Via Tuoro: quattordici anni dopo

di Antonio Cella

A fine autunno del 2019, mi sono recato al Comune per chiedere al dirigente dell’ufficio preposto allo spazzamento di inviare qualche operatore ecologico disponibile per il prelievo di alcuni sacchetti di plastica maleodoranti che qualche troglodita aveva sversato intenzionalmente nell’area sulla quale affacciano diversi fabbricati che insistono nella zona di Via Tuoro. In risposta, il dirigente dell’Ufficio sopra menzionato mi liquidò senza concedermi neppure l’ombra di un interessamento, di una promessa che facesse sperare in una soluzione del caso in tempi relativamente accettabili.

Passò qualche mese, ed eccomi di nuovo al Comune, sotto le severe arcate dell’antico convento delle Povere Suore di Sant’Antonio. Questa volta, però, a ricevermi, è un giovanissimo vigile messo a capo dell’ufficio dall’Amministrazione in carica che, a differenza dell’altro “capo”, anche se non ha avuto l’accortezza di offrirmi una sedia su cui sedermi, la mia età anagrafica e il passato da amministratore in un tempo non tanto lontano, da perfetto burocrate, mi dà qualche speranza in più facendomi capire anche che essendo il caso ancora in itinere, a causa della mancata adozione da parte del Comune dell’atto di acquisizione dell’area, si è trovato costretto a chiamare in causa gli eredi del proprietario del terreno affinché provvedesse alla rimozione della menzionata immondizia.

Documento di acquisizione ancora in itinere? È forse un’altra presa per il culo? Son trascorsi quasi tre lustri da quando fu approvato il progetto di costruzione degli immobili e ancora non è stato perfezionato l’atto di acquisizione dell’area di Via Tuoro? Se così fosse, il mio stupore m’induce a chiedere: che senso ha dire abbiamo chiamato in causa gli eredi del defunto etc. etc. Ma, quali eredi? Eredi di che cosa?  Che c’azzeccano gli eredi! Quali sono gli intoppi che impediscono il perfezionamento di cui trattasi? Si sa bene che, con l’acquisizione o senza, l’Amministrazione  Comunale ha l’obbligo non solo di disciplinare la libera circolazione dei veicoli che, specie durante l’anno scolastico, gli studenti del vicino ITIS lanciano nella strada a velocità sostenuta, mettendo a repentaglio la sicurezza di donne, bambini e animali, ma deve  anche provvedere alle regolari pulizie e alla manutenzione delle aree limitrofe alla strada, dove vegetano rovi, spine, serpentelli e topi che, grazie all’intervento volontario di qualche persona di buona volontà del posto, si riesce a tenere sotto controllo.

Nel 2008, l’Amministrazione pro-tempore, non ci pensò su più di due volte per dotare la strada degli impianti di illuminazione, in deroga alle disposizioni di legge vigenti. Ma, si sa, noi Bagnolesi siamo particolari. Di quell’Esecutivo abbiamo criticato la “monorotaia”, un’operazione a costo zero, col vincolo della destinazione. Quell’arrampicatrice di coste della cui inutilità, con il senno del poi, è arrivato anche il mea culpa di alcuni ex amministratori, finalmente convinti che avrebbero dovuto montare i binari in un posto diverso, magari sul crinale del monte Piscacca, dove l’asperità dello stesso non consente agli amanti della montagna di poter raggiungere agevolmente la vetta.

Gli abitanti di Via Tuoro hanno regolarmente provveduto a pagare tutti gli oneri concessori al Comune, sia quelli di urbanizzazione primaria, che i Comuni investono solitamente per la realizzazione di strade, parcheggi, fognature, reti di distribuzione di elettricità acqua e gas, cavidotti per telecomunicazioni, sia quelli di urbanizzazione secondaria, i cui proventi vanno dedicati alla realizzazione   di impianti sportivi, segnalatori stradali orizzontali e verticali,  aree verdi di quartieri (già disponibili, le nostre, da sanificare), centri sociali e culturali e tutti quei servizi dei quali potranno usufruire i cittadini all’interno del territorio e formano una sorta di patto tra Comune e abitanti affinché possano disporre di una ambiente circostante adeguatamente strutturato e servito ( D.M. 801 del 10/5/1977 e successivi) che consenta soprattutto ai nostri bimbi di giocare in un habitat salubre e non, come ora, nei cortili di casa tra macchine parcheggiate che immettono nel loro respiro gas venefici esalati dai carburanti, piuttosto devastanti nella evoluzione del sistema immunitario. 

L’amministrazione comunale, ribadisco, si assume l’obbligo di accertarsi che, anche su un’area di proprietà privata su cui esercita l’utilizzazione del pubblico transito, non sia trascurata la manutenzione della stessa e dei relativi manufatti, e che le aree limitrofe siano tenute con decoro. Ne consegue che, l’inosservanza del dovere di sorveglianza, obbligo primario di una amministrazione virtuosa che si serva dei lumi del buon padre di famiglia, non premia il modo di fare e di operare della stessa, ed elude, non foss’altro, anche il rispetto del principio del neminem laeder, in base al quale tutti sono tenuti al dovere generico di non ledere l’altrui sfera giuridica.    

Credo che spetti al Comune, ora, provvedere con un intervento “generoso” alla posa in opera della segnaletica orizzontale da spalmare lungo l’intero percorso di via Tuoro, al fine di consentire alle auto di parcheggiare in modo ordinato nei posti indicati dalla segnaletica medesima. Eravamo convinti che il nostro fosse un quartiere residenziale, un frammento di Vomero, in tutti i suoi aspetti. Ci dobbiamo ricredere, invece, e rassegnarci nel vederci catalogati, di fatto, in un quartiere periferico che non ha nulla di più degli agglomerati senza testa e né coda che languono nelle periferie delle grandi città. 

Ah! Dimenticavo: mi chiedo come mai la “società” che ha provveduto all’allocazione dei cavi di fibra ottica lungo le strade del paese non ha ancora provveduto a riportare il manto stradale allo status quo ante? 

Bagnoli è bello, è un capolavoro di paese ma, in mancanza di cure adeguate, anche una bella donna può perdere il suo fascino.

Antonio Cella


BAGNOLI IRPINO: VIA TUORO – GIUGNO 2020

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