La guerra in Ucraina e le ripercussioni sul “nostro” mondo

di Gino Di Capua

Per capire la guerra davvero, bisogna guardarla dalla parte delle vittime, non dei carnefici. Il filosofo Nicolò Macchiavelli aveva questa formula: “Si comincia una guerra quando si vuole, si finisce quando si può”. “Ama i tuoi nemici” ha detto qualcuno molto più in alto di noi: un Comandamento universale per tutte le religioni e per tutti i popoli, ma l’essere umano non riuscirà mai a realizzarlo. Troppo celestiale per arrivarci.  Non siamo mai stati così istruiti e curati, eppure la rabbia schiuma ovunque. 

Il conflitto russo-ucraino iniziato de facto dal febbraio del 2014.  Ma l’invasione militare della Federazione Russa, il 24 febbraio 2022, nel territorio ucraino ha segnato una brusca escalation del conflitto. È più di un anno ormai che questi due popoli si uccidono tra di loro. Questa è la prima volta che scoppia una guerra in un paese che ha così tanti reattori nucleari. Inoltre, non dimentichiamo che l’incidente più grave nella storia del nucleare civile si è già verificato in Ucraina nel 1986, quando un reattore esplose a Chernobyl causando la morte di migliaia di persone. 

Ancora oggi, quasi 2.600 km² (quanto tutta L’Irpinia) rimangono chiusi intorno al sito a causa della radioattività.  Avere un punto di vista obiettivo sulla guerra Russia – Ucraina non è sicuramente facile, così come trovare un capro espiatorio.  Tutti siamo contro le guerre di qualsiasi tipo. Analizzare le cose da una sola angolazione e in questo caso aggredito e aggressore è semplicemente riduttivo.  Che ci sia un espansionismo spropositato della Nato soprattutto alle frontiere russe mi pare innegabile, così come l’appoggio dei paesi della Nato a qualsiasi staterello che cerchi di dare fastidio alla Russia. Oggi, come è sempre stato, la partita si gioca sulla supremazia economica, dimenticando che dividiamo tutti lo stesso pianeta. Da decenni Putin calpesta la democrazia controllando gran parte dell’energia che serve a far funzionare il nostro lunapark materialistico, eppure l’Italia ci ha sempre fatto affari d’oro facendo finta di nulla. 

I politicanti nostrani hanno sempre osannato lo “Zar” come amico e addirittura come modello.  L’ultima volta che è venuto a Roma, lorsignori erano in coda per un selfie col mitico Vladimir.  Come se il gas russo valesse più della democrazia.  Come se i soldi valessero più delle persone e dei principi.  Come se la politica non fosse altro che carrierismo e propaganda.

Ma l’Italia cosa dovrebbe fare oggi? 

L’Italia deve smetterla per sempre con le panzane nel sostenere la pace inviando armi. Bisogna ripartire dalla nostra Costituzione che era stata scritta da coloro che la guerra l’avevano vissuta sulla propria pelle, e quindi capita.  L’Italia deve avere il coraggio di superare la guerra in sé, non solo ripudiandola sulla Carta, ma anche nei fatti. Limitare innanzitutto la partecipazione NATO unicamente all’autodifesa, e sganciarsi per sempre dalla follia autodistruttrice in cui si sono infilati gli Stati Uniti. 

Chissà perché gli USA e i suoi eterni cowboy a stelle e strisce, sempre in cerca di avamposti dove piazzare armamenti e chimere, continuano ad agitare il loro pupazzo ciarlatano Biden, che urla ed incita a questa maledetta guerra in Ucraina, cercando di isolare e criminalizzare la Russia.  Una Ucraina malconcia e maldestra serve soprattutto agli USA per seminare odio tra i Paesi EU e la Russia; costringere i Paesi EU a comprare armi, petrolio, GNL… dagli USA.  Ancora una volta l’ego ha prevalso: alla violenza è stata opposta violenza! Invece che la pace, è stata scelta la guerra, pur sapendo che è autodistruttiva per chiunque la scelga. La storia ha sempre dimostrato che la guerra non risolve nulla. Questo conflitto, come tutte le altre guerre nel mondo, sono solo incubatori di incubi, atti ad innalzare muri d’ottusità e di paura che impediscono l’evoluzione dell’umanità.

