Sciascia, Camilleri e la Letteratura terrona

di Paolo Saggese*

La Letteratura del Sud ai margini della storia.


Stiamo vivendo un momento paradossale per la letteratura meridionale, perché da un lato è assente dalle “Indicazioni nazionali” per i Licei (DM 211/10), dall’altro viene spesso preferita dal MIUR nel momento, in cui si devono selezionare le tracce per la prima prova dell’Esame di Stato. È capitato con Leonardo Sciascia, che è stato scelto insieme ad Ungaretti per la prova di analisi del testo del 19 giugno scorso. È successo per Salvatore Quasimodo, le cui liriche sono state individuate dagli esperti e dal Ministro nel 2014 e nel 2018. Eppure, sia Sciascia sia Quasimodo sono assenti dalle “Indicazioni nazionali” e hanno pochissimo spazio nei manuali e nelle antologie scolastiche, proprio perché non presenti nell’elenco redatto dagli esperti del MIUR nel 2010. Solo per chiarezza ricordo che per il Novecento pieno sono citati in questo “elenco” 17 autori tra poeti e scrittori tutti nati a nord di Roma e solo una donna, Elsa Morante. Ecco il documento ministeriale: “Dentro il secolo XX e fino alle soglie dell’attuale, il percorso della poesia, che esordirà con le esperienze decisive di Ungaretti, Saba e Montale, contemplerà un’adeguata conoscenza di testi scelti tra quelli di autori della lirica coeva e successiva (per esempio Rebora, Campana, Luzi, Sereni, Caproni, Zanzotto, …). Il percorso della narrativa, dalla stagione neorealistica ad oggi, comprenderà letture da autori significativi come Gadda, Fenoglio, Calvino, P. Levi e potrà essere integrato da altri autori (per esempio Pavese, Pasolini, Morante, Meneghello …).

Raccomandabile infine la lettura di pagine della migliore prosa saggistica, giornalistica e memorialistica”.

Solo per inciso, non so se si inserisce nello stesso “filone ideologico” l’esternazione di Vittorio Feltri contro Camilleri e il suo commissario “terrone”, che rompe gli … zebedei!

Perciò, forse si saranno chiesti gli studenti, che hanno affrontato l’esame di Stato il 19 giugno scorso: “Leonardo Sciascia, chi era costui?” Infatti, dei partecipanti all’esame di Stato ben 6 studenti su 10 non hanno mai letto Sciascia e soltanto 1 su 10 lo ha scelto come prova all’Esame di Stato!

Questi sono gli effetti delle “Indicazioni nazionali”: i docenti, nel corso dell’ultimo anno, e le case editrici sono indotti ad approfondire gli autori citati nelle “Indicazioni nazionali” così da favorire maggiormente gli studenti e aiutarli nella prova d’Esame futura, dal momento che risulta scontato che gli scrittori e i poeti citati espressamente nell’elenco ministeriali abbiano maggiore possibilità di essere presenti nella rosa delle proposte del MIUR.

Questo ragionamento, semplice e logico, è tuttavia contraddetto dallo stesso MIUR. Infatti, in base alle scelte ministeriali, sembra che lo stesso Ministero consideri inadeguato l’elenco presente nelle “Indicazioni nazionali”, altrimenti non avrebbe scelto in sei anni tre volte un autore del Sud. Per queste ragioni, perché non provvede finalmente a modificarle, come il sottoscritto, insieme agli altri componenti del Centro di Documentazione sulla Poesia del Sud (Peppino Iuliano, Alessandro Di Napoli, Alfonso Nannariello, Alfonso Attilio Faia, Salvatore Salvatore, Raffaele Stella, Franca Molinaro, Antonella Prudente), chiede da più di otto anni?

Di questa battaglia culturale cui è stato protagonista anche il “Quotidiano del Sud” e il direttore Gianni Festa, forniamo una sintesi veloce. In un intervento lontano, risalente al 1953, il Premio Nobel Salvatore Quasimodo auspicava la definizione di una “Carta poetica del Sud”. Da quel “Discorso sulla poesia” sono trascorsi più di sessantacinque anni, è più volte cambiato il mondo, eppure questa “geografia” è ancora in divenire. Pare che quella profetica speranza sia rimasta una petizione di principio, paradossalmente ancora più remota da quando sono state emanate le “Indicazioni nazionali” per i Licei (DM 211), il 7 ottobre del 2010. In ottobre cadrà il nono anniversario di questo documento ministeriale poco sopra citato, che intendeva rinnovare un segmento importante del Secondo ciclo d’Istruzione, quello liceale, e che da subito ha suscitato la perplessità del Centro di Documentazione sulla Poesia del Sud, almeno relativamente alla rappresentazione “geografica” della Letteratura italiana del Novecento. Proprio nove anni fa, il MIUR chiudeva un mese di consultazioni sulle “Indicazioni nazionali”, che sarebbero state approvate in ottobre, quasi in sordina, senza che il mondo della scuola avesse consapevolezza dell’importanza di questa decisione.

La perplessità suscitata dall’assenza di scrittori e poeti come Quasimodo, Sciascia, Vittorini, Scotellaro, Sinisgalli, Gatto, De Filippo, Alvaro, Bodini, Cattafi, Piccolo, Di Giacomo, Pomilio, Brancati, Ortese, Rea, e così via ha prodotto una discussione vivace e appassionata, che si è riverberata anche sulla stampa nazionale e nelle sedi parlamentari nazionali e regionali, ed è culminata nella Risoluzione approvata nella VII Commissione della Camera dei Deputati (il 25 febbraio 2015), con la quale si imponeva al Governo di modificare l’elenco arricchendolo con altri nomi o di eliminare qualsiasi indicazione esplicita, così da garantire una piena libertà di insegnamento e così da evitare il rischio di proporre una sorta di “Canone ministeriale” della Letteratura italiana del Novecento.

Inoltre, nell’estate del 2014, l’allora Ministro Stefania Giannini dichiarò la sua volontà a modificare l’elenco, che risultava incompleto, accogliendo così il punto di vista del Centro di documentazione sulla Poesia del Sud.

E tuttavia, da allora, niente è cambiato.

D’altra parte, sembra una contraddizione evidente il ruolo riconosciuto a Matera di Capitale europea della Cultura 2019 e l’assenza della Letteratura meridionale del secolo scorso dal documento ministeriale.

Paolo Di Stefano, nella Prefazione al secondo volume di “Faremo un giorno una Carta poetica del Sud” (a cura di Giuseppe Iuliano, Alessandro Di Napoli, Alfonso Nannariello, Raffaele Stella e di chi scrive), ha inoltre osservato: “È inspiegabile e preoccupante che il ministero dell’Istruzione nel tracciare le linee dell’insegnamento letterario nelle scuole, ovvero ‘gli obiettivi specifici di apprendimento’ per i Licei, abbia dimenticato il Sud. Non sottovalutato: del tutto ignorato”.

Anche noi non riusciamo a spiegarlo.

Siamo solo convinti che è nostro dovere continuare a testimoniare, è nostro dovere compiere questo atto d’amore, che tuttavia non vorremmo sia di pochi: vorremmo un Sud – come scrive Peppino Iuliano – meno legato alla protesta e più legato alla proposta, un Sud, che voglia essere con noi non in una lotta contro qualcuno, ma in una lotta per la verità.

Paolo Saggese*

(* Centro di Documentazione sulla Poesia del Sud)

(da Fuori dalla Rete, Luglio 2019, anno XIII, n. 3)

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