Intervista a Marica Dell’Angelo

Storie di bagnolesi nel mondo (di Giulio Tammaro)

Iniziamo con questo numero di “Fuori dalla Rete” una serie di interviste ai tanti bagnolesi che hanno lasciato il nostro paese in cerca di un futuro migliore. Cercheremo di raccontare le storie individuali di tanti nostri concittadini espatriati per i più disparati motivi e che sono molto diverse fra loro. Queste storie, prese tutte insieme ci ricordano che l’emigrazione è un fenomeno collettivo che sta scrivendo e che scriverà il futuro del nostro paese.

Nelle due interviste che seguono raccontiamo le storie di Marica Dell’Angelo e Vincenzo Ciletti, due storie interessanti e allo stesso tempo molto diverse fra loro. In queste pagine, Marica, a cui Bagnoli è sempre stato stretto, ci racconta le sue esperienze lontano da Bagnoli  e di aver trovato  il giusto equilibrio, oggi si sente una cittadina del mondo. Ringraziamo Marica per la disponibilità accordataci e gli auguriamo di realizzare i suoi sogni.

Vi invitiamo a leggere queste due belle ed interessanti interviste e auspichiamo di raccontarvi altre storie come queste nei prossimi numeri.

A seguire l’incontro con MARICA DELL’ANGELO. Buona lettura.


La tua è una storia particolare, hai vissuto per motivi di studio e lavoro fra Parigi, New York Rotterdam e Londra. È stato sempre forte il desiderio di lasciare l’Italia già prima di terminare gli studi. Cosa ha determinato questa tua scelta?

In realtà non ti so rispondere… Diciamo che essendo una persona molto curiosa mi ha sempre interessato conoscere altre culture e capire come vivono le persone in altri posti. Bagnoli e’ un paese fantastico, dove fondamentalmente la vita e’ molto semplice ma dopo un po’ ho avuto il bisogno di vedere altro così ho iniziato con l’università e sono andata a Siena con l’obiettivo di trasferirmi a NYC. Come sai questo e’ stato ed e’ ancora oggi il mio obiettivo, almeno per un paio d’anni. Cosi’ ho iniziato il mio lungo viaggio.. e chissà se finirà mai.. ho la smania di cambiare. 

Perchè proprio New York tra tutte le città al mondo?

Penso che all’inizio sia stata colpa dei film e telefilm che mostrano quella città come se fosse un paradiso, la città super fashion, super divertente, dove puoi essere chiunque tu voglia essere. Poi sono riuscita ad andare a NYC durante il liceo e appena arrivata nella grande mela ho pensato “Questo e’ il posto dove voglio vivere!”. Mi sono sentita subito piena di energie, elettrizzata direi. Tutti mi dicevano che mi sarei sentita un puntino minuscolo, mi sarei sentita sola in una città dove non conosci nessuno e dove la gente non ti considera, dove si parla un’altra lingua. Sono ritornata a NYC per lavoro 6 anni dopo.. e non mi sono mai sentita persa o spaesata. Ero semplicemente a “casa” ma una casa che avevo scelto io, dove qualsiasi cosa rappresentava una sfida e mi sono completamente innamorata. Certo la lontananza dalla famiglia non è facile da affrontare ma con tutte le tecnologie che ci sono oggi parlavo con la mia famiglia tutti i giorni. So che ci sono molte cose che non funzionano a NY, ma non so… Perchè ci si innamora di qualcuno? Non c’e’ una sola ragione… sono tante cose insieme… ecco percheè mi risulta sempre difficile spiegare il mio desiderio di trasferirmi li’.

Come dicevamo prima hai vissuto in Francia (Parigi), Stati Uniti (New York), Paesi Bassi (Rotterdam) e attualmente risiedi nel Regno Unito (Londra). Dove è stato più facile e dove più difficile integrarti?

Mmmm.. sono città molto diverse e il fatto che sono stata li’ in eta’ diverse e per diverse ragioni il che influisce molto ma direi che la città più facile sia stata New York. Nonostante cosi’ lontano è talmente multietnica e direi quasi “priva di radici” come possono essere Parigi e Londra, che mi sono sentita sempre parte della città mai un ospite. Nonostante i newyorkesi non sia famosi per la loro gentilezza, di sera tutto si trasforma e trovi persone aperte e socievoli ovunque. E’ stato molto semplice integrarsi e fare amicizia.

Di cosa ti occupi? Sei soddisfatta lavoro che fai?

Da giugno mi sono trasferita nel team Media in Unilever, un’azienda per la quale lavoro da circa due anni e mezzo. Mi occupo di dati e di strategia di comunicazione nel campo digitale. Se mi avessero detto che sarei finita a fare questo quando mi sono iscritta all’università non ci avrei mai creduto (ahahaha) Si mi soddisfa molto, ho diretto contatto con tutti i social media ogni giorno e imparo cose nuove in continuazione. Poi adoro Unilever, hanno un modo di lavorare cosi’ diverso da quello italiano.

Cosa intendi con un modo diverso di lavorare rispetto a quello italiano?

