A Bagnoli non ce n’è Covid

di Federico Lenzi

Sullo scorso numero di “Fuori dalla Rete”, l’articolo di Alejandro Di Giovanni ha messo a nudo le contraddizioni dello sviluppo turistico del Laceno. Contraddizioni tanto eclatanti da spingerci a dubitare l’esistenza stessa di leggi in materia. In altri ambiti Bagnoli sanziona e disciplina i suoi cittadini, basti pensare ai parcheggi. La legge dovrebbe essere uguale per tutti. Altrimenti, si mina la fiducia nelle pubbliche autorità. Se nessuno viene mai sanzionato per una determinata regola, come possiamo aspettarci che venga rispettata? In assenza di un potere centrale, i cittadini sono incentivati ad ignorare le regole se del sottosviluppo dei paesi sudamericani e, probabilmente, anche di Bagnoli-Laceno.

Eppure, il Laceno non è la panacea di tutti i mali della nostra comunità. Per imbattersi in sentieri selvaggi e animali feroci, non è necessario inerpicarsi sui sentieri del CAI. Le nostre periferie pullulano di cani di grossa e piccola taglia, lasciati liberi da ordinari cittadini. Come se non bastasse, vari animali selvaggi (cinghiali, volpi,…) iniziano a spingersi all’interno del centro abitato. Bagnoli non può essere una località turistica dove si esige la raccolta degli escrementi, se cani sciolti (e senza museruola) si spingono ad attaccare innocui passanti nelle aree urbane. Tra l’altro la raccolta degli escrementi canini, se non pulita periodicamente, diventa un dispensatore di cattivi odori.

In assenza di regole ferree e disciplina, la comunità bagnolese tende a comportarsi come un gregge senza pastore. Periodicamente gli arredi urbani sono vandalizzati dai giovani locali e sostituiti dall’amministrazione di turno. Negli anni scorsi, il comune ha sostituito i rubinetti di tutte le pubbliche fontane per evitare che la popolazione li lasciasse aperti ad oltranza. Simili comportamenti si verificavano anche nei periodi di siccità.

Questa tendenza ha raggiunto il culmine con l’emergenza coronavirus. Dinanzi ai primi casi, molti cittadini si sono eretti a difensori della patria e dei sacri confini. Erano così preoccupati dal virus da voler impedire il rientro degli stessi residenti. Quando il virus è giunto a Bagnoli per altre vie, si sono cimentati nella caccia all’untore. L’obiettivo era trovare un capro espiatorio, non la preoccupazione per il virus in quanto tale. Negli stessi giorni era possibile incontrare concittadini senza mascherina perché “non respiravano”, o a spasso per fumare con gli amici. Da ultimo, appena è stata allungata la catena, la popolazione ha iniziato a comportarsi come un gregge allo sbaraglio: la fase 3 è iniziata subito dopo il discorso del premier Conte.

Nel mezzo dell’emergenza, una parte della popolazione si è mobilitata per aiutare il prossimo e un’altra per ottenere i bonus spesa senza reali difficoltà economiche. In parole povere hanno sottratto gli aiuti a chi davvero non arrivava a fine mese. Sembra impossibile? Leggete l’articolo “Buoni spesa… per tutti” di Dario Di Mauro.

Ironicamente si è anche proposto il marchio “Covid Free” per promuovere il turismo a Laceno. Ancora non si è capito in cosa consiste questo “Covid Free: i turisti vengono con mascherina e gel disinfettante, mentre i bagnolesi (in assenza di una pubblica autorità a minacciarli) pascolano liberamente in barba a ogni regola. Allo stesso tempo, nei ristoranti si devono rispettare le norme anti-contagio nazionali e, al di fuori di essi, vige la più assoluta libertà di assembramento. Quale immagine di un Laceno “Covid Free” stiamo dando?

A Bagnoli, la mascherina nei luoghi affollati e negli ambienti chiusi è sempre un optional. Questo spinge i commercianti a una difficile scelta: rischiare un’eventuale multa, o perdere la maggioranza dei clienti. Questo meccanismo mette a repentaglio la nostra economia, spingendoci verso un nuovo lockdown. Un solo caso di coronavirus a Bagnoli-Laceno sarebbe un duro colpo per il turismo. Qualsiasi persona, sana di mente, preferirebbe altre mete per il week-end.

