Irpinia, Alto Molise: pastorizie a confronto

di Pierluigi Giorgio (Quotidiano del Molise)

“Tra la moltitudine della folla, talvolta mi capita di incontrare quelle che io chiamo Anime Belle. Sono persone solari, generose in modo disinteressato, con una capacità di amare il prossimo in modo incredibile. Le riconosci subito, perché hanno un sorriso inconfondibile e una gioia che contagia…” scrive Sabina Cabassi psicologa e amica. A volte le persone si conoscono per una ragione, a volte per caso e son qui a raccontarvi di Anna Russo e Pasquale Dell’Angelo incontrati la settimana scorsa in Campania, precisamente in Irpinia nell’azienda di pecore bagnolesi. E poi di Mario Borraro e Carmela Colavecchio in Molise fra Torella del Sannio e Castropigniano che frequento da tempo come fossi in famiglia: anzi sono in famiglia. Mario anni fa ha lasciato la banca per inseguire la sua passione e Anna il conservatorio per inseguire Pasquale e le tracce degli avi: la pastorizia!

Due famiglie oneste, pulite, solari nonostante inciampi lavorativi e massacranti fatiche. Due famiglie in empatia fra loro, al di là del lavoro, senza saperlo. Quattro “Belle Anime”, felice di essere stato ponte fra loro, per favorire l’incontro e il confronto qui da noi!

Da sempre, amo accompagnarmi con gente semplice che ha frequentato l’Università dei campi, delle stalle o delle piccole botteghe artigiane e conseguito la laurea della vita con ad honoris causa d’umiltà, di naturalità e rispetto; quelli che elargiscono tesi quotidiane sulle albe e i tramonti, sulla ciclicità delle stagioni, delle morti e delle nascite, della manualità costante, del piacere e delle fatiche quotidiane, dell’immediatezza degli eventi che preme sulle soluzioni e non sui rimuginamenti. Chi è detentore e dispensatore di messaggi essenziali, efficaci, scevri dei fronzoli e della pomposità dei paroloni salottieri dell’intellighenzia provinciale.

Irpinia, Molise: cugini confinanti, uniti da un trascorso sannita segnato da un bue sacro ed un lupo in trasmigrazione su tracciati che un giorno divennero tratturi di transumanze.

In Molise la pratica ancora la famiglia Colantuono con le proprie mucche. In Irpinia la famiglia di Anna: il resto è frutto di rievocazioni inventate da associazioni nate e sul nascere all’insegna del “gerundio” in “ando”, che con la complicità di qualche pecoraio da immagine e con l’occhio ad euro, son spesso formate per acchiappare fondi e briciole di contributi, per dubbie commemorazioni e feste della pastorizia e della transumanza, ma che alla salvaguardia del trutturo -al di là delle parole- mirano ben poco! Associazioni varie che farebbero “cosa buona e giusta” per dirla in maniera ecclesiale, se invece di essere in contrasto e mania di primeggiare tra loro, si unissero sotto un unico ombrello pastorale e per un unico scopo con un progetto dettagliato, chiaro, per poi far sentire il fiato caldo addosso “martellando con una proposta unanime e concreta, a chi è preposto (Regione, Provincia), atti a convogliare fondi per il recupero ed il riutilizzo intelligente dei tratturi sotto l’aspetto turistico e culturale. Ma ognuno purtroppo continua a badare, in questo Molise che esiste e resiste, al proprio misero orticello e non al bene comune: e la realtà non cambia!

Nelle accorate parole di chi questa vita l’ha scelta e la conduce 24 ore su 24, scevra di disquisizioni, in senso del reale: Anna Russo che la transumanza la pratica con il marito Pasquale che ha ideato e realizzato un primo incontro-convegno in territorio di Bagnoli Irpino mirato alla salvaguardia della pecora bagnolese (tanta partecipazione e consenso, ma quanti pastori in realtà erano presenti? E Mario Borraro con Carmela in Molise che pur con un’impostazione lavorativa diversa è accomunato agli amici irpini dalle stesse speranze e fatiche: da rievocare hanno ben poco, perché la loro è una dura realtà, condotta spesso anche come una missione.

Ed ecco Anna: “La mia passione è un’eredità genetica, un richiamo costate al quale non ci si può sottrarre. Per ogni attimo di questa vita e per il mio lavoro, spendo ogni giorno i battiti migliori del mio cuore, consapevole di aver ereditato cultura e tradizioni come un pesante bagaglio… spesso il peso ti schiaccia, ma ho la forza di stringere i denti ed andare avanti: sento il dovere di consegnare il testimone alla prossima stagione di vita: non è per nulla facile, i momenti di sconforto sono tanti… facciamo parte di altra gente, quella che non siede a tavola con la famiglia nei giorni di festa, impegnati dall’alba al tramonto, 365 giorni l’anno, che non ci curiamo nell’ aspetto , che non curiamo la salute perché le esigenze del gregge che vengono prima. Questa nostra vita da nomadi! Erriamo in paesi lontani, calpestiamo paesi ostili, spesso guardati con disprezzo e cipiglio, noi che ogni giorno raccogliamo le forze e il coraggio per continuare ad essere testimoni autentici di verità e tradizioni lontane, dimenticate o bistrattate. I battiti del cuore non li so spiegare questa scelta di vita ti segna nel volto, nelle mani e nel cuore cicatrici inguaribili. Non sai perché lo fai, non te lo chiedi più, sai solo che devi farlo e basta, una legge a continuare con le stagioni che continuano sempre uguali nel lavoro e sempre diverse negli auspici. Non lo so se ho fatto bene o ho fatto male a far vivere a Margherita, Francesco, Antonio, i miei figli tanto patimento, non so se apprezzerranno quello che ho fatto… con il tempo le si apprezzano o si dimenticano ed io non vorrei vivere tanto per essere giudicata, ma sono così, non mi preoccupo del domani: io ho scelto la mia vita e se dovessi stanotte, per fatalità esalare l’ultimo respiro, ebbene si, oggi transumerò il mio gregge, lo condurrò ai verdi pascoli e lo disseterò a placide acque”.

Questa è Anna! Nello scritto del nostro Mario Borraro dedicato alla moglie, lo stesso accorato sentire; in più l’incertezza e il desiderio di “trasmigrare” in terre diverse con minore indifferenza ed invidia della nostra terra e maggior riconoscimento: “Carmela la vita è un regalo preziosissimo che qualcuno ti ha portato un bel giorno in cui eri molto indaffarata e men che mai eri lì ad aspettare. È un regalo irraggiungibile, che sognavi da sempre e non osavi neanche lontanamente sperare di poter avere, sei mia moglie, sei la madre di Pietro e sei unica al Mondo! Sto sprecando tempo pensando di emigrare? O sto sprecando tempo pensando di ricominciare con la fattoria tutto daccapo?

Penso spesso a tutto ciò che è successo in Italia in questi lunghi anni, penso a ciò che, almeno in parte, potrebbe ricapitarci. E penso anche a cose peggiori che potrebbero accadere qui: cose tipiche dell’Italia di oggi e di sempre, e anche a cose nuove del mondo verso cui stiamo andando inesorabilmente. E penso a ciò che invece potrebbe essere una vita vissuta in un posto in cui si dice che la gente non corre mai, come invece sono costretti a fare gli Europei, stressati da mille problemi, un posto dove esiste lo Stato un posto dove avremmo un grande valore per la società, semplicemente essendo ciò che siamo e ci piace essere. Aiutaci a capire! Ti voglio bene…”

Già aiutiamoli a capire, se si è in grado… e a non mollare!

Pierluigi Giorgio  (Quotidiano del Molise)


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