Se è Sud non può essere “normale”

di Luciano Arciuolo

Hai voglia a togliere la parola “Nord” dal simbolo: la Lega resta sostanzialmente un partito antimeridionale. La vicenda che lo prova è quella, passata nel silenzio quasi totale di giornali e televisioni, della apertura di una “succursale” della prestigiosa “Scuola Normale” di Pisa presso l’Università Federico II di Napoli. Questa succursale non si aprirà, o meglio non si aprirà con il nome di “Scuola Normale”. Il Sindaco leghista di Pisa, spalleggiato da un deputato del suo partito, ha negato l’assenso e, cosa incredibile, il Parlamento e lo stesso ministro Bussetti (per un “puro caso” leghista alla pari degli altri due) si sono dovuti piegare. La Scuola di Studi Superiori a Napoli si farà, con un finanziamento di 50 milioni di euro, ma dovrà assumere un altro nome.

Così il sindaco pisano Conti ha potuto annunciare che “La Scuola Normale è salva”. Ignora il povero sindaco che la “Scuola Normale di Pisa” è nata 600 anni dopo l’Università di Napoli. Ignora che essa fu fondata come “succursale” della analoga istituzione di Parigi. Soprattutto ignora, il leghista sindaco Conti, che la cultura non è trattabile come il vino o il prosciutto, che hanno una Denominazione di Origine Controllata o una Indicazione Geografica Tipica. La cultura è tale se è diffusa, se è patrimonio di un popolo e anzi dell’umanità intera, se aiuta a vivere e crescere. Ma che Conti lo capisca è forse pretendere troppo. Così “Prima gli italiani” nella mente del povero sindaco è diventato “Prima i Pisani”. Forse non hanno tutti i torti quei bontemponi dei livornesi: un loro proverbio  recita “Meglio un morto in casa che un Pisano all’uscio” …

La cosa veramente paradossale è che l’attuale direttore della Normale pisana, Vincenzo Barone, si è laureato presso l’Università di Napoli, della quale è stato anche docente per molti anni. E’ stato lui, assieme al Rettore di Napoli Manfredi, a proporre e a caldeggiare l’inaugurazione della filiale napoletana della Scuola.

Pensate che, per questo motivo, alcuni componenti del Senato Accademico (gli studenti!) della Scuola Normale ne hanno chiesto le dimissioni, a riprova di quanto il pregiudizio antimeridionale sia radicato e, anzi, molto rafforzato negli ultimi anni.

In ogni caso e comunque la si guardi, la questione, infatti, ripropone in maniera drammatica l’antimeridionalismo di una parte ormai maggioritaria della politica che opera al di sopra della capitale. Sì, perché questa vicenda, come quella della “autonomia” di alcune Regioni del Nord  della quale ho già parlato in altri scritti, non è una vittoria per nessuno. Al contrario è una sconfitta per tutta l’Italia che ha perso un’ottima occasione per fare integrazione territoriale, presupposto essenziale per la sua crescita (non solo economica).

Io mi auguro che l’Università Federico II sappia mettere a frutto i 50 milioni di euro stanziati e aprire nei tempi previsti una Scuola di Studi Superiori che superi nei risultati ogni aspettativa e che, tra qualche anno, sia sufficientemente forte e credibile da aprire, a Pisa ma anche a Bergamo e a Varese e a Vicenza, tante succursali …

Non dimentichiamolo: noi siamo stati la Magna Grecia e quando davamo i natali a Parmenide e Archimede; quando ospitavamo Pitagora, i “padani” erano alle prese con un problema molto difficile: l’accensione del fuoco.

Luciano Arciuolo

(da Fuori dalla Rete, Dicembre 2018, anno XII, n. 6)

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