VI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO / C – La Chiesa comunità di missionari [2]

Il Vangelo, di don Stefano Dell'Angelo

Dal Vangelo di Luca (6,17.20-26):

In quel tempo, Gesù, disceso con i Dodici, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidone.

Alzati gli occhi verso i suoi discepoli, Gesù diceva:

“Beati voi poveri, perché vostro è il Regno di Dio.

Beati voi che ora avete fame, perché sarete saziati.

Beati voi che ora piangete, perché riderete.

Beati voi quando gli uomini vi odieranno e vi metteranno al bando e vi insulteranno e respingeran- no il vostro nome come scellerato, a causa del Figlio dell’uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate, perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nei cieli. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i profeti.

Ma guai a voi ricchi, perché avete già la vostra consolazione.

Guai a voi che ora siete sazi, perché avrete fame.

Guai a voi che ora ridete, perché sarete afflitti e piangerete.

Guai quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i falsi profeti”.


In queste domeniche stiamo approfondendo e seguendo un unico discorso tematico, lineare e senza interruzione: dalla fede in Cristo Gesù, Parola del Padre, intermediario, come uomo-Dio, tra l’umanità e la divinità, dalla fede in Cristo, dicevo, nasce una nuova comunità, un nuovo popolo con caratteristiche ben delineate.

Questa comunità è in continuo ascolto di Dio, che prima ci ha parlato per bocca dei profeti, poi direttamente mediante Cristo Gesù, sua Parola vivente, oggi continua a parlarci mediante la Sacra Scrittura. Ma l’ascolto non serve, se non si mette in pratica ciò che dice colui che parla, cioè Dio.

Ascoltare Dio, tra l’altro, significa essere profeti (profeta è colui che parla a nome di un Altro), inviati (inviato è colui che è mandato a nome di un Altro). Ogni cristiano è un profeta, un inviato, un missionario in quanto a nome di un Altro (= Dio) porta al mondo un annuncio: il Vangelo; e questo annuncio, ascoltato e messo in pratica, è capace di trasformare il mondo.

La Parola ascoltata e accolta suscita la fede, la irrobustisce, la anima, la rende viva con la testimonianza delle opere di bene. Il profeta Geremia (17,5-8) afferma che colui che si sente autosufficiente, chi confida solo in se stesso, emarginando Dio dai propri orizzonti di vita, è maledetto, mentre chi confida nel Signore e si abbandona alla sua Provvidenza è benedetto. San Paolo, poi, molto chiaramente dice (1 Cor 15,12.16-20) che la fede è vana se Cristo non è risorto.

Egli precedentemente ha parlato del fatto storico della risurrezione di Cristo e ha suscitato nei Corinzi molte domande e discussioni, che in breve si possono così riassumere: che relazione ha la risurrezione di Cristo dai morti con la nostra risurrezione? Come a una causa deve corrispondere l’effetto, così avviene per la risurrezione di Cristo e nostra. Se non fosse possibile la nostra risurrezione, non sarebbe possibile neanche quella di Cristo, essendo Egli uomo come noi. E se Cristo non fosse risorto, la nostra fede sarebbe vana perché viene a mancare l’oggetto della fede, e non saremmo nemmeno sicuri del perdono dei peccati e della salvezza perché la certezza di tutto viene dalla fede. Questa fede che abbiamo ci fa portare al mondo il Vangelo, di cui le Beatitudini sono la sintesi, il compendio, il riassunto.

Abbiamo detto prima che l’annuncio del Vangelo trasforma il mondo. Perché? Gesù con le Beatitudini ha operato un capovolgimento radicale dei valori. Umanamente dei ricchi, dei gaudenti, dei potenti, ….., si dice: beati loro! E, al contrario, dei poveri, degli afflitti, degli affamati, dei disoccupati, degli emarginati, dei drogati, ….., il minimo che si dice: poveretti! Gesù ha capovolto i valori: beati i poveri, i miti, coloro che piangono, ….., e: guai a voi ricchi, a voi che ridete, che siete sazi, che siete osannati dagli uomini, …..! Per credere e accettare questa parola di Gesù ci vuole la fede, quella fede capace di spostare le montagne!

Quanti ci credono?

Nella civiltà del profitto in cui il denaro è tutto, in un mondo industrializzato in cui l’uomo è ridotto a un numero o a merce di scambio, solo l’uomo delle Beatitudini è veramente libero dalle cose del mondo,  in altre parole, è veramente uomo. Gesù dice beati i poveri, i miti, i pacifici, ecc., perché vivono in un duplice mondo: quello terreno e quello spirituale; minaccia invece i ricchi, i gaudenti, i potenti, ecc., perché vivono in un solo mondo e soddisfatti di esso.

Esaminiamo la nostra fede e vediamo a che punto di maturazione è giunta rispetto a quella che il Vangelo richiede!

Don Stefano Dell’Angelo

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