L’anno che verrà (Ma la televisione ha detto che…)

di Luciano Arciuolo

Oramai è chiaro: il governo Meloni odia i giudici perché vogliono indagare, la Corte dei Conti perché vuole fare i conti, il Parlamento perché vuole discutere, l’autorità anticorruzione perché vuole controllare gli appalti, la Banca d’Italia perché ha criticato la fine del Reddito di Cittadinanza, i giornalisti perché vogliono fare domande…

E, a proposito di giornalisti, soprattutto quelli televisivi, per non farli parlare più ha fatto una cosa molto semplice: ha occupato la RAI. La Televisione pubblica, oltre a Mediaset, è diventata così la portavoce del governo, sia quando dà le notizie, sia quando semplicemente non le dà.

Due esempi: nei giorni scorsi la Presidente del Consiglio, accompagnata dal Ministro della Cultura, che non legge neanche i libri che deve giudicare, ha fatto in pompa magna l’inaugurazione del treno speciale Roma-Pompei. E ovviamente tutti i telegiornali hanno dato la notizia, lodando l’iniziativa. Hanno però dimenticato di dire che il treno Roma-Pompei farà il prossimo viaggio domenica 20 agosto, cioè 5 settimane dopo l’inaugurazione. In pratica quel treno farà una corsa ogni cinque settimane! E, vi assicuro, non è una barzelletta…

Altro esempio: il debito pubblico italiano, con i fondi del PNRR in ritardo ormai di quasi un anno per colpa del governo, nel solo mese di Giugno 2023 è aumentato del 5%. Un record assoluto in tutta la storia italiana. Ma questa notizia, come quella della corsa mensile del treno Roma- Pompei, non l’ha data nessun telegiornale.

Certo, abbiamo evidentemente a che fare con giornalisti ansiosi solo di dimostrarsi fedeli ai diktat della destra, cioè con giornalisti che hanno rinunciato a fare i giornalisti.

Ma abbiamo a che fare anche con un governo che ha messo le mani su tutta l’informazione, in modo che nessuno possa smentirlo, quando afferma che se l’economia va bene è merito suo e non dei fondi, già in parte spesi, delle prime due rate del PNRR, mentre se poi il PNRR stesso è oramai a rischio per l’Italia, la colpa è del governo Draghi.

Luciano Arciuolo

 

 

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