Questa era una guerra evitabile: bastava garantire la sicurezza della Russia con la neutralità dell’Ucraina, sul modello finlandese o austriaco. L’Ucraina è stata deliberatamente sacrificata dai guerrafondai USA per perseguire la loro crudele strategia egemonica mondiale.  Decine di migliaia di persone, dall’una e dall’altra parte, sono morte e stanno morendo solo per soddisfare interessi imperialisti, con grave danno per i popoli EU e per il popolo russo e ucraino.  L’Italia deve avere il coraggio di superare la guerra in sé (non solo ripudiandola sulla carta come nella nostra Costituzione) ma nei fatti. La storia ha sempre dimostrato che la guerra non risolve nulla, la guerra crea nuovi problemi. Ma che fare oggi? L’Italia dovrebbe smetterla per sempre con le panzane del sostenere la pace inviando armi.

L’Italia non è obbligata a dare armi all’Ucraina da nessun trattato internazionale. L’invio delle armi è una scelta arbitraria dei nostri politici che operano nel disprezzo più totale della democrazia e della nostra Costituzione. Questo non fa altro che prolungare la guerra e di conseguenza aumentare il numero dei morti, sia essi civili che militari.  Non aiutare la resistenza ucraina, ma il popolo ucraino, che è cosa diversa. L’Italia deve limitare la partecipazione NATO all’auto difesa, e sganciarsi per sempre dalla follia autodistruttrice in cui si sono infilati gli Stati Uniti. 

Vedo questo nostro vecchio pianeta stanco di accoglierci. Cosa gli abbiamo dato in cambio? Lo abbiamo disseminato di frontiere, di bandiere… E questo ha segnato l’inizio di tutte le guerre. Le guerre degli ultimi decenni hanno reso il mondo ancora più ingiusto e diseguale di quello che era prima. Hanno distrutto le economie di paesi come Iraq, Siria, Libia… Chissà se non sarebbe meglio considerarci tutti terrestri, con un unico governo planetario… Come cantava, mezzo secolo fa, John Lennon in “Imagine”. Un brano che nel tempo è diventato un vero e proprio inno alla speranza. 

In questa canzone, infatti, il leggendario musicista immagina un mondo migliore, dove non ci siano più guerre, ma solo essere umani che vivono in pace.  “Immagina che non ci siano nazioni… Niente per cui uccidere e morire”!!

Diverrà un giorno umana questa Pace? Dove…? Quando…? Su quale strada dovremmo aspettarla? 

È da quando esiste l’uomo che la Terra fugge, rincorsa dal suo eterno nemico: la guerra!  Comunque, signori Putin, Biden… voi che avete le redini di questo nostro mondo, ancora un piccolo sforzo e vi accorgerete di non essere troppo lontani dalla soluzione del rebus finale: la terza e forse l’ultima guerra… l’apocalisse nucleare!

Rimane la domanda che tormenta la mente di tutti: “ma se…” Ma se una guerra nucleare scoppiasse tra le due più armate potenze del mondo, sarebbe l’apocalisse? La fine della specie umana?

La risposta è “probabilmente no”, perché solo le città, le infrastrutture e le concentrazioni militari dei Paesi sviluppati sarebbero distrutte, facendo milioni di morti, ma lasciando quasi intatti i continenti dell’emisfero sud.  Non sarebbe la guerra del mondo, ma la fine di “Un mondo”! Il fallimento di una forma di sviluppo che farebbe prevalere la scienza su quella spirituale.  Altre forme di civiltà si sarebbero poi sviluppate dai sopravvissuti, come Einstein stesso, dopo Hiroshima e Nagasaki, affermo: “Non ho idea di quali armi serviranno per combattere la terza guerra mondiale, ma la quarta sarà combattuta coi bastoni e pietre!

Gino Di Capua

(da Fuori dalla Rete Agosto 2023, anno XVII, n. 2)

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