Una sgommata alla crisi – Viaggio virtuale

di Antonio Cortese

Si parla di nostalgia e buoni sentimenti come ogni volta che la neve abbonda sull’altopiano. C’è chi non se ne importa più o chi riscopre questi sentimenti: la maggioranza delle persone molto probabilmente, perché la situazione attuale ha riaffezionato alle mura domestiche “volenti o dolenti”.

Non si ferma lo sport però. Ogni disciplina è chiamata quotidianamente a non mollare. Ebbene non mollano neanche i sogni di rivedere sbrecciare le corse di auto rally sui circuiti di Lago Laceno. Lo sci, il ciclismo e tante specialità si sono espresse alla grande durante gli anni del miracolo democristiano in Irpinia nonostante il terremoto.

Testimonial naturale era sempre questa attrazione turistica. Non c’era bisogno di certificazioni, norme o patrocini: ogni associazione sportiva, non si sa con quale miracoloso entusiasmo organizzava gare e tornei di successo. Ora come non mai c’è bisogno di ricominciare a pensare di rompere il silenzio di questa vera crisi con edizioni di nuovi appuntamenti sportivi, perché non si dica poi che altri ne abbiano approfittato. Il rally per l’appunto va di scena oggi in posti sconosciuti ai più come per le specialità del pianeta del motociclismo.

Antonio Cortese


VIAGGIO VIRTUALE….

Come iniziare, anche un viaggio virtuale, fatto di percorsi nella memoria che riporta sul simbolico altopiano che nei sogni di bambino era abitato da lupi buoni, selvaggi, liberi e temuti nei boschi sempre freschi di Laceno.

Si comincia da lì, da quella specie di rampa di lancio che rassicura ogni certezza quando la si percorre; dopo un bivio articolato che ad ogni turista lascia l’ultimo senso di smarrimento, una volta nel vallo di Folloni si comincia a cambiare la propria fisionomia, si aprono i finestrini e l’aria riempie le cellule con limpide e rinnovate energie: si comincia a sentire il richiamo della natura riscaldato solamente dal respiro dei lupi nella nebbia.

Si cambia come dottor Jack in mister Hyde come negli antichi film di fantascienza, pian piano che si sale. Un’estasi inconscia e raffreddata ti fa ignorare ogni ostacolo o fattore impervio che le montagne ti potranno riservare e anche queste, le affronterai come quel bambino incurante che si tuffa nella neve sfidando la temperatura e quello che c’è sotto, non fosse altro per regalare alla capacità di rabbrividire quel minimo senso di avventura da ritrovare che appartiene singolarmente a ciascuno.

Sono quelle sensazioni che la natura mette nella scala della vita di ognuno come il primo bicchiere di vino, di birra, il primo bacio e altre esperienze irripetibili anche a descriverle, ma conservate dai segreti che la montagna custodirà sempre coi suoi imperscrutabili misteri, e che almeno per determinate dinamiche, lì si possono ripetere.

Nessuna tecnologia o calcolatore algoritmico può ancora descrivere determinati stati dell’animo ad oggi ed difficile descrivere precisamente cosa significa davvero l’alta montagna. In alto mare non si può mai rimanere a lungo, sulle vette invece si può lasciare le ancore ben salde alle radici.

Antonio Cortese

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