Carmine Gervasio, taglialegna sui monti tra Acerno e Bagnoli

Il personaggio (Il Quotidiano del Sud)

Con la passione del bosco nel sangue.


“È un mestiere il mio che ho nel sangue. Ho iniziato da bambino seguendo mio padre nelle montagne di Acerno, ne sono entusiasta”. Quasi un proclama quello di Carmine Gervasio, sessantenne di Bagnoli Irpino, boscaiolo.

Come ha iniziato a fare questo lavoro?
Me lo ha tramandato mio padre, che possedeva anche i muli per il trasporto della legna in montagna. Mi piace molto fare questo mestiere non solo perché mi è stato trasmesso ma perché mi sento realizzato. Sono originario di Acerno, da un trentennio risiedo a Bagnoli Irpino. Nel mio paese di nascita non vi erano grandi opportunità di lavoro, ma ci sono tante montagne e quindi tanta legna. È stato quasi naturale seguire le orme di mio padre e anche di mio zio che era espertissimo, conosceva tutti i tipi di piante e mi ha trasmesso anche questo suo sapere.

Che fa il boscaiolo?
Taglia la legna nei boschi, è sempre a contatto con la natura, fa i disboscamenti, abbatte faggi, querce, ontano napoletano, pioppo, tutti i tipi di alberi che sono pronti per essere trasformati in legna. Il boscaiolo è la sintesi dell’esperienza accumulata negli anni, guardando, osservando, per poi iniziare ad utilizzare gli attrezzi con sicurezza e facilità.

A chi vende la legna?
Si dà all’industria per la lavorazione dei mobili e per altre opere in legno, oppure al dettaglio per i clienti, la legna da ardere.

Qual è la legna da ardere più comune?
Il faggio e la quercia sono le migliori, in passato si faceva anche il carbone ma adesso non si usa più, sono anche abilitato alla cottura del carbone.

Che cosa le fa paura del bosco?
Non ho più paura di niente, basta essere attenti, il pericolo è sempre in agguato. Anche i migliori boscaioli hanno avuto incidenti sul lavoro, una particolare attenzione ci vuole quando si tagliano alberi ad alto fusto.

Quali sono le precauzioni da prendere quando si abbatte un albero?
Bisogna adottare tutte le precauzioni. Prima di tutto vestire indumenti protettivi come il casco, i guanti anti-taglio, scarpe antinfortunistica e pantaloni anti-taglio. Assicurarsi che nella circonferenza di caduta non ci sia nessuno, deve stare solo il boscaiolo che taglia la pianta, è pericolosissimo stare nelle vicinanze dell’albero da abbattere.

La pianta si fa cadere in una determinata posizione?
Si c’è il letto di caduta, cioè la si fa cadere dove arreca meno danno alle altre piante più piccole e si opera il taglio con l’ausilio di zeppe e paletti: si orienta la pianta in modo che cada in quel determinato punto prestabilito.

L’abbattimento della pianta con le nuove tecnologie è diventato più agevole…
Certamente adesso si usa la motosega, mio padre lo faceva con l’accetta, si impiegava una giornata intera con due persone per abbattere un albero del diametro di un metro, poi si utilizzavano le seghe a mano. Il trasporto avveniva con i muli, adesso è tutto velocizzato, si utilizzano motoseghe e trattori per il trasporto. Comunque è un lavoro duro che mi affascina tanto, nonostante le difficoltà.

Chi decide quali piante tagliare?
L’agronomo fa la scelta incidendo un segno sulla corteccia, la cosiddetta “Martellatura”. In effetti le piante vengono numerate e tagliate, si lasciano invece le più giovani che sostituiranno quelle abbattute e con i loro semi riprodurranno altre piante in modo da mantenere l’equilibrio della flora ambientale boschiva. Ovviamente ci sono periodi di taglio calendarizzati, certo non si taglia quando la pianta è in fiore, altre piante non si tagliano nei periodi di nidificazione degli uccelli, per consentire a questi la proliferazione in modo da mantenere anche l’equilibrio della fauna.

Quanto è importante la stagionatura della legna da ardere?
È importantissima. Quanto più il legno è stagionato più rapida è la combustione, almeno due mesi ma è preferibile comprare la legna in estate così d’inverno è perfetta per il fuoco, più asciutta è la legna meglio è da ardere. Come noto la legna è costituita dal 60% di acqua e 40% di fibra. Per avere una combustione ottimale è bene che la legna sia ben asciutta.

Hai mai avuto difficoltà?
Certo gli imprevisti ci sono, il più frequente è che la pianta non cade rigorosamente nel letto di caduta e quindi diventa difficoltoso tirarla fuori. Se poi va a finire in un terreno scosceso diventa ancora più complicato, non perché non ci si è attenti rigorosamente al protocollo di taglio, ma perché il posizionamento della pianta da tagliare era in posizione svantaggiosa. Ho eseguito dei tagli di alberi in posizione veramente pericolose, ma con l’esperienza e adattando i mezzi che ho a disposizione, sono riuscito a fare tutto il lavoro; ho adottato la tecnica del “barricello” vale a dire legare la pianta ad un trattore con un cavo d’acciaio inserendo la presa di forza al trattore; si taglia la pianta, il trattore la tira per non farla cadere sulle abitazioni che stanno nei paraggi.

Il boscaiolo è un lavoro che andrà avanti o che finirà?
Penso che vada avanti; basti pensare al pellet, altro non è che legna macinata. I tronchetti che usiamo nei caminetti, anche quelli sono costituiti da legna macinata e poi pressata. Ritengo che sia un mestiere che ha un suo futuro.

Qualche rammarico…
Ho due figlie entrambe laureate. Un po’ mi dispiace che non faranno il mio lavoro, in compenso mia moglie è al mio fianco, lei è la titolare della ditta, io sono dipendente.

A Bagnoli ci sono giovani boscaioli?
Boscaioli non ce ne sono ma commercianti di legna si, si fanno portare la legna e poi la vendono, qualcuno va in montagna la raccoglie secca per uso proprio e c’è chi la vende.

Com’è una sua giornata tipo?
Iniziamo alle sette di mattina, a mezzogiorno colazione, verso le quindici finiamo.

Consiglierebbe ad un giovane di fare questo mestiere?
Non ci vedo niente di male, non avrei difficoltà ad insegnarlo, né tantomeno a consigliarlo. Serve solo la pazienza per imparare. Si inizia da cose semplici come quella di togliere la buccia agli alberi, per iniziare ad avere contatto con gli attrezzi, poi a manovrare la motosega spezzettando rami per terra e poi si comincia a capire cosi si fa cadere una pianta quando la si taglia. Questo è un mestiere che ti consente di vivere, non ci sono grandi guadagni, ma si vive.

di Pellegrino La Bruna (Il Quotidiano del Sud 12.01.2020)



IL QUOTIDIANO DEL SUD (12.1.2020)

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