Il Vortice Polare (prima parte)

di Michele Gatta

Iniziamo il percorso che ci porterà a spiegare concetti che aiutano a fare le previsioni del tempo anche per distanze non proprio brevi. Parleremo di indici e parametri che riteniamo tra i più importanti e che si rifanno alla classica letteratura meteo-climatica. Useremo qualche denominazione tecnica, che purtroppo non è possibile evitare, ma allo stesso tempo cercheremo di sviscerare il tutto con parole alla portata di tutti. Per rendere gli editoriali più leggibili, proporremo una descrizione non troppo lunga degli argomenti e quindi faremo più “step” sicuri che tale scelta risulterà più efficace per tutti i lettori.


ll Vortice Polare
Prima parte

Il Vortice Polare è sicuramente la figura più importante per determinare una evoluzione della stagione invernale. Immaginiamolo come una spirale di bassa pressione con moto anti-orario di tipo “stazionario” che agisce sia sull’Artico che in Antartide. Esso e’ molto ben strutturato alle quote più elevate, con valori a circa 5.000 metri di altezza molto bassi sia in ambito termico (fino a -45°/-50°) che di geopotenziale (l’energia che serve a vincere la forza di gravità per spostare una massa di aria verso l’alto).

Si va a formare per lo scorrimento delle tese correnti occidentali, in seno al moto dell’asse terrestre, e risulta colmo di aria gelida intrappolata al suo interno per lo scarso apporto di radiazione solare sui poli, e pronto a riversarsi in alcune condizioni alle medie latitudini temperate.

Risulta inoltre ben presente fino alle quote atmosferiche più elevate (stratosfera), e subisce delle fluttuazioni, o spostamenti e a volte perfino scissioni.

Molto importante è il processo di interazione del Vortice Polare tra stratosfera e troposfera (separati dalla tropopausa), con differenze sostanziali dal punto di vista chimico e fisico.

C’è uno studio molto serrato durante l’inverno che riguarda le vicende o mappe della stratosfera e della porzione relativa del Vortice Polare, con interazione in ambo i versi durante il semestre freddo, con chiara identificazioni di un indice tanto nominato ed affrontato negli ultimi anni, ovvero il NAM (North Annular Mode) che con la fase positiva è favorevole ad un assetto zonale, blocchi alla circolazione occidentale se in fase negativa.

Che cos’è il NAM? E’ un indice molto importante per fare delle previsioni su tempistiche anche di lungo termine.

Ne parleremo diffusamente nel prossimo editoriale.

Michele Gatta

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