Bagnoli: la seggiovia del Laceno “scivola” sulla politica

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Storie dell’assurdo a Bagnoli Irpino. L’appalto delle nuove seggiovie del Laceno è fermo da mesi a causa delle beghe politiche interne alla maggioranza. Ecco dove e perché si ferma lo sviluppo economico in provincia di Avellino.


Le seggiovie del Laceno si bloccano nelle miserie della politica locale. Sono bastati i primi 100mila euro per la progettazione per mandare in tilt gli interessi degli avvoltoi degli amministratori dell’Alta Irpinia, ma non si tratta semplicemente di scontri sulla gestione ed incarichi. Sono soprattutto le beghe della maggioranza a impantanare l’unica opera che potrebbe rivitalizzare lo sviluppo turistico ed economico di un intero territorio.

L’amministrazione della sindaca Teresa Di Capua vive da mesi fibrillazioni continue al suo interno, vittima della contesa tra Maurizio Petracca, il padrino politico della prima cittadina di Bagnoli, e Ciriaco e Giuseppe De Mita, che dirigono buona parte dell’esecutivo e dei consiglieri di supporto (quando l’amministrazione si insediò i rapporti tra Petracca e De Mita erano ancora ottimi).

L’ostruzionismo dei demitiani sta frenando ogni passaggio amministrativo che conduce all’appalto del cantiere delle nuove seggiovie, lavori dal valore totale da 12 milioni di euro, concessi dalla regione Campania.

Difficile valutare se le questioni poste siano di lana caprina (con l’obiettivo di gestire direttamente progetti e incarichi, questa è l’accusa che viene mossa dagli avversari) o se poggino su valide motivazioni: i demitiani hanno alzato un vero e proprio muro dall’ingresso dell’ex capo ufficio tecnico del comune, l’ingegnere Nicola Russo, scelto dal sindaco su nomina fiduciaria. “Troppo il potere lasciato nelle mani di un singolo tecnico”, la denuncia dei riferimenti del sindaco di Nusco, nella gestione degli affidamenti e delle procedure, restando perplessi su una serie di atti amministrativi; il dirigente dal canto suo si è lasciato andare anche a valutazioni politiche che l’hanno poi costretto alle dimissioni (“sono stato diffidato a non fare, sono costretto a dimettermi” disse a dicembre dopo una serie di note ricevute appunto dai consiglieri demitiani in merito al suo operato) lasciando l’amministrazione Di Capua senza un tecnico che comunque, è doveroso sottolinearlo, era riuscito a sbrogliare qualche matassa.

Dopo le dimissioni però lo stesso Russo è finito agli arresti domiciliari a seguito di un’inchiesta della procura di Benevento perchè avrebbe fatto favoritismi su una serie di appalti che lui gestiva in qualità di responsabile del settore lavori pubblici nei comuni di Cusano Mutri e Durazzano.

Fatto sta che ora si è arrivati ad un impasse fino a quando non si riesca a trovare un altro tecnico che abbia le necessarie capacità professionali per portare avanti un cantiere milionario. Ma il ragionamento è più ampio: è in grado, da un punto di vista tecnico e politico, il piccolo comune di Bagnoli di gestire un appalto così importante? Possono le piccole beghe di paese e le vendette trasversali della classe politica locale frenare le aspettative di un’intera provincia? Non sarebbe il caso che l’intera operazione passi tra le mani di un ente più attrezzato, ad esempio la regione Campania?

E in effetti in un’intervista televisiva l’assessore regionale al turismo Felice Casucci ha già avanzato la possibilità del commissariamento.

Che sarà sarà, intanto, ad oggi, sono quattro anni che viene impedito ai cittadini avellinesi e campani di poter usufruire dell’unica stazione sciistica regionale (e dell’intero Mezzogiorno) e sarà così a lungo, finchè non si realizzeranno le nuove seggiovie.

Ecco come cala il sipario sul futuro della provincia, ora vi abbiamo raccontato chi sono i registi e gli attori che operano dietro le quinte: altro che le tragedie greche, sono rappresentazioni grottesche tutte avellinesi.

Emanuele Marinelli (Itvonline.it)

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