Un Cantico di elogio per le Sardine

di Gennaro Cucciniello(*)

Migliaia, decine di migliaia, centinaia di migliaia di persone, di tutte le età ma per lo più giovani, si sono riunite pacificamente –in questi ultimi due mesi- nelle piazze di tutta Italia e hanno cantato “Bella ciao” e “Fratelli d’Italia”, hanno parlato in difesa della Costituzione, hanno restituito dignità alle parole, gentilezza e autorevolezza al linguaggio politico, hanno costretto la “Bestia” leghista a indietreggiare, costruendo una contro-narrazione efficace e sviluppando il gioco della verità. Hanno creato fiducia e inceppato la macchina dell’odio.

Hanno chiesto confronti onesti, informati, competenti, educati e ragionevoli sulle vere questioni che preoccupano le persone: la scuola, la formazione e la ricerca, il lavoro, la sanità, la pensione, la sicurezza sociale, la protezione dell’ambiente. Hanno chiesto alla classe politica, a tutti i politici di fare decentemente il loro lavoro, di essere presenti con continuità in Parlamento e nelle Istituzioni per migliorare il presente e progettare il futuro. Hanno chiesto che la politica sia una cosa seria e proficua, che è una richiesta di riforme e un gesto di fiducia positiva. Sono scesi in piazza per difendere libertà e diritti, ma anche per invitare a rispettare i doveri, domandando conoscenza e opponendosi alla violenza e all’elogio dell’ignoranza.

Sono stati presenti nelle piazze senza bandiere e senza proclami demagogici, non attraverso le urla e le sgangheratezze ma dimostrando che siamo tutti sulla stessa piazza-barca, che possiamo crescere solo tutti insieme, come tutti insieme rischiamo di affondare. Hanno dato a tutte le persone la possibilità di un gesto di dissenso educato contro le malattie degenerative di cui soffre oggi la politicaccia. Per organizzarsi hanno usato e usano la Rete, mostrando che Internet non serve solo a manipolare l’opinione pubblica imbrogliando dall’alto, ma che resta uno strumento splendido di condivisione di idee e di coordinamento sociale dal basso, riuscendo ad essere carne e voce, canto e presenza, legando razionalità ed emozioni.

Le Sardine, infine, sono state e sono un’ampia reazione civile contro il populismo sovranista, la risposta immunitaria della buona società civile contro malattie che non è disposta a sopportare: il nazionalismo, il razzismo, la xenofobia, l’intolleranza, il negazionismo (dal riscaldamento globale alle atrocità nazi-fasciste), i rigurgiti del nazismo, l’incompetenza e la corruzione di tanta gente, la comunicazione violenta e svergognata di molti. Condivido la riflessione di Luciano Floridi: ogni sardina teme che il populista stia cercando di pescare proprio lei, ma il populista non è interessato alla singola sardina, cerca di pescare invece tutto il banco. E’ quindi il banco che deve essere protetto per salvare ogni sardina. Così potrà salvarsi e crescere la “prima rivoluzione ittica della storia” (ma non dimenticherei che i primi cristiani usavano proprio il simbolo del pesce comune per identificarsi e comunicare tra loro).

Riflettiamo su quello che è successo solo negli ultimi giorni della campagna elettorale sporca e cattiva di Salvini in Emilia-Romagna: una gigantesca fabbrica dell’odio e della paura, tesa ad aizzare la rivolta anche in una regione dove tutto funziona al meglio, nonostante la crisi che ancora ci attanaglia, dove un modello di integrazione tiene e interi settori sono a livelli di eccellenza europea, prima davanti a Lombardia e Veneto anche nell’export-pro capite, prima per occupazione femminile anche perché ha più posti di tutti negli asili nido. Invece è andato in onda il Salvini-spettacolo: la caccia all’uomo via citofono, la speculazione sul dolore a Bibbiano, la rivendicazione di essere processato (a fini di speculazione elettorale) per aver impedito –da ministro dell’interno- a una nave militare italiana di sbarcare poveri Cristi soccorsi in mare, evocando un’invasione che non c’era. Mai una parola sull’Emilia, nascondendo la candidata alla presidenza e deformando la realtà. Neanche una proposta per sbaglio, in difficoltà a esprimere uno straccio di programma concreto di governo, comizio dopo comizio, sempre lo stesso, cortei di selfie, linguaggio da bullo che inietta veleno nella popolazione più fragile e in una società sfibrata. Una banalità del male che rende normale la disumanità.

Infine bisogna anche sottolineare che le sardine hanno risposto e supplito alla mancanza di ideali, di memoria e di partecipazione della Sinistra. Per spiegare l’inadeguatezza e lo spietato personalismo della dirigenza politica del Pd basti rilevare che i due suoi ultimi segretari, Bersani e Renzi, eletti con primarie molto partecipate, sono usciti dal partito e ne hanno fondato altri due, nuovi e miserelli. Ora è necessario, per la Sinistra, afferrare questa salutare opportunità: quella di una società civile che pretende il diritto, ma anche la responsabilità, della presa di parola e che fatica a trovare interlocutori, e a riconoscersi, nell’offerta politica esistente. Scrive un autorevole commentatore che “non è più il sistema che amministra le emozioni, ma sono le emozioni che governano il sistema. La politica dovrebbe raffreddare le passioni, non incendiarle. L’analisi razionale dovrebbe prevalere sul furore delle pulsioni istintive. I partiti di oggi sono assembramenti di pecore attorno a un leader” (M. Ainis). Ecco: se questo giudizio ha elementi di verità, la Sinistra –che porta anch’essa la responsabilità di questo nostro popolo senza guida e in cerca di un approdo più serio- ha un grande compito davanti a sé. Lo realizzi.

Gennaro Cucciniello


(*) Articolo già pubblicato dall’autore sul proprio sito web www.gennarocucciniello.it 

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