LACENO – Il fu ‘hotel-residence 4 camini’: abbandono e degrado

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Quell’albergo sul lago tra i monti, che volge a mezzogiorno.

L’albergo abbandonato sul lago. A due passi dall’acqua, su una verdeggiante piana e immerso nella natura, fino a due decenni orsono era attivo un imponente hotel, composto di due corpi di fabbrica e disposto su quattro livelli, capace non solo di offrire alloggio ai turisti e pietanze ai clienti dell’ampio ristorante, ma anche di accogliere meeting, serate, balli e feste.

La struttura originaria in pietra risale persino alla fine dell’Ottocento. Ad essa, nel tempo, si sono aggiunti successivi fabbricati, ma negli anni del secondo dopoguerra l’albergo disponeva ancora di sole 18 camere, finché venne ampliato dopo gli anni Sessanta e visse un periodo di fioritura, durato fino all’inizio degli anni Ottanta.

La fine della storia

Il disastro geologico prodotto dal terremoto irpino del 1980 causò non solo danni strutturali, ma anche gravi conseguenze socioeconomiche: è noto lo spopolamento dei piccoli centri che ha generato un considerevole numero di paesi fantasma in Campania; ma anche diversi luoghi turistici subirono gravi rallentamenti e una vera e propria crisi finanziaria.

Questo hotel, però, fu in grado di sopravvivere ancora per un paio di decenni e restare un punto di riferimento per i visitatori di breve e lungo termine del lago, nonché per gli abitanti del posto. Almeno fino alle soglie del nuovo millennio: infatti, nella piccola discoteca nascosta in un piano sotterraneo è ancora attaccato un malinconico striscione che festeggia il Capodanno del 2000.

Abbandono e degrado

Dopo la dismissione della struttura, la storia ripete il classico copione di vandalismi e razzie (è di qualche anno fa la notizia di un arresto per furto di rame). A questi si aggiunge un incendio doloso di origine e motivazione ignote, che ha compromesso gran parte degli ambienti interni dell’hotel e ha reso più complesso un eventuale recupero dell’immobile. Eppure, le facciate esterne di questo albergo abbandonato sul lago oggi ancora lo presentano come un blocco imponente e colorato, concepito per trasmettere l’immagine di una confortevole baita di montagna. Lo si evince chiaramente sotto il portico che incornicia l’ingresso principale: qui le pareti in legno e la lanterna a vetri gialli preannunciano l’accesso ad un ambiente rustico e caldo.L’insegna dell’hotel –  questa, a onor del vero, di dubbio gusto estetico – dà il benvenuto agli avventori. 

Dentro l’hotel

Varcata la soglia, sulla sinistra si trova il bancone della reception, dietro il quale una vecchia cabina telefonica in metallo, arrigginita e consumata, rimanda a tempi. Alle spalle, ecco le cucine, dove sono ancora al proprio posto i fornelli, la cella frigorifera ed altri piccoli utensili. Su un ripiano, una bottiglia di spumante attende ancora di essere stappata. Ma l’insieme, al pianterreno, offre un’immagine di devastazione e corrosione, dovuta alle fiamme e alle ceneri che ne hanno violato la bellezza.

La perdita è tanto più palpabile nelle ampie sale con camino, splendidi ambienti destinati ai ricevimenti e alla ristorazione: la specialità della casa – così racconta chi ci ha lavorato – erano le fettuccine al tartufo.

Sotto le cucine, un intreccio di scantinati conserva la maggior parte delle suppellettili sopravvissute. Diverse sale-lavanderia lasciano scoprire vecchie lavatrici vintage, non solo esteticamente attraenti: c’è da scommettere che siano ancora funzionanti, a quel tempo gli elettrodomestici li costruivano per durare! In un ampio deposito adiacente ci sono oggetti d’ogni tipo: giochi per bambini, sedie, tavoli ed altri arredamenti. In uno sgabuzzino buio colonne di piatti puliti attendono da decenni, invano, di essere serviti al ristorante e macchiati di sugo.

Risalendo ai piani superiori lungo la tromba di scale – una tetra spirale scarnificata dall’incendio e dagli atti vandalici – si accede ai corridoi delle stanze, disposti su tre piani. I lunghi tappeti rossi sul pavimento sono l’ultima traccia di un’eleganza deturpata, che ora quasi stona con le pareti annerite dal fuoco e scorticate dal tempo. Camere, bagni, disimpegni, spazi comuni compongono oggi un ambiente spettrale e cupo, l’hotel appare come un corpo ricoperto di cenere. Proprio lo stridore tra barlumi del passato e degrado del presente produce quella tipica dissonanza che nutre il fascino degli alberghi abbandonati.

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