Ho lavorato a Milano nel 2016 e dopo 7 mesi ho deciso di lasciare l’Italia il che la dice lunga. In Italia, in base alla mia esperienza, si e’ troppo legati alle formalità e alla gerarchia. Lavorando in Italia dovevo dare del lei ai miei capi, trattarli quasi come se fossero non so.. la regina Elisabetta (tanto per stare in tema). La gerarchia si sente troppo.. e’ vero che si impara tanto da chi ha più esperienza ma questo non significa che la voce di chi ha meno esperienze valga meno. E’ importante far sentire tutti parte di un Gruppo per poter lavorare bene.

Tutti sono troppo legati agli orari, una volta uscendo dall’ufficio alle 20:00 il mio capo a Milano mi disse “ ah oggi facciamo mezza giornata”.. Stiamo scherzando?!? Qui da Unilever abbiamo orari flessibili, possiamo entrare e andar via quando vogliamo, non sono importanti le ore che si lavora ma che si porta a termine quello che si deve e possiamo lavorare da qualsiasi parte. Io lavoro da casa ogni volta anche vengo a Bagnoli praticamente. Dai vari racconti di amici e parenti non mi sembra che in Italia si sia arrivati a questo. Poi c’e’ l’argomento classico.. la meritocrazia! A dire il vero non ho lavorato abbastanza in Italia per dire se la meritocrazia esiste o meno sul lavoro.. ma ho studiato e cercato lavoro in Italia (quando poi sono finita a Milano) e sinceramente non mi sembra di averne vista molta in giro. 

Quali sono i tuoi prossimi progetti?

Vorrei andare a vivere in Asia per un po’. Punto su Singapore.. e sto letteralmente perseguitando il mio capo per poter andare per almeno un anno. Poi vorrei tornare a New York per qualche anno e alla fine (forse) spostarmi in Olanda, un paese fantastico.

Hai in programma di tornare presto in Italia, sfruttando magari le tue competenze sviluppate dalle molteplici realtà di vita conosciute, per migliorarla e aiutarla nella crescita?

No, non so se cambierò idea ma per il momento non penso che ritornerò. L’Italia è un paese bellissimo, con del cibo da far paura, tanta storia, bel tempo ma piatto. Quello che mi mancava di più quando stavo a Milano era lo scambio con culture diverse. Purtroppo non siamo una società molto multietnica, non ci sono molti stranieri che si trasferiscono in italia e sono pochi quelli che vanno via e poi ritornano.. questo crea un appiattimento mentale secondo me. Pochi sono abituati ad uscire dalla propria comfort zone e ad aprirsi.

Attualmente vivi a Londra. Con la Brexit cosa cambia per gli italiani che vivono nel Regno Unito?

(Aahahah) A proposito di mentalità chiuse.. bah non so in verità, non penso che qualcuno lo sappia con certezza quello che succederà. Mi preoccupa più vedere cosa cambierà nel Regno Unito in generale.

Comunque la mia azienda mi ha fatto chiedere una specie di visto valido fino al 2024 mi sembra, ma è una cosa che a prescindere da dove si lavori possono fare tutti. In verità io spero di andare via prima del 2024, sono due anni che vivo a Londra e ho dato, è tempo di cambiare pagina.

Come percepisci la situazione economica e politica complessiva dell’Italia rispetto a quella del Regno Unito? Quali sono le analogie e quali invece le differenze sostanziali?

In generale, soprattutto a livello politico direi che stiamo vivendo una crisi generale un pochino ovunque. A livello economico stiamo parlando di due Stati basati su economie completamente diverse però non essendo super aggiornata non me la sento di commentare oltre. Quello che posso dirti che trovo sostanziali differenze nelle persone. In Italia abbiamo una mentalità completamente diversa da tutti gli stati in cui ho vissuto, siamo gli unici che quando viene emanata una legge la prima cosa a cui pensiamo è una scappatoia invece di seguire la legge in se. Siamo sempre pronti ad accusare lo Stato per tutti i guai in cui ci troviamo.. ma chi e’ lo Stato? Lo Stato siamo noi (Prima lezione di Economia Aziendale). Siamo noi che continuiamo a votare politici corrotti, siamo noi che ci aspettiamo sempre che qualcuno ci dia qualcosa.. non sai quante volte in 30 anni ho sentito “ Questo sindaco non mi ha dato niente.. se si ricandida non lo voto!” Stessa cosa per altri svariati politici.. io mi domando:”Ma cosa vi devono dare?” e io che pensavo che i politici dovessero semplicemente governare uno stato e no che fossero diventati  i nuovi Babbo Natali di turno.  Ecco questa e’ una cosa in linea di massima non ho trovato da nessuna parte.

Qual è invece la percezione sullo “stato di salute” di Bagnoli?

Sinceramente per me Bagnoli è il migliore paese del mondo ma la gente non se ne accorge. La vita è così semplice e facile.. non capisco come mai la gente sia sempre così stressata, io vedo mia madre e mi viene il mal di testa! E’ vero che un sacco di gente parte e per quei pochi che restano non è facile.. ogni volta che torno trovo persone sempre più tristi e arrabbiate.. con chi non l’ho capito.

Giulio Tammaro

(da Fuori dalla Rete, Marzo 2020, anno XIV, n. 1)

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