Anno 1923: Inaugurazione del Rifugio Laceno e il cinquantenario del Club Alpino di Napoli

di Antonio Camuso

Con i primi fiocchi di nevi a imbiancare il paesaggio dell’altipiano del Laceno, si son riaccese le speranze di riportare quei luoghi a essere un polo di attrazione a carattere nazionale, se non oltre,  per gli amanti degli sport invernali e dell’alta montagna.

In segno di augurio ho scelto, qual contributo di fine anno per Fuori dalla Rete e per il sito PT39, quest’approfondimento storico sulla inaugurazione del rifugio Laceno, ad opera del Club Alpino d’Italia, sezione di Napoli, nel luglio del 1923, in occasione del cinquantenario della sua fondazione. Il CAI-Napoli era nato sotto gli auspici di Giustino Fortunato, nei primi mesi del 1871 (esattamente un secolo fa) ma la sua affiliazione ufficiale al CAI Nazionale fu certificata nel 1873.

La sua sede in Via Chiaia n 216, ospite della Società di Storia Patria, era fornita di una ricca biblioteca a disposizione dei soci. Nel 1923, in occasione del cinquantenario, numerose furono le iniziative, tra le quali, in giugno, un’emozionante ascensione notturna alla bocca del Vesuvio, in condizioni che oggi definiremmo spericolate, con il vulcano in moderata attività. A essa seguì nel mese successivo l’inaugurazione del Rifugio Laceno da parte della sezione napoletana del CAI.

Grazie ad un documento ritrovato, e catalogato nel fondo Irpinia dell’Archivio Storico Benedetto Petrone, di cui sono il curatore, possiamo apprendere la data e l’organizzazione di quell’evento, che, di fatto, inaugurò, il Laceno all’alpinismo amatoriale.                                 Trattasi del Bollettino del CAI, Club Alpino d’Italia, sezione di Napoli, anno II, n 7, del primo luglio 1923, in cui tra le iniziative programmate per il cinquantenario di fondazione, si annunciava la “gita sociale” al Piano Laceno, l’inaugurazione del Rifugio Laceno con ascensione al Monte Cervialto.

Qual era lo scopo sociale di un Club alpino a Napoli in una Campania circondata da Appennini? La risposta è nell’art1 dello statuto societario:

Art. 1. La Sezione di Napoli del Club Alpino Italiano ha lo scopo:

di promuovere la conoscenza e lo studio delle montagne italiane ed in modo speciale di quelle dell’Italia meridionale; di cooperare , con gli Enti affini al miglioramento delle condizioni delle regioni montuose ;di concorrere all’educazione fisica dei giovani.

Concetti ribaditi, nella lettera di auguri per il cinquantenario inviata dal senatore Giustino Fortunato, “meridionalista e podista di eccezione” che, con mezzi di fortuna, nella sua vita aveva visitato in lungo e in largo il suo amato Sud:

“…Quale, dunque, il fervido mio augurio in questo primo cinquantenario dalla  fondazione, di cui fui partecipe, della nostra Sezione Alpina?

Che i giovani del Mezzogiorno ripiglino la buona e sana usanza dell’ apprendere « de visu », e non solo « de auditu », l’angoscioso mistero della cara non dolce terra, che noi avemmo in retaggio!…
Giustino Fortunato

Un invito ancor oggi attuale per i nostri giovani che vivono nel mondo virtuale dei social media e dell’ipertecnologica, ma inconsci della realtà dei territori in cui risiedono. Avvicinarsi a essa e ai suoi aspetti, pur contradditori, rinunciando a qualche moderna comodità e facendo qualche sacrificio, si possono ricevere sensazioni incomparabili rispetto a un “like” per qualche foto o video su Facebook.  In questa ricerca di esperienze sensoriali, condivise con altre e altri, rompendo anche certi antiquati steccati tra i sessi, imposti dal rigido conformismo borghese, va interpretato il programma escursionistico dei Soci CAI, in quel luglio 1923 e che vedeva Bagnoli irpino, il Laceno e il monte Cervialto, oggetto di conoscenza e ammirazione.


Le donne alpiniste di un secolo fa

Scorrendo il programma di quella, coraggiosamente definita, “gita sociale”, troviamo un ruolino di marcia degno di una esercitazione militare, con tutti i disagi che essa comportava per uomini e donne , di una borghesia “illuminata” che riterremmo poco avvezzi ad avventurarsi in orari da lupi, su per le cime dell’Appennino, con attrezzature da escursione che oggi definiremmo antidiluviane.