Altre località si sono realmente impegnate a prevenire il contagio: ad Ascea l’accesso era consentito ad un numero ristretto di visitatori (questo poteva spalmare l’afflusso turistico nell’arco della settimana), a Capri è stato imposto l’uso della mascherina nei week-end. L’obbligo di mascherina è scattato soltanto in occasione della visita del governatore De Luca. Non vi è stato, invece, nel giorno più affollato dell’estate lacenese: Ferragosto. Negli stessi giorni a Lioni s’imponeva l’obbligo di mascherina per l’intera giornata, mentre a Montella si chiudevano i luoghi d’assembramento del turismo estivo. Dal 16 agosto il governo nazionale impone l’uso della mascherina nella fascia oraria 18-6, ma gran parte degli assembramenti del Laceno si verificano nelle ore escluse dall’ordinanza. Ordinanza che ha poco senso anche a Bagnoli, dove i tipici assembramenti della movida si ripetono ogni domenica mattina.

Come se non bastasse, a darci il cattivo esempio sono proprio le fasce più anziane e più devote della comunità. La chiesa è un luogo chiuso con scarso ricircolo d’aria ed è frequentata dalle fasce più a rischio della popolazione. Il parroco, il sacrestano e i volontari stanno svolgendo un lavoro encomiabile per garantirne l’apertura. Eppure, sono proprio gli anziani a non rispettare il loro operato. In assenza di sanzioni pecuniarie ed espulsioni forzate, alcuni si presentano senza mascherina ed altri con il naso di fuori (è come non averla). Come se non bastasse in occasione delle feste litigavano per assistere a tutte le funzioni, o si sedevano sui posti rimossi per spettegolare.

Questa pandemia insegna come la popolazione è di per sé indisciplinata. Gli esperti prevedevano casi zero nell’estate, invece ci troviamo all’inizio di un nuovo focolaio ad agosto! Il virus è in circolazione e tutti sappiamo cosa fare per arginare il contagio. Se ci saranno nuovi casi nella nostra comunità, come potrete trovare nuovi capri espiatori? Se questo stato di anarchica baldoria perdura, ognuno di noi rischia di essere contagiato.

Spesso si sente dire come in altre nazioni, o nel Nord Italia, la popolazione sia più disciplinata. Questo luogo comune dimentica le draconiane leggi di queste terre lontane. Pattuglie di vigili in borghese si nascondono dietro ogni angolo, pronte a sanzionare una gomma o una cartaccia a terra. La minaccia arriva anche dall’alto, con telecamere pronte a multare le infrazioni del codice della strada. A Bagnoli simili stratagemmi potrebbero multare chi oltrepassa le sbarre nei periodi di chiusura. Telecamere per il riconoscimento facciale potrebbero identificare i consueti vandali dei parchi pubblici. Microchip con sensori gps riuscirebbero a tracciare i cani da tartufo rubati, o in zona di raccolta nei periodi vietati. I famosi droni del sindaco di Messina sono in grado di controllare la presenza di animali in luoghi non appropriati, censendone l’esatto numero. Simili soluzioni non eliminano il problema, ma mettono i bastoni tra le ruote ai trasgressori.

Tutto sommato, i sentieri selvaggi del Laceno sono solamente la punta dell’iceberg di una comunità senza regole.  Legum servi sumus ut liberi esse possimus!

Federico Lenzi

(da Fuori dalla Rete, Agosto 2020, anno XIV, n. 4)


1    http://www.comune.ascea.sa.it c065009/ po/mostra_news.php?id=397&area=H

2    https://rep.repubblica.it/pwa/locali/ 2020/07/25/newscapri_scatta_l_obbligo_ di_ mascherina_ ma _qui_i_controlli_sono _impossibili_-262837274/

3     http://www.irpiniapost.it/a-lioni-obbligo-di-mascherine-allaperto/

4 https://www.irpiniatimes.it/ violazioni-normativa- contrasto-covid-19-il-sindaco-di-montella-chiude-bioparco-rosabella/

 

 

 

 

 

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