Vagnulo! Vagnulo!

di Giovanni Marino

Nel corso dei secoli passati, i rapporti fra Bagnolesi e Nuscani non sono mai stati di buon vicinato, ma dall’agosto del 1509 fino al 1787 di forte contrapposizione e litigiosità. Per quasi trecento anni tali aspri contrasti sfociarono spesso in sanguinosi scontri armati.

Alla base di tale guerra furono almeno tre questioni: i confini fra i due paesi non erano ben definiti ma soprattutto non era chiaro chi dovesse esercitare la giurisdizione feudale durante il mese di agosto quando si svolgeva la “Fiera di Santa Maria di Fondigliano” i cui ricavati erano considerevoli.

I due feudatari interessati all’affare, non trovarono di meglio che mettere le popolazioni l’una contro l’altra armata. Così capitò che durante la Festa dell’Assunta del 1509 era stato mandato il Giustiziere che avrebbe dovuto garantire l’ordine pubblico.

Abbiamo una testimonianza resa l’anno dopo dal magnifico Giovan Bernardinus signore di Lapio sullo svolgimento di quanto avvenne. “Lo anno passato venni a la Festa di S. Maria di Fondigliano insieme con lo signor Iusticeri”.. Arrivati ascoltarono la messa e fecero colazione come si usava nella stessa Chiesa. Ad un certo punto “ lo Iusticeri fu chiamato che venesse fore perché se facea remore”. Usciti, videro “ persone assai, armate de Vagnulo” che si dirigevano a la volta de li homini de Nusco con le armi in mano et anche le balestre carreche e e ne ammazzaro uno de Nusco, figlio de notaro Pietro.” Il giustiziere cercò di fermare uno degli assalitori ma i bagnolesi gli si fecero incontro gridandogli contro. “Vagnulo! Vagnulo! arriva fino a S. Maria di Fondigliano. Il povero giustiziere fece a mala pena in tempo a rientrare precipitosamente jn chiesa e far sbarrare le porte. La folla di bagnolesi dopo la sfuriata riprese la via per ritornare in paese.

Dopo il fattaccio, il giudice Barnaba era stato inviato dal Vicerè spagnolo di Napoli per accertare come erano andati i fatti e punire i colpevoli. Ma dopo un anno l’inchiesta era ancora in alto mare. Allora sempre su ordine del Vicerè, – “ne partes venirent ad arma” – fu sequestrato l’intero territorio conteso con Festa e Fiera comprese. Fu nominato un Commissario Regio per la gestione di ogni cosa. Questi rimase in carica per quasi trent’ anni, provvedendo di persona a imporre le regole da rispettare. Sembrava che la questione potesse essere risolta con il consenso delle parti, soprattutto quando al tempo di Masaniello ebbe l’incarico di far da paciere il vescovo di Cavalcante. Invece, il fuoco covava sotto la cenere, e ci vollero altri tre secoli per raggiungere e trovare la soluzione da tutti accettata.

Si dovette aspettare la fine del 1700 per avere una pacificazione definitiva con l’assegnazione della Chiesa a Nusco e dei castagneti a Bagnoli.

Tratto da: “La storia di Nusco raccontata da Giovanni Marino”

(da Fuori dalla Rete, Agosto 2020, anno XIV, n. 4)


Foto di copertina: “Il disegno degli anni ’70 è di Padre Tarcisio Musto”

 

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