La nostra ammirazione va alle coraggiose alpiniste, pronte ad affrontare con i loro colleghi uomini, le asperità di simili escursioni, riaffermando la volontà del non esser da meno dell’altro sesso, in un’epoca in cui la donna era subordinato in tutto alla figura maschile a partire dal non diritto di voto.

Un esempio di ciò si evince dal       “ruolino di marcia” dove l’unica differenza di genere, presente nel programma di quell’escursione sul Laceno, era il concedere alle donne di riposare su lettini e brandine da campo nelle baracche del Rifugio, mentre gli escursionisti uomini, avrebbero dovuto accontentarsi di giacere sulla paglia ivi fatta giungere dagli organizzatori.

Una comodità esclusa nella tappa di “avvicinamento” via ferrovia da Napoli, alla stazione FFSS di Avellino, dove giunti alle 22,25, del 26 luglio 1923, indifferentemente dal sesso, tutti gli escursionisti avrebbero riposato sulla paglia. Ripartiti l’indomani mattina, 27 luglio, alle 0630, con il primo treno della Avellino-Rocchetta Sant’Antonio, sarebbero scesi alla stazione di Bagnoli Irpino alle ore 9:30. Nonostante la levataccia, le tre ore trascorse su scomodissimi sedili di legno di terza classe, e l’aver ricevuto il saluto delle autorità locali, essi avrebbero raggiunto a piedi , percorrendo la rotabile, il Rifugio Laceno, per inaugurarlo ufficialmente e apporvi una targa ricordo.

Far conoscere la Gemma dell’Irpinia

Quale lo scopo dichiarato di questa tre giorni di” tour de force” degli alpinisti napoletani? Riportiamo integralmente:

Gli scopi. 1 soci che verranno all’inaugurazione del rifugio al lago di Laceno constateranno «de visu» le singolari bellezze della località e le attrattive alpinistiche delle immediate adiacenze. Essi ammireranno quell’eccezionale complesso, che potrebbe formare del piano di Laceno una incomparabile stazione climatica e, un ideale campo per sport invernali e, ritornando alle loro residenze, potrà iniziare quella utile ed efficace propaganda, che sarà il primo passo verso la valorizzazione di quella «gemma dell’Irpinia , come da molti è, con ragione, definita.

Poche  ma efficaci parole che fan comprendere, come un secolo fa, Bagnoli Irpino, il Laceno e i monti che li circondavano, le grotte, le sorgenti fossero ritenute d’inestimabile valore e raffrontabili alla stessa bellezza misteriosa, se pur inquieta, del Vesuvio. Un opinione disinteressata e di cui andarne orgogliosi poiché rivenente da valenti intellettuali napoletani, amanti dell’alpinismo.

Dall’analisi del programma della giornata di chiusura, domenica 29 luglio, abbiamo la conferma come Bagnoli irpino, con i suoi tesori artistici, religiosi, ma anche gastronomici, fosse a ragione apprezzata. Quella domenica mattina, dopo l’escursione presso le grotte, le gitanti e i loro colleghi uomini, sarebbero scesi in paese dove, con la collaborazione delle autorità e dei bagnolesi,  avrebbero dimenticato colazioni al sacco e pranzi cotti su una cucina da campo, bensì rifocillati da un lauto banchetto, dove avrebbero potuto gustare le specialità del luogo, omaggiati dal paese che li aveva accolti. Non possiamo che essere piacevolmente colpiti dalla modernità del programma di quest’avvenimento, il cui standard ancor oggi potrebbe esser preso a riferimento.

 L’ultima mia considerazione, dettata anche dal personale amore, venato da tanta nostalgia, verso la ferrovia Rocchetta Sant’Antonio- Avellino: se un secolo fa questa parte di Irpinia, si apriva al mondo del turismo ecosostenibile, si deve a quella ferrovia che rappresenta ancor oggi  un unicum con i paesaggi irpini. Quindi , facciamo rivivere la Rocchetta Sant’ Antonio– Avellino!

Riporto in breve il programma della Gita Sociale del CAI- Napoli , al Laceno- Bagnoli Irpino, del 26-29 luglio 1923. 

Gita sociale al Piano Laceno, inaugurazione del rifugio Laceno ed ascensione al Monte Cervialto (m.1809)

PROGRAMMA

GIOVEDÌ’ 26 LUGLIO

Ore 18.30 — Convegno alla Stazione Centrale di Napoli — Ore 19.15 partenza del treno — Ore 22.25. Arrivo alla stazione di Avellino — Ore 23. Pernottamento su paglia. 

