Il gioco della vacca, retaggio di un tempo lontano

di Gino Di Capua
Ciao amici e buona festa di San Rocco. Ancora qualche giorno e con la festività di S. Rocco, unitamente a S. Domenico e S. Lorenzo, termina la triade delle festività religiose a Bagnoli. Il termine di questi tre avvenimenti, ci fa capire che l’estate sta per finire… ma non prima di svolgere “L’antico rito della Vacca di fuoco”. La sera del 16 agosto, nel bel “SALOTTO” del nostro villaggio, si chiudono le feste con la famosa “vacca di fuoco”. Una mucca di cartapesta addobbata di petardi e fuochi d’artificio.
Ma non è stato sempre così. Il sacerdote e insegnante di letteratura e teologia, l’arianese Pietro Paolo Parzanese ce ne dà una chiara spiegazione, scrivendo che anticamente la festa della “Vacca di fuoco” era simile a quella di Pamplona. “Una strana usanza si celebrava in quel 16 agosto di tanti anni fa: i bagnolesi correvano dietro ad un vitello vero, finché non avveniva la sua morte”!
Il Parzanese, in quel giorno del 1835  invitato, come sembra, dagli amici ad assistere, in quel pomeriggio del 16 agosto, nelle adiacenze della cappella rurale di San Lorenzo, al  cosiddetto “Gioco della Vacca”. Poco lodevole imitazione delle corride spagnole, dando un sentore di barbaria dannevole.
“E’ come le corride spagnole”, afferma il Parzanese.  E prosegue: “È però deplorevole per il popolo Bagnolese, così gentile, la costumanza di dar la caccia al bue, nelle solennità del paese; mentre gli urli feroci di una plebe sfrenata, il latrato dè sciolti mastini e lo spettacolo di un pacifico animale, tutto insanguinato e lacero, fanno un triste contrasto con l’indole dolcissima de bagnolesi”! L’inquietante vicenda non poteva finire lì. Il Parzanese intervenne presso le autorità di allora, facendo sopprimere l’antica barbaria.
Usanza ripresa, poi, solamente verso gli inizi del 1900 con la “Vacca di cartapesta” imbottita di mortaretti e fuochi d’artificio, trainata attorno alla bella piazza del paese, tra gli schiamazzi dei più piccoli e le urla dei grandi, attenti a non essere investiti dalle scintille che schizzano un po’ ovunque, fino allo scoppio dell’ultimo mortaretto.il retaggio di un tempo lontano!!
Gino Di Capua
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