Una bella corsa all’indietro: RESTAURAZIONE globalist.

Angelo Capone

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