VENERDÌ’ 27 LUGLIO

Ore 5. Sveglia — Ore 5.30. Caffè e latte-Ore 6.30. Partenza in treno — Ore 9.30. Arrivo alla stazione di Bagnoli Irpino. Si prosegue a piedi — Ore 10. Sulla piazza di Bagnoli Irpino. Saluto alle autorità — Ore10,30. Proseguimento a piedi per la rotabile— Ore 11,30. Arrivo al piano di Laceno —Ore 11,45. Al Rifugio Laceno — Ore 12,30.Pranzo e riposo — Ore 16. Cerimonia della inaugurazione del Rifugio. Apposizione della targa — Ore 17. Visita del Vivaio e della Caserma forestale — Ore 18. Discesa al piano per assistere al ritorno del bestiame dai pascoli — Ore 19. Cena — Ore 21. Pernottamento su paglia nel Rifugio e nelle baracche (per le signore saranno disponibili lettini e brande).

SABATO 28 LUGLIO

Comitiva A — Ore 3. Sveglia — Ore 3,30. Caffè e latte — Ore 3,45. Partenza per la
vetta del Cervialto — Ore 6,15. Sulla vetta — Ore 6.45. Partenza per il piano di Sazza no — Ore 7.30. Al piano di Sazzano —Ore 8. Al valico della Fonte — Ore 8.30. Alla Caserma forestale. Riposo — Ore 9.30. AI laghetto. Visita dell’emissario e delle opere di presa — Ore 10. Sulla costa a nord del laghetto. Passeggiata nei boschi — Ore 12. Al Rifugio. Colazione. Riposo.

Comitiva B — Ore 5. Sveglia — Ore 5,30. Caffè e latte — Ore 5.45. Partenza per la vetta del Cervialto — Ore 9. Sulla vetta —Ore 9,30. Partenza per il piano Laceno —Ore 12. Al Rifugio. Colazione e riposo. 

Comitive riunite — Ore 14.30. Partenza per la vetta della Raiamagra — Ore 10.30. Arrivo alla vetta — Ore 17. Partenza pel piano Laceno — Ore 18.30. Arrivo al Casone — Ore 19. Pranzo — Ore 20.30. Illuminazione fantastica della Grotta del lago—Ore 22. Pernottamento. 

DOMENICA 29 LUGLIO

Ore 5.30. Sveglia — Ore 6. Caffè e latte-Ore 0.30. Partenza per la Grotta di S. Pantaleone e il vallone Calento. Visita dello sbocco dell’emissario naturale. Arrampicata e ritorno in cresta — Ore 10. Al Rifugio—Ore 10,15. Partenza per Bagnoli Irpino —Ore 11.30 a Bagnoli Irpino — Ore 12. Banchetto di chiusura — Ore 13.30. Visita della chiesa Collegiata, del magnifico Coro secentesco e delle statue del Venuta — Visita della pinacoteca comunale e della fontana del Carpino — Ore 15. Commiato dalle autorità. Partenza dalla Piazza Leonardo di Capua :— Ore 15.30. Alla stazione — Ore 16,03. In treno — Ore 21.05. Alla stazione di Napoli Centrale.

Direttori : Ing. Ambrogio Robecchi ert Ing. Michele Squitieri.- 

AVVERTENZE

Quota. La spesa totale preventivata è di lire centoventi e comprende il viaggio in ferrovia in 3.a classe da Napoli a Bagnoli Irpino e viceversa, il caffè e latte ad Avellino la mattina del 27, quattro pasti (minestra, carne con contorno, latticini, frutta, vino e caffè) e due caffè e latte sul piano Laceno nei giorni 27, 28 e 29, la pernottatone ad Avellino e nel rifugio Laceno, il compenso alle guide ed il banchetto di chiusura a Bagnoli irpino il giorno 29.

Ogni iscrizione deve essere accompagnata dalla relativa quota di prenotazione di L. 60 (sessanta),. Viaggi ferroviari — Se si raggiungerà il numero di dieci tessere del C.A.I. munite della fotografia e della marca 1923, sarà possibile fruire della riduzione della concessione speciale XV (tariffa differenziale B). Pei soci in queste condizioni la quota complessiva sarà ridotta di dieci lire.

Antonio Camuso

(da Fuori dalla Rete, Gennaio 2022, anno XVI, n. 1)

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