Vaccini, all’epoca delle FakeNews

di Ernesto Di Mauro

Partiamo da un presupposto: quella del vaccino è stata la scoperta scientifica più importante nella storia della medicina. Basti pensare al vaiolo: una patologia dalle nefaste conclusioni che nei primi anni 50 colpiva oltre 50 milioni di persone all’anno nel mondo. Grazie all’introduzione del vaccino anti-vaiolo, nel 1980 la patologia è stata eradicata e oggi, quindi, il vaiolo non esiste più. E come il vaiolo, il tifo, la poliomelite, malattie invalidanti e mortali.

E’ importante vaccinarsi perché i patogeni sono molto fetenti. Possono albergare in persone non vaccinate, diventare più forti e resistenti e poi diffondersi anche nella popolazione vaccinata, rendendo vani anni e anni di studi, sacrifici e conquiste e mettendo a serio rischio la popolazione mondiale.

E’ vero, anche i vaccini come tutti gli altri farmaci, presentano degli effetti collaterali. Basti pensare però che un antinfiammatorio comune presenta 50 volte più rischi del vaccino tetravalente. Viviamo in un momento di profonda crisi sociale, dove emerge tra l’altro il rifiuto del professionismo.

Tutti crediamo di poter fare tutto, ma con la scienza e con la vita delle persone non si scherza. Esiste un movimento, definitosi Novax, che lotta ormai da anni contro l’uso dei vaccini e che negli ultimi anni ha incrementato le sue fila, sfruttando la crisi sociale e fomentando la paura delle persone.

Un po’ come i nuovi movimenti politici pupulisti italiani, che tra le altre cose, hanno posizioni su questa questione molto vicine a quelle dei novax. Abbiamo sentito tutti le dichiarazioni del ministro dell’Interno Matteo Salvini, nonchè segretario della Lega e vice-premier:-10 vaccini sono troppi se non dannosi. Una dichiarazione gravissima, priva di senso medico e civico.

Una vera e propria Fake News. Del resto la maggior parte dei movimenti populisti nel mondo fa fortuna storcendo le verità oggettive a proprio favore con un sistema informatico, documentato dalle autorità giudiziarie, che mette in rete notizie false ogni giorno. Una delle basi del movimento Novax è stata un’associazione tra il vaccino trivalente (antirosolia, antimorbillo e antiparotite) e l’autismo, argomentata con tanto di studio su 12 bambini da un gastroenterologo inglese Wakefield negli anni 90. Questa notizia fece scalpore nella comunità medica e indusse essa a condurre studi approfonditi sulla questione.

Senza entrare nel merito della vicenda, dopo questi studi è successo questo: si è scoperto che il vaccino anti rosolia previene l’autismo, conseguenza della rosolia congenita. I collaboratori di Wakefield dopo qualche anno firmarono una dichiarazione congiunta dove ritrattarono tutto ciò che avevano dichiarato precedentemente, in quanto scoprirono che lo stesso Wakefield aveva falsato gli studi, aggiungendo evidenze fasulle allo studio. Il danno mediatico però, era compiuto. Nonostante le smentite, la radiazione dall’albo dei medici e il processo penale a carico di Wakefield le persone hanno iniziato ad avere paura.

Tanta paura da cominciare a rifiutare la vaccinazione, con conseguenze gravi per la popolazione mondiale. Prendiamo come esempio la popolazione italiana ed il morbillo. Una patologia che nel 1970 contava 60 mila contagi, nel 2016 ha avuto 850 casi con una copertura vaccinale dell’85%. Tuttavia nel 2018 i casi sono aumentati del 400%, anche a causa di una diminuzione della copertura vaccinale. Le patologie gravi stanno tornando e la responsabilità è tutta dei diffamatori della scienza. Materia che si basa su evidenze e non chiacchiere da bar.

In questo contesto di disordine mediatico e disinformazione generale è fondamentale mantenere l’obbligo vaccinale, al fine di salvaguardare la popolazione.

ERNESTO DI MAURO


(da Fuori dalla Rete, Luglio 2018, anno XII, n. 4)

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